46. Damon

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 La sveglia del mio telefono suona ridestandomi dal sonno. La spengo rapidamente e mi giro a guardare Audrey, stesa sul mio petto che dorme pacifica. Meno male, non si è svegliata. Ieri sera è tornata a casa molto tardi ed io non sono riuscito ad aspettarla sveglio.

Sento i miei coinquilini girare per casa. Il pullman della squadra partirà fra un'ora e tutti si aspettano di vedermi con loro. Sono e resterò il loro capitano, nonostante il mio infortunio. Hanno bisogno di me e del mio sostegno. Non li mollerò.

Poi però guardo la mia bellissima ragazza fra le mie braccia ed esito. L'ultima cosa che vorrei in questo momento è uscire da questo letto. Sto così bene. Le labbra di Audrey si tendono in un sorrisetto. <<Mi sento osservata>>, bisbiglia.

Ridacchio. <<Sì, era proprio quello che stavo facendo>>, ammetto come uno stronzo innamorato.

Si stiracchia come un gattino adorabile e tutto il mio corpo si risveglia. Il suo corpo caldo premuto contro il mio, mi spedisce il sangue a sud. La desidero da star male. È passato troppo tempo dall'ultima volta che l'ho avuta nuda sotto di me e sto impazzendo.

<<Che c'è?>>, domanda quando continuo a guardarla. Le mie mani sono infilate sotto la mia maglietta che indossa spesso per dormire. In questo momento è così bella, così tenera. Così mia.

La tiro completamente sopra di me e la bacio. Non perdo nemmeno un attimo e le infilo la lingua fra le labbra. Geme in risposta e si aggrappa ai miei capelli. Risponde al bacio con la stessa urgenza.

<<Damon>>, sussurra quando scendo a baciarle il collo. <<Le tue costole>>, prova a protestare.

Le sfilo la maglia dalla testa e la sua pelle a contatto con la mia mi manda il cervello in cortocircuito. <<'Fanculo le costole, fragolina>>. Le mie mani vagano sulla sua schiena fino a fermarsi sulla curva pericolosa del suo sedere.

Sorride birichina e si mette a sedere a cavalcioni su di me. La sua parte più calda è esattamente dove dovrebbe essere. Non posso più aspettare. Ho bisogno di entrare dentro di lei adesso o rischio di morire.

<<Ti prego>>, mi ritrovo ad implorarla. Sì, suono patetico anche alle mie stesse orecchie, ma non me ne vergogno. Dormo nel suo stesso letto da cinque giorni e avere il suo corpo perfetto spalmato addosso a me è stata una vera tortura.

Fa oscillare i fianchi e si morde il labbro inferiore fra i denti. Piccola provocatrice. I suoi seni si muovono a ritmo con i suoi respiri affannosi e le mie mani prudono dalla voglia di toccarla, ma resisto. Potrei venire anche solo così. <<Ti voglio anche io>>, cede.

Non me lo faccio ripetere due volte. Mi abbasso i pantaloni con cui dormo e finisco di spogliarla. Si rimette sopra di me e quando si cala per tutta la mia lunghezza in modo lento e sensuale, ci scappa un gemito. Dio, che sensazione meravigliosa. <<E' così bello>>, dico con gli occhi che quasi mi si chiudono.

Appoggia le sue mani sulle mie spalle, si solleva leggermente e si ricala giù. Mi lascio scappare un'imprecazione. Le stringo i fianchi e le faccio aumentare il ritmo. Si abbassa e le vado incontro con la mia bocca. Ci baciamo furiosamente mentre i nostri corpi sbattono l'uno contro l'altro.

Le scosto i capelli dietro l'orecchio e tengo gli occhi fissi nei suoi mentre viene. Un paio di spinte dopo, la seguo a ruota. Wow. Bellissimo. <<Ti amo, fragolina>>.

Appena quelle parole lasciano la mia bocca senza che io possa controllarle, lei trattiene il fiato e spalanca gli occhi, presa alla sprovvista. Non era così che avevo immaginato di dichiarare i miei sentimenti ma è esattamente quello che ho appena fatto. E non me ne pento.

Voglio che lei lo sappia, voglio che tutto il mondo lo sappia.

Apre la bocca per dire qualcosa, ma bussano e le impediscono di parlare. Frustrato, impreco. <<Che c'è?>>.

Ethan ride. <<Cazzone, devi muoverti. Usciamo di casa fra dieci minuti>>. I passi si allontanano e torno al silenzio di questa stanza.

Mi metto a sedere ancora seppellito dentro di lei, affondo una mano fra i suoi capelli e la bacio. Non si fa trovare impreparata nonostante lo shock sul suo volto bellissimo. La bacio con passione, intreccio la lingua alla sua e metto a tacere i suoi pensieri. <<Non devi dire niente. Volevo solo lo sapessi, fragolina. Ti amo, tanto>>.

Non aspetto la sua risposta. Mi alzo in piedi con lei ancora aggrappata e la rimetto in piedi. Le sue gambe malferme faticano a trovare l'equilibrio. Si aggrappa al mio collo e mi bacia. <<Damon>>, protesta ma la zittisco di nuovo.

Passo i successivi cinque minuti così, spalmato contro il corpo incredibile di Audrey a dimostrarle con la bocca che quello che dico è vero. Mi stacco controvoglia e mi vesto rapidamente. Audrey ne approfitta per rimettersi la mia maglia, coprendo le sue curve incredibili. Che ingiustizia!

Prendo il borsone con il cambio per una notte abbandonato in una sedia e la guardo. Imprimendomi a fuoco questa bellissima immagine di lei. I capelli scompigliati per le mie mani, le guance rosse e gli occhi pieni di amore per me. Perché lo vedo. Lo sento. Lei ricambia i miei sentimenti e cazzo, sono proprio uno stronzo fortunato.

<<Ci vediamo domani, fragolina. Ti chiamo appena riesco>>, dico tornando da lei.

Mi circonda il collo con le braccia. <<Mi mancherai>>, sussurra contro la mia pelle.

Bussano di nuovo. <<Smettila di importunare mia sorella e porta il tuo culo scassato nella mia macchina!>>, mi sgrida Micah mezzo infastidito e mezzo divertito. So che dopotutto gli piace che rendo Audrey felice ma non lo ammetterà mai.

Audrey scoppia a ridere. <<Meglio che tu vada prima che piombi qui dentro e ti prendano di peso>>.

Alzo gli occhi al soffitto e la lascio andare. Non faccio nemmeno tre passi, prima di tornare indietro, sollevarla dal pavimento e baciarla ancora e ancora. <<A domani>>, la saluto questa volta sul serio.

Scappo via prima di pentirmene e tornare indietro. I miei coinquilini mi aspettano già in macchina e quando arrivo correndo, mi accolgono con dei fischi e degli applausi. Dopotutto mi sa che non siamo stati molto silenziosi come pensavo.

Micah solleva il dito medio e me lo mostra. <<Amico, certe cose un fratello non le vuole proprio sentire>>.

Arrossisco appena. <<Scusa>>.

Ethan seduto dietro assieme a me, mi tira una spallata neanche tanto delicata.<<Oh Audrey, ti amo!>>, mi prende in giro.

Scuoto la testa divertito e lascio che passino tutto il tragitto fino allo stadio a prendermi in giro. Niente di tutto quello che dicono mi tocca. Sono felice da far schifo.

QUALCUNO COME TEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora