Capitolo 22

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Amare e innamorarsi sono due cose diverse. Ti potevi innamorare, di una spiaggia,di un paesaggio, di un oggetto. Innamorarsi non è una cosa duratura, specialmente se quest' ultima poi non diventava qualcos altro. Amare invece era una cosa seria. Significava sacrificarsi per quella persona, fare di tutto per vedere un sorriso spuntare sul suo viso. Per amare bisogna essere coraggiosi, non poi nasconderti dientro a niente, e bisogna avere una forza incredibile per amare. Perché non sempre è un sentimento ricambiato. Ma a volte va bene così. Amare non significa costringere quella persa a restare con te, perché se ci tieni veramente la lasci andare. Sono consapevole che questa frase l avete sentita ovunque e può sembrare banale, ma è la semplice e pura verità. So che è crudele da parte mia dire questo, ma preferisco una verità dura e cruda, invece di una bugia nascosta. Non credevo ancora di amarlo, ma non ne ero innamorata, era un qualcosa in più che non sapevo spiegare. Lo cercavo in mezzo alla gente, desideravo il suo tocco, il suo sguardo e le sue labbra su di me. Mi ispirava un senso di protezione, fiducia mai sentita in vita mia. Non riuscivo a starne senza. Sembrava la mia linfa vitale. Senza di lui mi sentivo disorientata, persa, senza uno scopo. E ogni volta che mi allontanavo per paura,lui ritornava a prendermi. Quando si ingelosiva così tanto da perdere il controllo ed io continuavo a stucchicarlo, consapevole che prima o poi avrebbe reagito e mi sarei trovata con il fondoschiena rosso per colpa delle sue manate. Non riuscivo a smettere di pensare a lui in ogni momento della giornata. Sentivo però la sensazione che prima o poi tutto non sarebbe durato abbastanza. Ero sicura che prossimamente la felicità mi sarebbe stata strappata dalle mani. Scuto la testa per cercare di smettere di pensare. Non voglio rovinarmi l' umore e soprattutto sento l'ansia dietro l' angolo. Cosa non molto positiva per me. So che prima o poi vi verrà un attacco di panico. Non voglio essere pessimista ma ormai conosco le mie abitudini e la mia mente. Mi isolo quando sto male, quando tutto diventa di troppo e non riesci più a respirare. Raggiungo la mia famiglia sendendomi a tavola in silenzio. Sposto il cibo annoiata immersa nei miei pensieri. Il mio cervello riesce lo stesso ad assimilare i loro complimenti rivolti a mio fratello e a mia sorella.<<Sophie tu invece non hai niente da raccontarci?>>mia mamma mi richiama all' attenzione quasi con dolcezza che non verrà mai ricambiata. Ribatto un no secco per metterli a tacere e non mi interessa se per loro sono cattiva o scorbutica. <<non puoi risponderci in questo modo solo perché provi del rancore nei nostri confronti, abbiamo cercato di starti vicino e rimediare ma tu continui a respingerci>>la voce di mio padre mi arriva quasi come se fosse lontana. Non parlo più, non mi va di rispondere sono stanca di tutto e tutti. Non ho più la forza di reagire. Non voglio ricuperare proprio niente. Ormai la loro bambina è morta troppi anni fa. <<non puoi ignorarci per sempre e questo tu lo sai>>riprendono a parlare, mi mostro insensibile per farli smettere di parlare. <<dovresti farti visitare da un buon dottore>>non riesco a capire a chi appartenga. Il respiro si blocca e come un leone inferocito alzo la testa dal piatto. <<cosa avete detto?>>ringhio fulmimandoli entrambi. Si lanciano un occhiata tra di loro come a capire dell'errore commesso. Respiro con difficoltà. Sento il sangue arrivarmi alla testa, le pulsazioni mi fanno un male incredibile. Non riesco più a respirare, voglio andare via da qui. <<cosa avete detto?>>la mia stessa voce mi sembra irriconoscibile.<<è tutto inutile, non tornerò più come prima. Ormai la vostra bambina è morta tanti anni fa. Non sono più la stessa e non lo volete accettare>> Nessuno ha il coraggio di ribattete, mi alzo di stacco salendo in camere. Non sto scappando, anche se da fuori può sembrare così. Non mi va che Jason e Gracie vedano questa sceneggiata ripetuta ormai troppe volte. Salgo le scale velocemente. Non riesco a connettere, mi sento stordita, disorientata. Riesco a malapena ad arrivare in camera mia. Singhiozzo con vigore. Mi siedo sul pavimento abbracciandomi. Il mostro nella mia testa riprendere a parlare nonostante io faccia di tutto per respingerlo. La sua voce mi riempie la mente, mi fa sentire inutile. Da addirittura ragione ai miei genitori, a tutte le persone che si sono allontanate e mi hanno pugnalato alle spalle. Trattengo l impulso di farmi del male. Di mordermi, graffiarmi la pelle fino a lasciare delle cicatrici, di stracciarmi i capelli da nervoso, di scaraventare ogni cosa che mi ritrovo davanti. Trovo la forza di prendere il telefono da sopra al letto. Mi sistemo in una posizione fetale abbracciando il cuscino. Digito il suo numero   chiamandolo subito. Ogni squillo mi manca il respiro. <<hei tesoro>>la sua voce allegra mi rigenera. <<Alex>>balbetto singhiozzando. <<Sophie tutto bene? È successo qualcosa?>>mi riempie di domande e sento in sottofondo dei rumori come se stesse mettendo a soqquadro la stanza dalla fretta. <<non sto bene, puoi aiutarmi per favore>>le lacrime prendono a scendere senza il mio permesso. Singhiozzo talmente tanto che sento il cuore stringere ogni volta. <<va tutto bene ci sono io. Mi hai capito Sophie. Respira, e cerca di seguire solo la mia voce.>>il suo tono dolce e premuroso mi fa sentire a casa. <<non ci riesco>>borbotto ormai stanca. <<invece si che ci riesci, puoi fare tutto quello che vuoi perché sei forte e testarda>>piango ancora più forte a queste parole. Non voglio deluderlo ma non ci riesco. <<vieni a prendermi Alex ho bisogno di te>>sussurro piangucolando. <<c'è la fai a scendere, sono giù da te.>>mi alzo di stacco sentendo la testa girare dall gesto troppo avventato. <<ti sto aspettato tesoro scendi giù>>senza staccare la chiamata corro per le scale ingnorando le grida dei miei genitori. Esco in giardino e appena mi vede con con grandi passi mi è vicino. Mi lancio su di lui abbracciandolo e lui subito mi stringe a sé. Riprendo a piangere e a singhiozzare ripetutamente. Quando succede non riesco più a fermarmi. È più forte di me, quando mi vengono questi attacchi di panico così forti, nessuno riusciva a fermarli neanche Kevin e James i quali sono gli unici a esserne a conoscenza. <<sfogati nanà>>sussurra dolcemente accarezzandomi. Gli stringo ancora di più le braccia al suo collo sentendo ormai la stanchezza travolgermi. <<bravissima tesoro,respira e rilassati>>va verso la macchina facendomi entrare sta per allontanarsi ma gli blocco il braccio. <<non ti lascio, faccio il giro della macchina e sono di nuovo da te va bene>>sussurra baciandomi sul naso e quel piccolo contatto così dolce e premuroso sorrido lievemente annuendo. Mi affianca subito dandomi un'ultima occhiata. Parte subito e ogni tanto mi guarda per accettarsi che stia bene. In poco siamo di nuovo a casa sua. Parcheggia l'auto in garage e da sola cerco di alzarmi ma prontamente lui mi prende a mo di sposa e riprende a camminare fino in camere da letto. È tutto come l'ultima volta che sono venuta, non è cambiato assolutamente niente. L'ordine maniacale, la grande vetrata la quale mette in risalto il panorama,il grande letto matrimoniale ricoperto dalle lenzuola bianche che odorano di pulito. Il suo odore così forte,così buono mi rilassa. Mi spoglia e con delicatezza mi fa indossare una sua felpa. L'unica volta che mi ha lasciato muovermi è stata quando sono andata in bagno per lavarmi i denti con il mio spazzolino rosa. Quando finalmente siamo entrambi pronti ci stendiamo sul letto. Mi faccio piccola piccola e lui mi stringe sussurrando parole dolci. Quasi come una sinfonia. Continua a vezzeggiarmi fin quando la stanchezza non si unisce al sonno e mi addormento stretta a lui. Ed è solo in questi momenti che sto veramente bene. Non mi ha fatto domande rispettando il mio silenzio nonostante sia curioso da morire. Mi ha rassicurato come fa sempre. Ho pianto come non ho mai fatto in tutti questi anni. E appena l ho chiamato per sentire la sua voce e per stare meglio,non ho neanche avuto bisogno di parlare ed è subito corso da me. Ed è bastato solo un abbraccio, delle parole sussurrate, e un paio di carezze per stare meglio, per riprendere a respirare e per zittire la voce cattiva la quale contro di lui ha paura di opporsi. E da un lato mi va bene così, ma allo stesso tempo ne sono terrorizzata. Questo noi non esisterà mai. Si stancherà di me facilmente e si renderà conto che li fuori ci sono di sicuro donne migliori di me. E mi fa male pensare tutto questo. Pensare che prima o poi le nostre strade si divideranno mi rende triste. Ma adesso voglio pensare solo al presente e vivermi ogni piccolo istante con lui.

Mi dispiace non aver aggiornato prima, ma non sono stata bene. Non mi andava di scrivere stronzate oppure cose mediocri. Voglio dare il meglio per questa storia perché mi tengo centrate tanto. Ogni tanto però vengono questi periodi un po' no diciamo così. E faccio di tutto per migliorare e non farmi prendere dal panico. Comunque cosa che pensate? Personalmente vorrei tanto una persona che si prendesse cura di me così ma dettagli. Fatemi sapere tutto nei commenti e se vi va lasciate una stellina. Buonanotte. Baci e al più presto💜🥰

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