40. Damon

18K 479 36
                                    

 I miei genitori sono preoccupati a morte. Leggo la disperazione nei loro volti. Praticamente si precipitano dentro la mia stanza e non si accorgono quasi della presenza di Audrey spalmata contro di me. Lei, al contrario, è arrossita e in preda al panico. Sta per conoscere i miei genitori. Salta via e si mette in disparte in un angolo della stanza.

<<Damon!>>, esclama mia madre correndo accanto al mio letto. <<Sei sveglio! Come ti senti? Ti serve qualcosa?>>

Sorrido anche se mi risulta difficile. Sono ancora parecchio stordito dai farmaci che mi hanno dato. Le prendo le mani e la blocco. <<Ma', sto abbastanza bene. Non ho niente di rotto e mi serve solo che ti siedi e ti calmi>>.

Mio padre arriva alle sue spalle e la spinge a sedere nella sedia accanto al mio letto. Mi saluta nel modo tipico di noi maschi proprio come gli ho insegnato quando ero alle medie. <<Felice di trovarti sveglio>>.

<<Hai già parlato con i dottori?>>, mi chiede mia madre. Sembra un po' più calma. O almeno sta respirando normalmente e gli occhi le sono rientrati fra le orbite.

Guardo Audrey che è addossata alla parete. Non ha detto una parola. Le faccio un gesto con la testa di avvicinarsi. Esita, ma alla fine mi accontenta. <<In realtà, ci ha parlato la mia ragazza, Audrey>>.

Aspetto la reazione dei miei. Si guardano fra di loro in una conversazione silenziosa. So a che cosa pensano. È la prima ragazza che gli presento. È una cosa enorme. Questo significa che mi fido di Audrey e loro lo sanno. Non faccio mai entrare nessuno nella mia vita privata.

Lei è decisamente l'eccezione.

Audrey si mette dalla parte opposta rispetto ai miei genitori in modo tale da ritrovarsi di fronte. Le stringo una mano in segno di incoraggiamento. Non so che cosa le passa per la testa in questo momento ma sembra terrorizzata. Credo abbia proprio paura di non piacere ai miei.

<<Mamma, papà lei è Audrey. Audrey ti presento i miei genitori>>.

Si stringono rapidamente la mano e mia madre non smette di sorriderle. <<Sei davvero bellissima>>, le dice facendola arrossire. <<E una santa se sopporti mio figlio>>.

Audrey scoppia a ridere e si rilassa. <<Oh, beh. Su questo ci sto ancora lavorando>>.

Le rivolgo un'occhiataccia. <<Ah davvero? Pensavo avessimo superato questa fase>>. Non sono serio. So che le cose vanno bene fra di noi.

<<Lo dici tu, ma continui a finire i miei cereali>>.

Ridacchio. È vero. Gli finisco una scatola a settimana minimo e mi scordo sempre di comprarglieli. Lei si arrabbia da morire e poi facciamo del sesso fantastico riparatore. Ecco perché glieli mangio. <<Ti comprerò un camion intero. Promesso>>.

Liquida la questione con un gesto della mano. <<Finchè non vedo...>>.

Mi metto a sedere e mi prende un capogiro. La stanza scende nel silenzio e tutti e sei gli occhi sono puntati su di me. <<Non è niente. Mi sono alzato troppo rapidamente>>. Merda. Roba forte quella mi hanno dato. Mi sento stanco e debole.

<<Forse dovresti dormire un pò>>, suggerisce Audrey.

Mia mamma annuisce. <<Buona idea. Io e tuo padre dovremmo trovarci un posto dove dormire questa notte>>.

<<Potete prendere la mia stanza in albergo. È a pochi metri dall'ospedale>>, suggerisce Audrey.

Scuoto la testa. <<Dovresti riposare anche tu su un letto vero. E mangiare. Da quanto non metti qualcosa sotto i denti?>>

QUALCUNO COME TEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora