Delle mani mi accarezzano. Con così tanto amore che non voglio svegliarmi. Anzi cerco di andargli incontro. Apro gli occhi lentamente quando non le sento più. <<perché ti sei fermato?>>gli prendo la mano e lo invoglio a continuare e così fa, senza smettere di ridacchiare. Ormai è sera, e la mia famiglia non tornerà prima di domani mattina. Sono partiti di nuovo, ed avevo bisogno dei miei spazi, così sono rimasta a casa. Avevo avuto una ricaduta, così la chiamata il psicologo o come preferivo io lo strizzacervelli. Sapevo già come comportarmi, e non sapevo mai se era una cosa positiva o no. <<da quanto non dormi?>>faccio per alzarmi e prendere le sigarette ma, le sue braccia mi bloccano i movimenti. Chiudo gli occhi, consapevole che se mi guarda non posso nascondere la verità. Gli incubi sono ritornati da quando non dormo con lui, e anche gli attacchi di panico. Non volevo che se ne facesse una colpa, perché sapevo come ragionava, e prima si sarebbe arrabbiato con me e poi con sé stesso, e non era giusto. <<hai mangiato a pranzo, e non mentire Sophie>>replica baciandomi le palpebre. <<ho avuto una ricaduta>>non sento più il calore del suo corpo, e capisco che ha preso le distanze. <<alzati, devi mangiare qualcosa>>sto per dire qualcosa ma prontamente mi zittisce con solo un occhiataccia <<va bene, non c'è bisogno di essere così aggressivi>> mi alzo coprendo il mio corpo con le lenzuola bianche. Mi tira finché non arriviamo in bagno. <<non se ne parla, se facciamo la doccia insieme perdiamo tempo e lo sai>>sorride raggiante e senza alcun pudore si toglie i boxer restando però al suo posto, mantenendo una postura fiera,arrossisco coprendomi il viso con le mani. Toglie l'unica cosa che mi copre e mi tira nella doccia. Ormai è un abitudine, quando stiamo insieme vuole farla sempre insieme, e mi sta bene come scelta. Gli presto il cambio per la notte e per me una felpa molto lunga e larga, e visto che non metto le pantofole prendo un paio di calzini imbottiti. Scendiamo giù, sbuffo quando lo vedo rovistare nei mobili e nel frigo in cerca di qualcosa di commestibile. <<non ho fame è inutile che cucini per me>>sussurro muovendo le gambe per il nervosismo. Non mi calcola minimamente, ma inzia a selezionare tutti gli ingredienti che gli servono. Hamburger, insalata, pomodori, patatine fritte già surgelate, panini, e infine maionese e ketchup.<<mia nonna diceva sempre che la fame veniva mangiando>>si gira solo un momento, e subito ritorna a tagliare le verdure con estrema maestria. <<come sta andando con gli esami>> domanda per distrarmi dai miei pensieri. <<abbastanza bene, sono a buon punto.>>nel mentre cucina mi racconta tutto ciò che ha fatto in questi giorni in ufficio. <<la tua famiglia non c'è?>>domanda incuriosito, visto l orario. <<sono partiti, per la Svezia abbiamo dei parenti li>>replico e subito annuisce senza continuare con le domande.
Ma proprio quando stava impiattando l'ansia ha cominciato a farsi sentire. <<il ketchup e i pomodori non mi piacciono>>annuisce portando poi i piatti a tavola. Sospiro per trovare il coraggio, sono spaventata, non mangio un panino del genere da un sacco di tempo. Non ricordo neanche quando è stata l'ultima volta. <<Nanà va tutto bene>>sussurra rassicurante per incoragggiarmi a dare il primo morso. Dopo non so quando tempo, che sembra infinito lo assaggio. Gli occhi gli si illuminano di orgoglio, e sono sicura che se qualcuno potesse vedere la scena come spettatore potrebbe commuoversi o pensare che siamo due stupidi. Mangiamo tranquillamente, senza alcuna fretta, ogni tanto noto che mi rivolge delle occhiate fugaci per controllare, ma subito ritorna a parlare come se quel piccolo dettaglio lo stesse inventando il mio cervello. <<mentre stavi dormendo ho preparato la torta al cioccolato, ne vuoi un pezzo>>va un attimo in cucina come se niente fosse, come se questa fosse casa sua e la cosa non mi dispiace affatto anzi. Mi piace passare il tempo con lui, mi sento protetta, al posto giusto nel momento giusto. Non mi giudica, non mi fa domande scomode, è così dolce e premuroso nei miei confronti,da farmi domandere ogni volta se mi merito tutto questo. Ritorna al suo posto con il vassoio in mano poggiandolo sulla tavola, batte la mano sinistra sulle sue ginocchia, subito lo raggiungo sedendomi sulle sue gambe. Ne taglia un pezzo abbastanza grande e lo appoggia su un piattino da dolce, con la forchetta,ne prende un pezzettino e me lo avvicina alle labbra. Nego con la testa, corruga la fronte arricciando le labbra. <<dai nanà un pezzettino tu e uno io promesso, ma non farmi mangiare da solo>>l espressione facciale cambia, e i suoi occhi diventano simili ad un cucciolo che ha bisogno di coccole. Alzo gli occhi al cielo per nascondere il mio divertimento. Apro la bocca e come una bambina mi imbocca, continua così fin quando non abbiamo finito. Finiamo sul divano, mi stendo e lui subito mi raggiunge mettendo la testa sul mio addome e abbracciandomi. Gli accarezzo i capelli, e mi perdo ad osservare la neve che cade fuori in giardino.
Natale ormai era quasi vicino. L armonia del feste si faceva sentire già da inizio dicembre. Il tempo cambiava, l'aria prendeva l'odore dei pini e dei biscotti sfornati, e in ogni angolo di strada si potevano acquistare decorazioni nuove per iniziare una gara tra le varie case addobbate, e decidere poi quale fosse la più bella. In ogni famiglia c'erano delle tradizioni, e si passava il tempo insieme ridendo e scherzando, guardando un film, ascoltando i nonni che raccontavano storie ormai troppo vecchie e genitori i quali ti facevano ricordare tutte le brutte figure fatte in passato. Alexander mi aveva proposto di passare il natale insieme e unire le nostre famiglie così si potevano conoscere. In realtà non me l' aveva proprio proposto, era riuscito a corrompermi con un cornetto al pistacchio,ed ero così assonata in quel momento che non avevo realmente valutato la situazione, o almeno credevo che avrebbe rinunciato a questa pazzia. Non avevo avuto il coraggio di aprire una discussione al riguardo. Perché se iniziavo a parlare poi non mi rendevo conto dove le mie parole arrivavano. Mi era stato offerto uno stage insieme ad altri studenti di scuole differenti. Non avevo né rifiutato né deciso su cosa fare. Dovevo parlargliene, perché sapevo che prima o poi il momento sarebbe arrivato e si sarebbe incazzato con me per non averglielo detto prima. Ma non ci riuscivo. Ci avevo provato in ogni occasione,ma ogni volta rimandavo.Ogni volta che stavo per aprire il discorso, mi guardava con quegli occhi, il sorriso che tanto adoravo baciargli e mi perdevo. Come potevo spiegargli che dovevo partire per Texas. Con quel coraggio avrei aperto il discorso, il solo pensiero che mentre gli spiegavo la situazione avrebbe cambiato il suo modo di vedermi mi faceva stare male. Lui è l unico, non ci sarebbe stato nessuno dopo di lui. Non l' avrei permesso. Lui mi sapeva di libertà, di speranza e felicità. Lui era l' uomo della mia vita, non avrei permesso a nessuno di fargli del male. Non ne ero sicura, ma credo di amarlo. Non so cosa significhi veramente, ma se ciò comprendere fare di tutto per quella persona, e cercare di migliorare per stare bene insieme allora la conclusione la sapevo già. Amavo di lui ogni piccolo gesto, quando mi sfiorava, facevamo l' amore, quando all' inizio mi mandava le rose e ogni giorno si accumulavano sempre di più. Quando la notte restavo a dormire con lui, gli incubi non tornavamo a tormentarmi, e il mattino dopo quando mi svegliavo mi faceva trovare sempre i cornetti al pistacchio i quali erano l' unica cosa che riuscivo a mangiare senza avere sensi di colpa. Si prendeva cura di me come se fossi la cosa più importante per lui, e al solo pensiero, i miei occhi si riempivano di lacrime. Continuo ad accarezzarlo nonostante stia dormendo. Abbasso lo sguardo sorridendo consapevole di dover apprezzare tutti questi piccoli attimi, non sapendo purtroppo quando ricapiterà un apportunità del genere.Cosa ne pensate? Come la prendere alexander per la decisione che sta per prendere Sophie? Forse succederà qualcosa che li metterà alla prova, chi sà, se prenderanno le distanze oppure resteranno insieme e diventeranno più uniti di prima.
Come sempre fatemi sapere se vi piace questo capitolo con un commento o una stellina.
Baci e al più presto.🦋🥰
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La mia ultima speranza
RomanceLa perfezione non esiste. Questo si ripeteva ogni singolo giorno. Ma la voce cattiva che ormai viveva nella sua mente non gli dava pace. Finiva per farsi del male con ogni tipo di dipendenza possibile. Si ritrovava a bere e a fumare con la speranza...