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L'amore è dolore.
Chi non soffre, non ama.

𝒫oteva andare peggio di così?

Io davvero non riuscivo a crederci.
Problemi su problemi, continuamente.

Ma, la cosa che più mi irritava, era il fatto che, non appena le cose sembravano andare per il verso giusto, ecco che puntualmente accadeva di nuovo qualcosa.

Sconvolgendo ancora una volta le nostre vite.

Quand'è che saremmo stati finalmente felici?

Quand'è che ci avrebbero lasciati in pace?

In fondo non credevo di chiedere molto...
Volevo solo stare con l'uomo che amavo, in tranquillità.

«Ti avevo detto di lasciarla stare!» affermò Can, afferrando prepotentemente la mia mano, togliendola dalla presa del padre, «Non agitarti! Le stavo solo parlando!» si giustificò l'uomo, alzando le man, con fare innocente, feci un passo indietro, nascondendomi dietro il mio ragazzo.

Sapevo che, quel contatto, seppur innocuo, lo avrebbe fatto scattare e agitare ancora di più.

Suo padre però, avrebbe dovuto capire da solo che era meglio non immischiarmi in questa faccenda.

«Ti avevo comunque detto di starle lontano!» ripetè Can, andandogli incontro, tenendo il viso ad un palmo dal suo, inevitabilmente feci un passo avanti, tenendogli la mano, sperando che si calmasse e non facesse stupidaggini.

Sapevo che fosse un tipo imprevedibile.

Da lui, mi aspettavo di tutto purtroppo, soprattutto in circostanze del genere.

«E' la persona che ami...» mormorò suo padre, accennando un sorriso, «Esattamente!» concordò Can, annuendo, «E' la persona che amo! Nessuno, e ripeto, nessuno, deve osare metterla in difficoltà o turbarla! A tutto c'è un limite!» continuò, fissandolo duramente, suo padre annuì, restando in silenzio, «Mi dispiace ma devi accettare la mia decisione! Non voglio più avere nulla a che fare con te!» disse Can, infine.

E a quelle parole, il mio cuore si spezzò.

Per quanto forte volesse mostrarsi, sapevo che dentro stava soffrendo molto.

«Tornatene pure da dove sei venuto...» gli disse ancora, tornando indietro, mentre ancora però, teneva la sua mano sttetta alla mia, come se potesse dargli conforto, «Io parto questa sera, speravo solo di poter avere un ultimo chiarimento con te...» gli rispose il padre, seguendolo con lo sguardo.

Credevo fermamente che una cosa del genere non sarebbe mai accaduta. Can era sempre stato abbastanza chiaro, voleva lasciarsi il passato alle spalle, una volta per tutte.

Non voleva saperne più nulla di lui, lo aveva ferito abbastanza.

«Non capisci o fai finta?» gli chiese Can, aggrottando la fronte, voltandosi di nuovo, tornando con lo sguardo su di lui, «Io non voglio avere più nulla a che fare con te! Per me è finito tutto quella sera! Per me tu non sei niente! E non è di certo colpa mia se siamo arrivati a questo punto! Non sono stato io a portare scompiglio nella nostra famiglia! Devi prenderti le tue responsabilità! Sembro io il cattivo della situazione, ma non è così e tu lo sai! Sei stato tu a deludermi, tu hai scelto di tradirci, e per quanto io sembri duro con queste parole, credo di avere tutte le ragioni del mondo per parlarti così e non volerti più vedere!» continuò, con un tono duro.

Era davvero dura sentirlo parlare in quel modo.

E, per quanta ragione avesse, le sue parole mi ferirono molto.

𝐋𝐨𝐬𝐭 𝐨𝐧 𝐘𝐨𝐮 || Can YamanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora