28. Audrey

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<<Tranquilla, mamma non sto lavorando troppo>>, dico al telefono.

Lei sospira. <<Micah mi ha detto che fai dei turni in più questo semestre. Sono solo preoccupata>>.

Sorrido, girando per la mia stanza, mettendo assieme i libri per le lezioni. <<Non devi. Ho tutto sotto controllo. Micah esagera come il suo solito, lo sai>>.

Si arrende. Per ora. <<Questa sera allora tu e Micah venite a cena? Ce la fate?>>

<<Certo. Partiamo dopo il suo allenamento>>.

Delle braccia calde e muscolose mi circondano la vita all'improvviso e lancio un urletto di sorpresa. Damon, lo riconosco dal profumo, mi bacia la vena pulsante del collo, ignorando il fatto che sono al telefono.

<<Che succede?>>, chiede allarmata mia madre.

Spingo via Damon, ma non si smuove di un millimetro. <<Damon. Mi ha fatto prendere paura>>.

<<Oh, metti in vivavoce! Voglio salutarlo>>.

Ho mai detto che mia madre adora Damon? Alzo gli occhi al soffitto. E mi preparo alla loro conversazione. <<Buongiorno Holly, come stai?>>, chiede Damon con un sorrisetto furbo.

Mia madre si lascia andare ad un sospiro. Me la immagino come se fosse qui mentre si scioglie per questo ragazzone ruffiano. <<Tutto bene, grazie. E tu?>>.

<<Benissimo>>, risponde Damon facendomi l'occhiolino.

<<Da quanto tempo non ti vedo, caro. Non passi più a trovarci con i miei figli!>>, si lamenta lei, quasi piagnucolosa.

Damon fa una smorfia. <<Scusa, hai ragione, ma sono stato occupato e ho passato l'estate dai miei>>.

<<Sai come puoi rimediare?>>

Damon mi osserva da sopra la spalla su cui sta appoggiato. Con un ghigno. <<No?>>

Mia madre ridacchia come una adolescente. <<Venendo a cena questa sera>>.

Spalanco gli occhi. <<Cosa?>>, mi lascio sfuggire.

Non ci siamo detti come ci saremmo comportati da questa mattina in poi. Se siamo qualcosa adesso. O se torneremo a litigare.

Niente di niente.

E portarlo a cena dai miei, sarebbe come mettere una enorme insegna luminosa sopra le nostre teste e dire a tutti che queste due notti sono state perfette e ora siamo come due fidanzati appiccicosi che non riescono a tenere le mani apposto. Non so se sono pronta ad affrontare le conseguenze di quello che sta succedendo tra noi.

Damon mi guarda in cerca di approvazione. Alzo una spalla. <<Grazie. Mi farebbe davvero tanto piacere>>, dice.

Mamma esulta. <<A stasera ragazzi!>>, e riaggancia.

Damon mi fa voltare verso di sé. <<Se la cosa non ti sta bene, dimmelo. Non devo venire per forza>>, dice leggendomi quasi nel pensiero.

Scuoto la testa. <<No, voglio che tu venga, solo che le cose adesso fra di noi sono diverse, giusto?>>.

Si lascia sfuggire un sorrisetto con tanto di fossette. <<Giusto>>, conferma, <<Cosa ti preoccupa? Vedo le tue rotelle girare in questa bella testolina>>, dice accarezzandomi la fronte.

Mi siedo sul letto mettendo un po' di spazio fra di noi. La mia voglia di saltargli addosso è fortissima. Ma il bisogno di capire che cosa stiamo facendo è più forte. Purtroppo sono una di quelle persone che pensa tanto.

Non capisco cosa siamo. Esclusivi? C'è solo sesso? Abbiamo sfogato una passione che teniamo a freno da due anni?

Non voglio soffocarlo e farmi dare un'etichetta. Non voglio essere quel tipo di ragazza. Ma le mie paure e le mie preoccupazioni mi si leggono in faccia.

