Ho passato tutta la lezione ha fissare il vuoto, la tentazione di alzarmi a fumare una sigaretta è tanta ma devo aspettare il cambio dell'ora. La testa mi scoppia, non riesco a concentrarmi completamente. La matita che ho in mano batte ritmicamente sul banco. Appoggio la fronte sulla mano cercando di rilassarmi e riposare. <<Signorina Wilson>>la voce del professore mi fa borbottare infastidita. Gli concedo la mia attenzione controvoglia. Si ferma a poca distanza dal mio banco, e noto solo adesso che molti di loro stanno uscendo per cambiare aula o per chi ha più tempo, una breve sosta al bar. Chloè è rimasta seduta affianco a me, senza dire una parola. È molto timida e onestamente dopo l' episodio nel corridoio è normale questo silenzio da parte sua. Molto probabilmente vorrebbe solo tornare a casa e dimenticare tutto l'accaduto. Non gli ho fatto domande personali, sarebbe stato stupido da parte mia metterla a disagio e di sicuro non è questo il mio obbiettivo. Rimaniamo tutti e tre soli e in silenzio fin quando non rompo io il ghiaccio, <<Chloè devo un attimo parlare con il professore, fuori all'aula ci sono sicuramente i miei due migliori amici, se vuoi un po' di compagnia poi stare con loro, digli che mi conosci e che vi raggiungo dopo>>sorrido cercando di rassicurarla il più possibile, lei titubante si alza lasciandoci soli. <<se ti va puoi parlarne come me lo sai vero>>cauto si avvicina sedendosi. Il professore Johnson è una delle persone più empatiche che io abbia mai conosciuto in tutta la mia vita. È alto, fisico abbastanza asciutto, capelli sale e pepe lunghi abbastanza per portarli indietro con le mani. Molte rughe sono presenti sul viso, il naso un po' grande e dritto non stona affatto con tutto il resto, il sorriso contagioso che mostra in continuazione come una specie di armatura capace di sconfiggere chiunque. E infine i suoi occhi ghiaccio, brillanti, di un colore mai visto in tutta la mia vita. Quando da bambina l'ho conosciuto mi facevano un po' paura, sembravano finti, poi con il passare del tempo ho capito che dietro a quei occhi ci nascondeva un mondo tutto suo. I suoi occhi brillavano ogni volta che parlava della moglie o della filosofia, lo trovavo terribilmente dolce in ogni gesto, in ogni movimento. Un eleganza senza limite, sapeva rispettare gli spazi altri senza opporsi troppo, senza essere fastidioso. Tutti qui all'università provano una forte stima nei suoi confronti. È un uomo di altri tempi, e cosa molto importante, prima di eseguire il ruolo di insegnante, aiuta chiunque ne abbia il bisogno. Lo conosco da quando ne ho memoria, caro amico di famiglia,sa come penso, come agisco, per me é uno zio acquisito.
