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Dove sei tu, quella è casa.
Emily Dickinsons.

«𝑻i sei divertita?» mi chiese Can, mentre apriva la porta di casa dello chalet, rivolgendomi un dolce sorriso.

Annuì, per poi lasciarmi scappare uno sbadiglio, mentre la stanchezza cominciava a farsi sentire.

«Sono esausta però...» confessai, reggendomi a stento in piedi, Can mi si avvicinò e in un attimo, mi sollevò da terra, tenendomi tra le sue braccia possenti, con le gambe che penzolavano.

Spalancò la porta col piede, ed entrammo.

Aveva avuto la brillante di idea di fare un escursione nei boschi e andare a vedere anche il lago.
Avevamo camminato per più di un'ora, ed io, a differenza sua, non ero abituata a fare cose del genere.

Era la mia prima volta in realtà.

Can invece, amava tutto ciò.
Le gite e le escursioni erano la sua passione.

Chiuse la porta di casa alle nostre spalle e, tenendomi ancora in braccio, salì al piano direttamente sopra, raggiungendo finalmente la camera da letto.

Gliene fui grata, avevo persino dolore ai piedi per quanto avevo camminato, quindi questo era il minimo che potesse fare.

Mi adagiò sul materasso e mi lasciò un tenero bacio sui capelli.

«Mi passeresti il pigiama?» gli chiesi, con un debole sorriso, lui annuì e lo tirò fuori dalla valigia, porgendomelo poco dopo.

Guardai il tramonto attraverso le grandi vetrate e quasi sorrisi.

Era tutto così magico.
Sarei potuta rimanere lì con lui per sempre.

«A cosa pensi?» mi chiese Can, ad un tratto, catturando la mia attenzione, «A quanto sono felice di essere qui...» confessai, spostando lo sguardo su di lui, il quale mi sorrise, «Sai... Portarti qui...è stata la decisione migliore che potessi mai prendere» disse poi, sedendosi al mio fianco, spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, sorrisi e mi morsi il labbro, «Voglio stare con te, non ho più alcun dubbio su questo...» affermò ancora, con decisione, fissandomi dritto negli occhi, il mio cuore sussultò.

Era sempre una gioia per me, sentirglielo dire.

Non potevo negare il fatto che, più volte, avevo temuto di perderlo....

«Sai che è lo stesso per me...» mormorai, lui si chinò e mi baciò la fronte, «Vuoi fare una doccia adesso? Sembri a pezzi!» scherzò poi, prima di alzarsi.

Non avrei voluto fare altro in realtà.

Quell'escursione mi aveva sfiancata, non mi ero mai sentita così stanca prima d'ora.

«Si, non desidero altro!» confessai annuendo, «E comunque, è solo colpa tua se sono così stanca...» gli dissi ancora, puntandogli un dito contro, prima di alzarmi, Can sorrise e alzò gli occhi al cielo, «Sono tanto stanca» mi lamentai, strofinandomi poi gli occhi, lui sorrise e mi venne incontro, «Ti amo tantissimo» disse di puno in bianco, cingendomi delicatamente il viso con le mani, fissandomi attentamente, sorrisi, sorpresa da tale affermazione.

«Ti amo anch'io Can» gli risposi, lui chinò il capo, e mi baciò.

Mi fece quasi sorridere il modo in cui lo disse.

Dopo aver fatto una doccia rigenerante, potei finalmente indossare il mio adorato pigiama in seta Poi, una volta aver asciugato i capelli con il phon, tornai in camera da letto.

«Sai, sembri già un'altra...» scherzò Can, ridendo, presi un cuscino dal letto e glielo tirai addosso, trattenendo un sorriso, lui lo afferrò al volo, evitando di essere colpito, «Hei!» esclamò, prima di lanciarmelo di rimando, lo parai con le mani e glielo rilanciai, «Mi hai stravolta con quell' escursione...» affermai, lui sorrise e mi si avvicinò, «Ti stai lamentando troppo!» commentò, dandomi un buffetto sulla guancia,alzai gli occhi al cielo scocciata.

𝐋𝐨𝐬𝐭 𝐨𝐧 𝐘𝐨𝐮 || Can YamanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora