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Io sono destinato ad avere l'anima
perpetuamente in tempesta.
Ugo Foscolo.


- 𝐂𝐚𝐧;

Salì sulla mia Rang Rover e partì, guardando distrattamente l'ora sul mio orologio al polso, scoprendo di essere già in ritardo.

Dio, chi lo avrebbe sentito Scott...
Non ero nemmeno dell'umore adatto per le sue ramanzine, avevo ben altro nella testa.

Era accaduto tutto così velocemente che non avevo nemmeno avuto il tempo di elaborare e capire bene cosa fosse successo.
Nella mia mente vi era solo Amy ormai.
Non riuscivo a pensare ad altro, non riuscivo a togliermela dalla testa, pur non sapendo cosa fossimo diventati o cosa stessimo diventando.

E quello che era successo la notte passata mi aveva completamente messo a soqquadro.
Ero completamente fuori di me e quasi non rispondevo più di me stesso.

Di lei non mi aveva colpito solo la sua bellezza, ma anche la sua semplicità, la sua timidezza e la sua innocenza.

Dio, ero fregato.

Non c'era una cosa in lei che non mi piacesse...
Mi aveva stravolto completamente e sapevo che non vi era più modo di tornare indietro.

Non mi sentivo così desiderato da un tempo che mi sembrava infinito... Mi bastava guardarla negli occhi per capire quanto tenesse a me.

Ma che avevo fatto per meritare una persona come lei?

Avevo paura, una paura folle.
Ma, una parte di me, quella più importante, non voleva e non poteva più rinunciare a lei.
La mia vita non sarebbe stata la stessa.

«Scusami! So di aver fatto tardi!» esclamai, alzando le braccia per aria, non appena entrai nel pub, vedendo Scott seduto al bancone che mi aspettava.

«Alla buon ora!» scherzò lui, trattenendo una risata, sorrisi e gli andai incontro, «C'era traffico...» mentì, omettendo il reale motivo, mentre poi mi toglievo gli occhiali da sole.

Non sapevo se e come dirgli di Amy.
Forse avrei dovuto aspettare visto che non sapevo nemmeno io cosa stesse succedendo tra di noi.

«Comunque avrei potuto fare da solo, non c'era bisogno che venissi a darmi una mano...» gli dissi, mentre cominciavo a sistemare il bancone, ripulendolo dei decori della sera precedente, lui scosse il capo, «No, ci tenevo ad aiutarti...» mi rispose.

Tipico di Scott. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per le persone a cui voleva bene, era davvero un ottimo amico.

«Bella festa, vero?» gli chiesi, «Oh sì, è stata fantastica davvero!» concordò, mentre si alzava e mi dava una mano, «Tu madre invece? Come vanno le cose?» mi domandò poi, scrollai le spalle, «Bene...» mormorai, «Quindi... il piano regge...» ipotizzò, alzando il capo verso di me.

Il piano. Come no...

Non sapevo nemmeno più se c'era un piano.
Non sapevo se stessimo ancora fingendo io ed Amy.

Ieri sera era cambiato tutto, ma, dovevo ammetterlo, avevo sempre sentito un certo trasporto nei suoi confronti, quindi forse, non c'era mai stata finzione...

Ma non solo per quello che era successo ieri, una volta tornati a casa, per me la svolta definitiva, avvenne nel momento in cui l'avevo vista piangere, mi si era smosso qualcosa e la rabbia aveva come preso il sopravvento ed uno strano senso di protezione aveva avuto la meglio.

Lei, che lo volessi o no, aveva questo effetto su di me e non potevo farci niente. Non riuscivo a trattenermi e sapevo di non poter cambiare questa cosa, nemmeno se avessi voluto.

𝐋𝐨𝐬𝐭 𝐨𝐧 𝐘𝐨𝐮 || Can YamanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora