16. Damon

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Dopo una partita, l'adrenalina scorre nelle mie vene anche nelle ore successive al fischio finale. Faccio sempre tardi visto che il sonno sembra non arrivare mai e poi devo trovare qualcosa per scaricare. Di solito mi faccio una tizia a caso, ma stasera non c'è nessuna che attiri particolarmente la mia attenzione.

Bugia.

Una c'è eccome: Audrey. La mia intoccabile e inavvicinabile coinquilina. So che da quando abbiamo parlato le cose fra di noi sono cambiate e adesso mi tollera, ma so anche che non sono il tipo di ragazzo con cui uscirebbe.

Mi reputa superficiale, arrogante, fastidioso ed egoista. Fargli cambiare idea è la mia nuova missione. Non riesco a togliermela dalla testa e nemmeno ci provo tanto sarebbe inutile. È dal primo anno che sento qualcosa per lei e non ho intenzione di lasciar perdere. Mi sono stufato di lasciarle spazio. Ho intenzione di rincorrerla.

D'altronde sono allenato: sono il ragazzo più veloce del college. Posso reggere una sfida come questa.

Il Red si sta svuotando. Sono quasi le due di notte e i ragazzi se ne sono appena andati. Non sono tornato con loro e sono rimasto ancora un po'. Ethan e Micah sono in compagnia e io non ho intenzione di sentirli darci dentro. Non stasera.

Mi avvicino al bancone e mi lascio cadere. Ci saranno al massimo dieci persone in tutto il locale e i colleghi di Audrey stanno iniziando a pulire e sistemare i tavoli.

Appena mi nota, la mia bellissima coinquilina viene verso di me con le sopracciglia aggrottate. <<Non sei tornato a casa con gli altri?>>, chiede mentre asciuga un bicchiere.

Alzo le spalle. <<No, sono rimasto>>.

Si sporge sopra il bancone, osservandomi attentamente. Nell'inclinarsi, mi offre una discreta visuale dentro la scollatura della maglietta che nasconde delle tette perfette.

Mi muovo agitato sullo sgabello. <<Perché?>>

Accenno un sorrisetto. <<Così mi accompagni tu a casa>>, dico. È una mezza verità. Preferisco stare con lei che chiudermi nella mia stanza da solo. Se lo dico però rischio di farla scappare e per questa sera mi sono già spinto oltre quando le ho preso la mano e lei non si è opposta.

Porca vacca, che sensazione meravigliosa mi ha fatto provare.

Si imbroncia. <<Non ho intenzione di portare a casa te e la tua conquista di questa sera, Damon!>>

Mi guardo attorno. <<Quale conquista?>>. Durante la serata ci hanno provato almeno dieci ragazze, ma ho declinato l'invito di tutte loro. Sì, lo so. Fa strano anche a me.

<<La bionda che ti è rimasta appiccicata tutta la sera?>>

È gelosia quella che sento nella sua voce? Gli occhi le brillano e la sua postura incazzata minaccia tempesta. È una delle mie versioni preferite di lei. <<Ah, quella. Non so nemmeno il suo nome>>.

Incrocia le braccia al petto. <<Giusto perché per scoparsela non serve fare le presentazioni>>, dice ironica.

Assottiglio lo sguardo. <<Mi stai confondendo con Micah>>, rispondo incazzato.

<<Sicuro?>>, chiede avvicinandosi di un passo. Se mi sporgessi un pochino, toccherei le sue braccia con le mie.

Sospiro. <<So che pensi che io sia uno stronzo insensibile, che tratta le donne come oggetti e che non ho un cuore, ma non mi conosci. Non sai niente di me e mi giudichi sulla base di che cosa? Pensi che sia come Micah, pensi che tutti i giocatori di football siano come lui>>, faccio una pausa. So di andarci giù pesante con lei in questo momento, ma sono stanco delle sue stupide etichette. <<Da quanto stai da noi? Un mese. Mi hai mai visto portare qualcuna a casa? No. Quindi smettila di criticarmi, Audrey>>.

QUALCUNO COME TEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora