Capitolo 2

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Izuku dopo la figura spaventosamente indecente che aveva fatto davanti all'eroe esplosivo che tanto ammirava, aveva deciso di non vederlo più per non macchiare più l'aria che respirava con la sua presenza.

Aveva pianto tutto il pomeriggio dopo l'accaduto, pensando solo che aveva importunato il suo idolo obbligandolo a corrergli in soccorso, solo perché lui non era stato in grado di difendersi davanti ad un paio di bulletti.

La madre al suo rientro, pensava di trovarlo in salotto ad attenderla per raccontargli tutto quello che fosse successo, invece lo trovò a letto che piangeva ancora, inondando il cuscino di lacrime.

Il verdino passò il resto della sera tra le braccia della madre che gli accarezzava i capelli mentre gli diceva che sarebbe andato tutto bene, anche se neppure lei ne era veramente convinta.

Quando il mattino dopo arrivò, Izuku andò a scuola con un peso in meno sul petto avendo sfogato tutto quello che si portava nel petto.

Sperava che dopo la sfuriata da parte del pro-hero, i due bulli da quel giorno lo avrebbero lasciato in pace, anche se forse era una speranza vana.

Infatti, eccoli davanti al cancello della scuola con la solita aria strafottente in volto, come se gli avvenimenti del giorno prima non fossero mai accaduti.

Il verdino cercò di farsi piccolo piccolo, mentre passava loro accanto per non farsi vedere. Cosa che andò a buon fine per una volta e con un sorriso mesto si diresse verso la sua classe, ma una pesante mano si andò a schiantare sulla sua spalla fermando la sua avanzata.

«Oh, ma cosa abbiamo qui? Una merda che cammina?» domandò Tsukasa al suo compagno.

«A quanto pare la figura di merda che hai fatto ieri non ti è bastata.» rispose Kida troneggiando sopra il più piccolo che stava indietreggiando.

«Invece a quanto vedo, voi due non l'avete imparata.» disse una voce bassa e greve che fece voltare i due ragazzi che già tremavano riconoscendo da chi provenisse.

Izuku scappò via prima che l'eroe lo vedesse mentre posava le mani sulle spalle dei due ragazzi che avevano provato a filarsela.

«Ero proprio venuto qui a fare una segnalazione al vostro preside.» disse sospingendo in avanti i ragazzi che con le guance rosse per l'imbarazzo sfilavano davanti gli altri studenti a testa bassa, «Non mi aspettavo di certo di trovarvi di nuovo a comportarvi come due ragazzini che non capiscono la lezione al primo colpo.»

Camminarono per i corridoi della scuola sotto gli occhi attenti di tutti quanti, in molti bisbigliarono alla vista dei bulletti così sottomessi, ma la maggior parte dei bisbigli furono indirizzati all'eroe che in molti adoravano e che camminava gonfiando il petto orgoglioso di tale attenzione.

La presidenza venne trovata ben presto con grande rammarico dei due ragazzi che sperarono di scampare a tele supplizio magari fuggendo alla prima distrazione del maggiore.

Il preside aveva saputo della visita del pro-hero già il giorno prima, quando era stato contattato da lui per informarlo di quello che era capitato alla sua convention.

Aveva sperato che nella sua scuola il bullismo non fosse commesso, non gli piaceva dover chinare la testa per scusarsi di atti che non lo riguardavano, ma a quanto pare avrebbe dovuto farlo, per giunta davanti ad un personaggio di rilievo com'era per l'appunto Dynamight.

Katsuki entrò nell'ufficio trascinando dentro i due ragazzi che imprecarono sottovoce per i modi bruschi del maggiore.

Gli occhi del preside si spalancarono alla vista di uno dei ragazzi che entrò nel suo ufficio.

«Sono venuto a portarle i due responsabili.» disse il biondo accomodandosi nella sedia davanti al preside che chinò il capo, «E posso dire dal suo sguardo che uno dei due ragazzi alle mie spalle è una sua intima conoscenza, o mi sbaglio?» il sorriso furbo sulle sue labbra fece arrossire di vergogna il preside che non riuscì a reggere lo sguardo con l'eroe.

Gli occhi dell'uomo si sollevarono colpevoli per incrociarli con il figlio, sentendosi come se gli atti commessi dai ragazzi li avesse compiuti lui stesso.

Nel frattempo Izuku era entrato in classe, salvato di nuovo dal biondo che tanto idolatrava.

"Arriva sempre nel momento del bisogno, come un principe azzurro. Mi chiedo se oltre alle esplosioni abbia un qualche allarme nel cervello che gli dica dove andare per salvare poveri sfigati che non sanno difendersi?" si chiese ridacchiando mentre tirava fuori dallo zaino i quaderni per la lezione imminente.

Il tempo passava e il verdino lo passò fantasticando di trovare l'eroe per i corridoi, magari lo avrebbe riconosciuto e avrebbero instaurato una conversazione che li avrebbe portati poi...

Le fantasie vennero interrotte dal bussare alla porta da parte di qualcuno.

Il professore spazientito di essere interrotto nel bel mezzo della lezione, rimase sconvolto di trovarsi davanti l'hero.

«Izuku Midorya sei richiesto.» disse il professore facendo partire una serie di bisbigli che fecero arrossire il più piccolo che tremante si alzò per uscire dalla classe, intimorito da chi avesse mai potuto chiamarlo.

Izuku si chiuse la porta alle spalle tenendo lo sguardo basso.

«Izuku? Credo che questo sia tuo.» disse l'inconfondibile voce dell'eroe.

Il verdino sollevò il capo incrociando i suoi occhi verdi con quelli rossi del maggiore.

Menta e peperoncinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora