Capitolo 36

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«Avrei dovuto farli incontrare quando me lo aveva chiesto.» singhiozzava Inko sulla spalla dell'amica che le aveva comunicato la notizia del rapimento del suo Izuku, «Se avessi acconsentito a farli incontrare non me lo avrebbe portato via.»

«Non ti devi preoccupare Inko-chan. Vedrai che Katsuki riuscirà a portartelo a casa sano e salvo. Non temere.» le rispose Mitsuki accarezzandole i capelli, «Inoltre chi ti avrebbe assicurato che non te lo avrebbe portato via comunque una volta incontrato?» la redarguì lei sollevandole il volto per asciugarle le lacrime con un fazzoletto.

«Ma...ma...cosa posso fare io? Se dovesse succedere qualcosa anche a lui...io...io non so se riuscirei ad andare avanti...» sussurrò con voce così bassa che a malapena l'altra la sentì.

«Ti prometto che Katsuki te lo riporterà a casa. Credimi.» promise la bionda stringendo di nuovo l'amico a sé.

Izuku seguì il villain all'interno dell'edificio fatiscente, ma che all'interno di rivelò curato e ben arredato.

Nel corridoio anche se poco illuminato, si riusciva a scorgere un tappeto finemente lavorato e vari tavolini da muro.

Infondo ad esse vi era una luce che accecò momentaneamente il verdino, ma quando riuscì a mettere di nuovo a fuoco, vide un bar.

Per un attimo credette di aver visto male, ma i divanetti in pelle bordeaux, i bassi tavolini in un legno nero lucidissimo, davano l'idea di un bar in cui si possono trovare le compagnie losche con cui fare affari.

Bancone già lucido, stava venendo strofinato con cura da un uomo che al più piccolo ricordava una nuvola che ad un umano in sé, mentre davanti a lui due persone bevevano svogliatamente da dei bicchieri così splendenti da sembrare di cristallo.

«Bentornato master.» disse la nuvola quando scorse il villain farsi avanti, «Avete finalmente ritrovato vostro figlio. Ne sono lieto.» continuò uscendo da dietro il bancone e facendo un profondo inchino al maggiore e di conseguenza al verdino che si nascondeva dietro di lui inconsciamente.

«Il figliol prodigo.» bisbigliò uno dei due seduti negli alti sgabelli, trangugiando voracemente il resto del suo bicchiere.

«Tomura.» lo richiamò All For One con voce seria. «Ne abbiamo già parlato, non farmi ripetere.» lo ammonì con una voce talmente tanto seria e intrisa di potere che Izuku fu tentato di scappare via.

«Come volete master.» e nel dirlo si alzò dallo sgabello per fare un profondo inchino prima di sparire dietro la porta che era dalla parte opposta a dove si trovava il minore.

La tentazione di scappare si faceva sempre maggiore, ma un'occhiata del villain (Se si poteva chiamare occhiata, visto che non si vedeva il volto dietro la maschera.) lo fece desistere. Sentiva che se anche ci avesse provato, lo sarebbe di nuovo andato a riprendere e questa volta non lo avrebbe preso con le buone.

«Ciao Izuku-chan, io mi chiamo Toga, Toga Himiko, sono felice finalmente di conoscerti.» urlò una ragazza della stessa età di Izuku saltellando intorno a lui e al villain come se niente fosse, «Ti va se siamo amici?»

«Vieni Izuku che ti mostro dove starai fino a quando rimarremo qui.» disse All For One avviandosi in mezzo alla stanza per poi attraversare la stessa porta che Tomura poco prima aveva varcato per allontanarsi da lui.

Sentiva le lacrime che si stavano affollando agli angoli degli occhi, quindi decise di seguire quello che doveva essere suo padre, solo con lo scopo di non far vedere a tutti che si stava per mettere a piangere.

La stanza in cui lo condusse era molto semplice con un piccolo letto nell'angolo opposto ad una piccola finestra con le sbarre di metallo. Alcuni libri erano adagiato su un comodino dove l'unico ornamento era una lampada. Il colore predominante era il bianco, il che dava al verdino una strana sensazione di pulito e ordine.

«Ti chiamo per la cena.» e detto questo il villain si richiuse la porta alle spalle lasciando Izuku finalmente solo e con la possibilità di poter piangere tutte le sue lacrime.

Menta e peperoncinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora