50. Audrey

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 Giro la chiave nuovamente, ma la mia macchina oggi ha deciso bene di non mettersi in moto. Ci provo da più di dieci minuti ma non ne vuole sapere.

Sono le due del pomeriggio e la corriera della squadra sta arrivando allo stadio in questo momento. Volevo fare una sorpresa a Damon e andare a prenderlo, ma a quanto pare la mia stupida macchina non è della mia stessa idea.

Incazzata, scendo dalla macchina e torno dentro casa. Prenderò quella di mio fratello. Non posso aspettare un minuto di più. Ho una voglia pazzesca di gettarmi fra le braccia di Damon e passare qualche ora con lui prima che inizi il turno al Red.

Giro la chiave e quando la macchina di Micah si mette in moto, esulto, trionfante. Lascio casa in tutta fretta e mi dirigo verso lo stadio.

Non ho notizie da Damon da ieri sera quando mi ha scritto un messaggio prima della cena. Immagino fosse stanco e che poi si sia addormentato perché non ha risposto. Nemmeno questa mattina. Al Red era stata una serata calma ma finita la partita era entrato qualche gruppo per festeggiare e ci siamo messi a lavorare. Summer ha passato la notte da me e abbiamo parlato fino a quasi l'alba.

Ho un po' di ore di sonno da recuperare, ma vedere Damon ora è la mia priorità. Sono passate solo ventiquattro ore da quando è uscito dalla mia camera ma a me sembra passata una eternità. E poi ho una missione: dirgli che lo amo anche io. Tremo al solo pensiero. Sono emozionatissima.

Parcheggio l'auto e volo fuori. La corriera è già parcheggiata e i ragazzi sono ancora tutti qui. Mi avvicino e quando scorgo i miei coinquilini li raggiungo. Le loro espressioni sono tese. Oserei dire perfino turbate. Stanno parlando animatamente fra di loro. C'è qualcosa che non va.

<<Ehi, dov'è Damon?>>, chiedo con il miglior sorriso che riesco a tirare fuori. Si guardano fra di loro e sfuggono al mio sguardo. Micah si passa una mano fra i capelli. Lo fa sempre quando è nervoso o preoccupato. <<Ok, che succede?>>.

<<Non lo sappiamo>>, risponde mio fratello.

Aggrotto le sopracciglia, confusa. <<Che cosa significa che non lo sapete?>>. Cosa nascondono?

Ethan fa un passo avanti. <<Ieri sera ha accompagnato Dylan a prendere le sigarette ed è sparito mentre aspettava. Lo abbiamo trovato tre ore dopo grazie al gps acceso del suo telefono, in un bar, completamente ubriaco>>.

Spalanco gli occhi. <<Mi state prendendo in giro?>>, chiedo sorridendo. <<Dai, su, dov'è Damon? È nascosto dentro la corriera vero?>>. Faccio un passo per andare a controllare, convinta che mi stiano facendo uno scherzo, anche se dentro di me iniziano a scattare tutti i campanelli d'allarme.

Ieri sera non ha risposto ai miei messaggi.

Non ha chiamato.

Questa mattina non si è fatto sentire.

Credevo fosse impegnato con la squadra o stesse recuperando le energie, ma a quanto pare non è così.

<<Non stiamo scherzando. Ieri sera gli è successo qualcosa ma non ha voluto parlare. Anzi, ci ha trattati tutti di merda e ci ha urlato di farci i cazzi nostri. Sta mattina è salito in corriera, si è seduto da solo e ha ascoltato la musica per tutto il tempo. Appena abbiamo parcheggiato qui, è corso via in tre secondi netti>>, racconta Ethan.

Resto a bocca aperta. Tutto ciò che mi stanno raccontando non è da Damon. <<Forse voleva vedere te ed è tornato a casa?>>, abbozza Dylan.

Annuisco. <<Andiamo a controllare>>. Deve essere a casa.

Mentre raggiungo la macchina con mio fratello, prendo il telefono e provo a chiamarlo. Magari hanno male interpretato quello che sta succedendo. Ci deve essere una spiegazione. Damon non sparisce e basta.

QUALCUNO COME TEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora