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ℒ'aria fuori era così fredda che mi vennero i brividi.

Perché non avevo preso il cappotto?

Chiusi lo sportello dell'auto e, dopo messo il cellulare nella borsa, mi incamminai di nuovo verso l'entrata del pub.

Che lo volessi o no, avevo ancora stampato nella mente lo sguardo di quello sconosciuto. I suoi occhi così scuri e profondi si erano come impossessati della mia testa e proprio non volevano lasciarmi in pace.

Mi sentivo terribilmente in imbarazzo perché una cosa del genere non mi era mai successa prima d'ora.

Con nessuno.

Per cui, com'era possibile che quell'incontro, fugace e insolito, mi avesse scombussolata così tanto?

«Ma dov'eri finita?» mi chiese Emma, non appena mi vide rientrare, «Lo sai, ero andata a prendere il telefono, l'hai dimenticato?» le chiesi di rimando, mentre chiudevo la porta alle mie spalle, «Ci hai messo tanto, mi stavo preoccupando...» affermò lei, inevitabilmente sorrisi, «Scusami, ho solo perso tempo...» le risposi, evitando di raccontarle ciò che era accaduto.

Credevo non avesse senso.

In fondo era stato un incontro accidentale, privo di importanza, conoscendola, avrebbe solo cominciato a fantasticare.

«Hei Scott!» lo richiamai, avvicinandomi al bancone, richiamando la sua attenzione, «Grazie!» aggiunsi, porgendogli le chiavi dell'auto, «Nessun problema Amy» rispose lui, facendomi l'occhiolino, gli sorrisi e poi presi posto nello sgabello alla sua sinistra, accompagnata da Emma, Will era ancora dietro il bancone che serviva alcuni clienti, seduti non poco distanti da noi.

«Ah sei qui!» sentì dire a Scott, ad un tratto, «Non ti ho visto entrare, quando sei arrivato?» chiese poi, a qualcuno, «In realtà, sono arrivato adesso!» rispose l'altra persona, riconobbi immediatamente quella voce, alzai lo sguardo dal menù e mi ritrovai davanti, seppur dietro il bancone, il ragazzo con cui mi ero scontrata solo qualche istante prima.

Il mio cuore ebbe di nuovo un sussulto quando i suoi occhi incontrarono i miei.

Questa cosa non mi piacque affatto e mi mise subito in allarme.
Non potevo sentirmi così per qualcuno che non conoscevo affatto, non era normale.

«Oh, a proposito!» esclamò Scott, distraendomi dai miei pensieri, riportandomi alla realtà, «Quasi dimenticavo... Amy, questo è Can, uno dei miei migliori amici! Nonché, il proprietario del pub!» disse poi, accennando un sorriso, presentandomelo, «E Can, lei è Amy...» aggiunse in fine, «La mia migliore amica!» precisò Emma, facendomi quasi sorridere, «Piacere di conoscerti...» affermai, con un certo imbarazzo, porgendogli la mano, «Piacere mio!» rispose lui, stringendo la presa, la sua mano sembrò così grande in confronto alla mia, piccola ed esile.

Mi guardò a lungo, come se mi stesse studiando, mettendomi ulteriormente in imbarazzo.

Perché faceva così?

«Scott!» lo richiamò ad un tratto Will, andandogli incontro, «Ho dieci minuti liberi, partita a biliardo?» gli chiese poi, poggiandogli una mano sulla spalla, «Oh sì! Ci sto!» confermò l'altro, alzandosi immediatamente dallo sgabello, «Tu? Vieni o no?» chiese poi, rivolgendosi a Can, «Si, tra un momento...» rispose quest'ultimo, sorridendogli, «Ti aspettiamo!» gli disse Will, prima di incamminarsi insieme a Scott.

«Hei Can...» lo richiamò Emma, sotto voce, il ragazzo si voltò ed aggrottò la fronte, avvicinandosi poco dopo, «Voglio organizzare una festa a sorpresa per il compleanno di Scott, la settimana prossima, che ne dici?» propose lei, entusiasta, il ragazzo sorrise ed annuì.

𝐋𝐨𝐬𝐭 𝐨𝐧 𝐘𝐨𝐮 || Can YamanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora