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E non ho più alcun dubbio,
in quel sorriso c'è tutto il senso di quello
che stavo cercando.

𝑳o chalet al suo interno era a dir poco stupendo.

Gli interni erano anch'essi, rivestiti in legno, ed ogni cosa era stata curata in ogni minimo particolare.

La cucina era unico ambiente con il soggiorno, il quale aveva anche uno splendido camino, il bagno era decisamente più grande di quanto immaginassi, così come la camera da letto, situata al piano di sopra, con delle ampie vetrate, le quali, si affacciavano sul lago.

«Can...» lo richiamai, voltandomi verso di lui, «Non ho portato nulla con me...» gli dissi, fissandolo, lui mi sorrise subito, «Ci ho pensato io infatti!» mi rispose, prima di tornare alla macchina, lo seguì con lo sguardo e lo vidi prendere una valigia dal cofano.

Aveva pensato proprio a tutto.

Non potei non sorridere.

Stavolta sì che si stava facendo perdonare nel migliore dei modi.

«Ho preso io delle cose per te...» mi spiegò, una volta rientrato in casa, chiuse la porta col piede e poi mi si avvicinò, «Molto gentile da parte tua...» mormorai, lui sorrise e si chinò, lasciandomi un casto bacio sulle labbra, «Vuoi cambiarti? Io preparo il pranzo nel frattempo!» disse poi, avviandosi verso la cucina, «Si, metto qualcosa di comodo e ti raggiungo...» concordai.

Salì al piano di sopra, guardandomi perennemente intorno, scrutando l'ambiente in ogni dettaglio.

Ero come incantata, lo chalet era stupendo.

Aveva come un qualcosa di magico, era rustico ma accogliente al tempo stesso.

Con sorpresa scoprì che anche la camera da letto aveva un bagno incorporato, con una bellissima vasca in marmo.

Tornai in camera da letto e andai a guardare fuori dalla finestra, poi mi cambiai, indossando una semplice tuta.

Rimasi sulla soglia della porta, con un sorriso, non appena vidi Can davanti ai fornelli.

«Allora.... Cosa mi fai mangiare di buono?» gli chiesi, entrando nella stanza, lui alzò il viso e mi sorrise, «Il lahmacun» mi rispose, fiero, «Ok... E cosa sarebbe?» gli chiesi, andandogli incontro, lui mi sollevò dai fianchi e mi fece sedere sul bancone, con le gambe che penzolavano, «E' la tipica pizza turca» mi rispose, io annuì, «Mia mamma me la preparava sempre.... praticamente è il mio piatto preferito» aggiunse, sorrisi, «Scommetto che sarà buonissima...» affermai.

Ero felice di vederlo così spensierato e sereno, avrei voluto che fosse sempre così tra di noi.

Volevo una vita serena senza più litigi ed incomprensioni.

Solo noi e il nostro voler stare insieme, costruendo un futuro sereno, giorno dopo giorno.

Lui mi si avvicinò, e si infilò tra le mie gambe, «Voglio cominciare una nuova tradizione con te...» affermò, mentre mi cingeva il viso con le mani, «Continua...» lo incitai, facendolo sorridere, «Voglio venire qui ogni weekend, e sarà un modo per staccare la spina e stare da soli...» affermò, mentre mi spostava una ciocca di capelli dietro l'orecchio, quasi sorrisi.

Mentre il cuore batteva forte per la gioia.

«Ed io, continuerò a cucinare per te...» aggiunse, gli allacciai le braccia al collo e sorrisi, entusiasta, «Sembra fantastico...» mormorai, lui si chinò e mi baciò, mentre infilava una mano tra i miei capelli, spingendomi ulteriormente a lui.

Non volevo nient'altro che questo.

Una vita felice insieme a Can.

«Com'è andata alla Reading Deluxe?» mi chiese poi, ad un tratto, «In realtà è andata benissimo. Il posto è mio...» gli risposi, trattenendo un sorriso, «Dici sul serio?» mi chiese incredulo, annuì e mi morsi il labbro, «Cavolo... Sono così fiero di te amore mio...» affermò poggiando una mano sulla mia, il mio cuore sussultò a quelle parole e quasi mi vennero le lacrime agli occhi.

𝐋𝐨𝐬𝐭 𝐨𝐧 𝐘𝐨𝐮 || Can YamanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora