Capitolo 9

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I giorni passavano placidamente e Izuku aveva preso l'abitudine di scrivere quasi ogni giorno al pro-hero che rispondeva sempre ad una velocità assurda ai suoi messaggi, come se avesse sempre il cellulare in mano, pronto per lui.

Dopo che il preside era stato sostituito e i bulli espulsi dalla scuola, le giornate degli alunni della scuola superiore Hashimoto passavano il loro tempo con più serenità, soprattutto il verdino che era riuscito anche a parlare con qualche compagno di classe, ora che non c'era più il timore che qualcun altro venisse preso di mira da loro.

E in un pomeriggio in cui Izuku si era attardato nel giardino della scuola per parlare con un compagno di classe, Katsuki si presentò davanti al cancello della scuola richiamando su di sé bisbigli e occhiate che gli fecero gonfiare il petto per l'orgoglio.

Il biondo che ormai era stanco di aspettare, anche se in realtà erano passati solo due minuti dalla fine delle lezioni, si avviò verso il cortile dove gli alunni si erano fermati per le ultime chiacchiere.

I bisbigli lo seguirono attirando lo sguardo di tutti i presenti, compreso quello del verdino che rimase basito alla vista del biondo che gli andava in contro con un sorriso strafottente sul volto e con un passo pesante che avrebbe potuto smuovere una montagna.

«Izuku usciamo?» domandò il pro-hero, ma più che una richiesta, parve un'ordine.

«Ciao Katsuki, ma dove vuoi andare?» chiese Izuku dopo aver salutato gli altri con la mano per poi seguire il maggiore che si era già avviato al cancello.

Quando il più piccolo gli fu abbastanza vicino, allungò la mano per afferrargliela e intrecciare le dita con le sue.

Parole sussurrate con maggiore forza arrivarono alle orecchie del verdino che prese ad arrossire subito.

«Katsuki, ci stanno fissando tutti.» si lamentò Izuku guardando gli altri nel panico.

Il biondo in risposta alle sue lamentele gli lasciò la mano, facendo rilassare il minore, ma subito dopo lo afferrò per la vita e avvicinandoselo talmente tanto addosso che i loro petti si scontrarono.

«A me piace che ci vedano così, perché in questo modo capiranno che non ci devono provare con te.» rispose il maggiore prendendogli il mento con la mano libera e alzandogli il volto in modo che i loro sguardi s'incrociassero.

«Katsuki?» provò a protestare il verdino.

«Sì Izuku?» il biondo si stava avvicinando sempre di più.

Izuku serrò gli occhi in attesa di quel contatto che dopo l'ultimo appuntamento aveva così spesso sognato.

Stava anche protendendo le labbra in un chiaro segnale che in effetti fosse pronto per essere baciato.

Ma quando il bacio non arrivò, il verdino aprì un occhio per vedere cosa stesse facendo il biondo e perché non si decidesse a fare quell'ultimo passo.

Se lo trovò a qualche centimetro dal volto che lo guardava con un sorriso strafottente che gli fece colorare le guance di un rosso talmente vivido da sembrare quasi livido.

«Sei carino con le labbra pronte per essere baciate da me.» sussurrò Katsuki lasciandogli il mento per andare a sfiorargli le labbra con le dita, «Ma quando ti darò il nostro primo bacio, lo farò di sicuro da occhi indiscreti.» e nel dirlo indicò i ragazzi intorno a loro che stavano tirando fuori i cellulari per filmare la scena.

Izuku, ripresosi dall'imbarazzo per il bacio non pervenuto, posò le mani sul petto del maggiore per allontanarlo da sé e ignorando le sue risatine mal trattenute, s'incamminò verso casa.

«Izuku dai, aspettami.» urlò a mezza voce il biondo rincorrendo il più piccolo, che non provò neanche a correre lontano da lui, ormai aveva capito che non aveva scampo da quella sorta di dio sceso in terra.

«Sei cattivo con me.» disse il verdino quando si furono allontanati dalla scuola.

«A dire il vero ti tratto in modo molto migliore rispetto a tutte le comparse che mi stanno sempre attaccate al culo.» rispose il biondo ricercando di nuovo la mano del più piccolo, che questa volta gliela concesse senza tante storie.

«Allora perché sei così "gentile" con me?» chiese Izuku alzando le mani e facendo il segno delle virgolette nonostante la mano del pro-hero ancora allacciata alla sua.

«Per questa domanda non ho una risposta. La cercheremo insieme.» e nel dirlo si avvicinò di nuovo il verdino a sé per lasciargli un bacio sulla guancia, «Ma credo che dipenda anche dal fatto che mi piacciono le tue espressioni così singolari.»

Izuku arrossì fino alla punta delle orecchie e si scostò dal maggiore per quanto le mani intrecciate glielo permettessero.

"Altro che sogni strani, qui mi faccio delle strane illusioni." pensò il verdino sentendo il cuore accelerare per poi saltare qualche battito alle parole di Katsuki.

Menta e peperoncinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora