Il dolce profumo di Audrey mi riempie le narici, il soffice tira e molla delle sue labbra sulle mie mi inonda le vene di un ruggente senso di desiderio. La voglio da star male e il mio corpo mi sta urlando di prenderla qui, dentro a questa macchina, in mezzo al nulla.
Le catturo il labbro inferiore fra i denti e lo succhio delicatamente fino a strapparle un respiro ansante. Le mie mani scorrono sulla sua schiena e raggiungo il sedere. La porto sopra il mio grembo e si sistema a cavalcioni delle mie gambe.
Si schiaccia contro di me, facendo aderire la mia erezione contro la sua parte più calda. Sono così pronto a strapparle i vestiti di dosso che mi dimentico dove siamo e non posso di certo prenderla qui. Non così. Non dopo una cena del genere. Sarebbe da stronzi.
Inarca la schiena e mi circonda il collo con le braccia, ricambiando il bacio con il mio stesso impeto. Non perde nemmeno un colpo e si scioglie fra le mie braccia.
Rallento il bacio fino a fermarmi. Lei geme e io sorrido in risposta. Non sono felice nemmeno io, ma sono meglio di così. <<Non succederà qui, Audrey>>, dissi ansimando in cerca d'aria.
I suoi occhi si fanno grandi per lo stupore e si strofina su di me, mandando a puttane i miei buoni propositi con lei. <<Perché no?>>, chiede con il broncio.
Mordo il suo labbro inferiore e poi lecco via il dolore con la lingua. Le si mozza il fiato in gola. Il modo in cui reagisce a me e a tutto quello che le faccio, mi fa letteralmente impazzire. <<Perché non voglio che tu domani ti svegli pensando che sia uno stronzo totale>>.
Mi tira leggermente i capelli della nuca per farsi guardare negli occhi. Se non fossi già così duro da star male, solo questo gesto avrebbe acceso la miccia. <<Lo sto già pensando adesso perché hai detto di volermi, ma non fai niente>>.
Ringhio e con un gesto dolce, la rimetto sul sedile accanto al mio. <<Non succederà in macchina, fragolina. Ma non vuol dire che non succederà sta sera>>.
Soddisfatta della mia risposta si allaccia la cintura e io parto quasi sgommando. Arriviamo a casa in cinque minuti e una volta fuori dall'auto, la prendo in braccio ed entro in casa praticamente correndo. Per fortuna i nostri coinquilini non ci sono e abbiamo la casa per noi.
Ride della mia impazienza e si aggrappa a me. Mi bacia il collo e morde la mia pelle. Giuro, se non la smette subito, vengo prima ancora di aver combinato qualcosa.
Entro nella mia stanza alla cieca e chiudo la porta con un calcio. La appoggio contro il legno freddo e la bacio selvaggiamente. Le circondo la lingua calda e liscia con la mia fino a quando non riesco a succhiarle la punta. Si inarca contro di me e l'attrito fra i nostri corpi mi dà alla testa.
Mi giro e la deposito al centro del letto. Lei si mette seduta. <<Alza le braccia>>, ordino dolcemente. Lei fa quello che le chiedo e le sfilo il top bagnato dalla testa, facendo un po' di fatica perché è appicciato alla sua pelle.
Ride e mi aiuta. Sotto non porta il reggiseno e non sono preparato alla vista delle sue tette perfette. Mi abbasso e le succhio le gocce di pioggia dalla pelle. Geme e mi tira i capelli, portando la mia bocca esattamente dove vuole. Si inarca contro la mia bocca e le succhio i capezzoli fino a farla impazzire.
<<Sei bellissima>>, sussurro contro la sua pelle di seta.
<<Damon>>, sussurra nel silenzio della mia stanza. <<Ti prego>>.
Sorrido. La sto torturando e sentirla implorare, mi fa schizzare il sangue al mio cazzo di marmo. Me la sto prendendo con comodo, cerco di memorizzare tutto di lei e il mio amico sta protestando alla grande.
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QUALCUNO COME TE
RomansaAudrey si trova improvvisamente senza un posto dove stare per l'ultimo anno di college e caso vuole che nella tana degli scapoli d'oro della Cornell ci sia una stanza vuota. Suo fratello apre le porte della sua casa che condivide con i suoi compagni...