Non parlo, non c è bisogno, sa come sono fatta, sa quello cosa ho passato. <<sai cosa è successo stamattina, perché non puoi andare dritto al sodo e dire cosa pensi veramente? >>domando inclinando la testa. <<io però ti ho detto un'altra cosa, e a proposito di stamattina, che rimanga tra di noi ovviamente, per me hai fatto benissimo ha difendere la ragazza nuova, magari potevi utilizzare dei modi un po più delicati>>alza le spalle sorridendo come un papà quando deve per forza rimproverare la figlia ma lo fa nei migliore dei modi, sfoggiando però un sorriso soddisfatto <<ma al diavolo i modi e tutte quelle cazzate li, e il finto buonismo chi vogliamo prendere in giro sei stata grande cazzo>>si alza di scatto, afferra il mio braccio sinistro e mi stringe in un abbraccio. Ridacchio per modo di parlare così giovanile nonostante i cinquant'anni passati, portati anche molto bene devo dire, il suo buon profumo di colonia mi invade le narici. <<qualunque cosa ti passi per la testa e vuoi qualcuno con cui parlare sono qui, e poi potresti passare anche a trovare Elizabeth, domanda sempre di te>>molla la presa sorridendo dolcemente. <<sei sleale così, sai che non posso dirvi di no>>replico imbronciata <<vai dai tuoi amici va, e vedi di fare la brava mi raccomando>>replica a sua volta mentre percorriamo il corridoio fino al grande cortile dove le nostre strade si separano. Arrivata al bar analizzo tutti i tavoli. Camerieri che prendono ordinazioni, persone ovunque che corrono da tutte le parti, chi per la prossima lezione, chi per l'esame finale sente l'ansia e la paura di sbagliare cerca di ripetere il più possibile prima del fatidico momento. Trovo finalmente i miei migliori amici. Un sorriso spontaneo nasce sul mio viso quando li vedo litigare,sicuramente per qualche stupidaggine come solito fare. Scuto la testa, perché sono dei irrefrenabili bambini, ma gli voglio un bene dell'anima, sono gli opposti solo fisicamente, tipo kevin ha i capelli castani e occhi azzurri, mentre James capelli color grano e occhi verdi, per il resto però sono identici. Hanno la classica corporatura di chi pratica pugilato, infatti solo a guardarli mettono timore.Quando arrivo da loro e si accorgono della mia presenza Kevin mi sovrasta con la sua altezza facendomi sentire una bambina. Le sue grandi mani afferrano il mio viso analizzando ogni particolare quando è sicuro di non aver trovato nulla fuori posto mi stringe a se accarezzandomi i capelli. <<stai bene piccola?>>sussurra lasciando un bacio sulla fronte, spostando delle ciocche ribelli le quali mi vanno sul viso. Annuisco sorridendogli,fissa le mie nocche rosse e sta per replicare ma James non glielo permette, lo spinge malamente da me abbracciandomi a sua volta strappandomi una risata divertita <<sta zitto Kevin, ha saputo reagire e questo è l' importante, chiudi quella cazzo di bocca adesso>>si sfidano guardandosi e per un attimo sono convinta di vedere delle scintille volare <<smettetela di litigare sto bene>>mi siedo affianco a Chloè la quale tutto il tempo ci ha guardato sorridendo. Prendo il pacchetto di sigarette e me ne accendo una sotto lo sguardo di disappunto dei due ragazzi. <<stasera usciamo>>Kevin mi guarda per farmi capire di non avere scelta. Ma per una volta me lo faccio andar bene, voglio liberare la mente e sicuramente uscire mi farà bene. Non posso piangermi addosso per ogni cosa, devo convivere con il passato, il tempo non guarirà proprio nulla, devo essere io a cambiare, ci saranno sempre alti e bassi nella vita, ma di certo non posso deprimermi. Devo reagire come ho sempre fatto, non ho scelta. James chiacchera con Chloè, quest'ultima arrossisce di tanto in tanto e quasi non ha il coraggio di guardarlo in faccia. Ad un certo punto si scambiano il numero di telefono e lui gli propone di uscire con noi stasera,all'inizio è un po titubante ma alla fine accetta volentieri.
Parliamo del più e del meno, fin quando non è l'ora di tornare a casa per pranzo. Saluto tutti e vado via per prima. Sfreccio sulla moto a tutta velocità e appena tornata a casa corro nella mia stanza per disinfettare le ferite alle mani le quali solo adesso fanno male da morire fatto ciò,mi faccio un altra doccia veloce,levo via il poco trucco rimasto. Infilo l' intimo pulito e una felpa nera rubata dall armadio di Kevin poche settimane fa,buttandomi sul letto bramando di riposarmi un po...Come vi sembra questo capitolo? Fatemi sapere cosa ne pensate dei nuovi protagonisti...🦋
STAI LEGGENDO
La mia ultima speranza
RomanceLa perfezione non esiste. Questo si ripeteva ogni singolo giorno. Ma la voce cattiva che ormai viveva nella sua mente non gli dava pace. Finiva per farsi del male con ogni tipo di dipendenza possibile. Si ritrovava a bere e a fumare con la speranza...