<<Cosa stiamo facendo, Damon?>>, domando senza riuscire a guardarlo negli occhi per paura di vedere qualcosa che non voglio. Tipo il suo rifiuto.

Si inginocchia davanti a me e mi prende il viso fra le mani. Mi stampa un bacio casto sulle labbra e mi guarda con i suoi occhi dolci. C'è dell'affetto in quel verde splendido e mi sento improvvisamente calma. Le mie preoccupazioni improvvisamente sparite. <<Facciamo il gioco delle confessioni>>, propone.

Aggrotto le sopracciglia. <<Adesso?>>

Annuisce. <<Adesso>>. Si siede accanto a me e mi prende le mani fra le sue. <<Confessione: sono state le due notti più belle della mia vita>>, dice trattenendo un sorrisetto.

Mi faccio coraggio e stritolo le sue mani per trovare la forza per esprimere i miei sentimenti confusi. <<Confessione: non voglio che siano le uniche>>, sussurro arrossendo.

Sistema una ciocca di miei capelli dietro l'orecchio e appoggia la fronte contro la mia. <<Confessione: sono due maledetti lunghi anni che aspetto questo momento e so che ti ho dimostrato il mio interesse in modo strano, ma non ho intenzione di rinunciare a te. Te l'ho detto e te l'ho dimostrato. Ti voglio, Audrey. Voglio tutto con te, ma non voglio metterti fretta. Quando ti sentirai pronta, sono qui ad aspettarti. Sarà una tua decisione>>.

Lo abbraccio stretto e gli salgo praticamente in braccio. Sono quasi commossa per le sue parole così dolci e ha decisamente messo a tacere quelle vocine infide nel mio cervello. <<Grazie, Damon>>, sussurro con la voce che trema. <<Solo non sono ancora pronta a rendere pubblica la cosa se a te sta bene>>.

Annuisce contro il mio collo e il suo respiro caldo mi regala un brivido. <<Non c'è problema. Io non sono pronto a condividerti, invece. Capiremo assieme cosa fare, va bene?>>.

<<Va più che bene>>.

Si fa più indietro e mi circonda il viso con le sue mani un po' ruvide. <<Devo andare ad allenarmi e se rimango altri cinque secondi qui dentro, sappiamo entrambi che cosa succederebbe>>, dice con un lampo di desiderio che gli attraversa gli occhi verdi.

Mi avvicino e gli mordicchio il labbro inferiore, provocandolo. <<Che ragazzaccio>>.

Mi rovescia sulla schiena e si posiziona in mezzo alle mie gambe, torreggiando sopra il mio corpo. Mi tocca in tutti i punti giusti e mi scappa un piccolo ansito. Tre volte con lui e ancora non sono sazia. Lo voglio ancora e ancora.

Si abbassa fino ad incontrare le sue labbra con le mie e mi schiocca un bacio che mi fa arricciare le dita dei piedi e fremere lo stomaco. Non ho più alcun dubbio: Damon Baker sa come baciare. La sua lingua si attorciglia alla mia e oscilla con il suo corpo in avanti, creando un piacevole attrito fra di noi. Gemo di piacere e lo stringo con le cosce contro di me. Non voglio assolutamente che smetta.

Bussano alla porta e sussultiamo entrambi. <<Baker, porta il tuo culo fuori da questa stanza e smettila di amoreggiare con Audrey! Stiamo partendo e se non scendi subito, ti lascio qui, cazzone!>>, urla Ethan attraverso la porta, ridendo come un pazzo.

Con un ringhio, Damon si allontana da me e impreca, mettendosi in piedi. Mi guarda e gli angoli della sua bocca si piegano all'ingiù. <<Più tardi>>, promette con uno scintillio negli occhi.

Rido e lo spingo verso la porta. <<Vai o ti lasceranno qui>>.

Apre la porta e subito tira uno scappellotto a Ethan. <<Ai! Ma che ho fatto?>>, chiede con una smorfia.

Damon gli mostra il dito medio. <<Per il tuo tempismo!>>. 

QUALCUNO COME TEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora