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𝒢uardai l'ora sul mio orologio al polso sentendomi parecchio sollevata nel vedere che mancavano solo dieci minuti alla fine del turno. Un'altra giornata di lavoro stava già volgendo al termine, finalmente.

Una volta sistemato e ripulito il bancone, andai a sistemare i tavoli, preparandoli per il giorno dopo.

«Ti accompagno a casa?» mi chiese Will, venendomi incontro, accennando un sorriso, presi il cappotto dall'appendiabiti e mi voltai verso di lui, scuotendo il capo contrariata, «Posso sapere per quale assurdo motivo hai detto a Can che ti avevo chiesto di lui?» gli chiesi, ignorando la sua domanda precedente.

Non ero per niente intenzionata a ignorare la cosa.

Lo avrei affrontato cercando di capire perché diamine lo avesse fatto.

«Te lo ha detto lui?» chiese lui di rimando, sospirai e scossi il capo, «Il punto non è questo!» replicai, parecchio infastidita, «Vorrei solo sapere perché lo hai fatto!» aggiunsi, fissandolo duramente, «Io non ho fatto nulla. Ci avrà sicuramente sentiti parlare...» ipotizzò lui, scrollando le spalle, aggrottai la fronte allibita, «Ma se non era nemmeno nei paraggi come mai avrebbe potuto sentirci?» replicai poi, alzando le mani.

Mi prendeva anche in giro adesso?

«Per quale motivo sei andato a dirgli che ti avevo chiesto di lui?» gli chiesi di nuovo, «So che lo hai fatto, quindi per favore non mentirmi! Non sopporto le bugie!» aggiunsi, scuotendo il capo, lui sospirò e si passò una mano tra i capelli, imbarazzo e afflitto, «Ok.... L'ho fatto solo perché mi sembravi preoccupata...E volevo che lo sapesse... L'ho fatto per te Amy» rispose infine, scrollando le spalle.

Era davvero questa la sua giustificazione?

Era pessima, davvero.

Risi e scossi il capo incredula, «Questo comunque non ti dava il diritto di correre da lui a dirglielo...Chi credi di essere Will? Io davvero non ti capisco...» affermai, «Non avresti dovuto fare la spia...» mormorai ancora, scuotendo il capo, per poi sorpassarlo e uscire dallo stanzino, lasciandolo lì.

Quello che aveva fatto era illogico.
Proprio non né capivo il motivo.

Conosceva Can, lo conosceva molto bene, anche più di me, sapeva quanto fastidio gli avrebbe dato, quindi perché andare a dirgli tutto? Per metterci l'uno contro l'altro?

Che diamine gli era passato per la mente?

«Permettimi comunque di accompagnarti a casa...» affermò Will, venendomi dietro, indossai il cappotto e mi voltai, scuotendo poi il capo, contrariata, «Ti ringrazio ma, preferisco andare sola...» risposi, «Sola? Non è prudente Amy... Non a quest'ora della sera» replicò lui, «Chiamerò un taxi, non preoccuparti! Non mi accadrà nulla!» dissi prontamente, «Buonanotte...» lo salutai freddamente, prima di incamminarmi verso l'uscita.

Mi dispiaceva averlo trattato in quel modo ma ciò che aveva fatto proprio non mi era piaciuto. Continuavo a non capire il perché di tale comportamento.

Gli avevo chiesto di Can in modo confidenziale, il fatto che fosse andato da lui a spifferargli tutto mi aveva davvero infastidita, avrebbe dovuto tenere la cosa per sé.

«Dove hai lasciato il tuo accompagnatore?» mi chiese Can, con un velo di divertimento nella voce, non appena mi vide uscire dal locale, posando poi il cellulare nella tasca dei jeans, «Dentro...» gli risposi freddamente, lui aggrottò leggermente la fronte, «E come credi di tornare a casa quindi?» chiese poi, incuriosito, incrociando le braccia al petto, fissandomi, «Sto giusto chiamando un taxi» lo informai, prima di prendere il cellulare dalla tasca del cappotto, spostando poi lo sguardo sullo schermo, lo sentì sospirare, «Che idea stupida...» borbottò, poi mi venne incontro, «Ti accompagno io. Posa quel telefono!» disse poi, quasi come un ordine, alzai il viso incontrando i suoi bellissimi occhi scuri.

𝐋𝐨𝐬𝐭 𝐨𝐧 𝐘𝐨𝐮 || Can YamanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora