Alexander
Prende le distanze asciugando le mie lacrime. <<sono lacrime di felicità vero?>>
<<si nanà>>mi guarda con lo sguardo più rilassata di prima. <<non credevo che potessi avere una reazione così, mi aspettavo il peggio in realtà>>
<<tesoro non pensare mai più una cosa del genere, dopo tutto quello che abbiamo passato insieme non posso smettere di volerti neanche per un' istante>> mi inginocchio,prendo la lingerie dalla tasca e glielo infilo
<<dopo cena vieni a casa mia>>ribadisco sicuro, per non volere domande. <<non voglio>>replica accavallando le gambe e sostenendo il mio sguardo. <<cosa significa non voglio, non te l' ho chiesto è più un ordine>>
<<ed io ho semplicemente rifiutato la tua richiesta.Tiamo ma, non ti ho ancora perdonato>mi sfida con lo sguardo tremando appena per la vicinanza.<<non farmi aspettare troppo tesoro. Voglio di nuovo averti completamente per me e non so fin quando posso resistere.>>raddrizzo la postura, le prendo la mano e la faccio alzare. <<entriamo nanà, comincia a far freddo>>detto questo ritorniamo dentro, e subito il caldo ci riscalda.
Sono un uomo completo adesso che c'è lei. Quando ho visto come sembrava a suo agio e soprattutto così complice con quel Justin, la mia anima si è folgorata in un attimo. Mi aveva detto che non erano stati insieme, ma questo non aveva placato la mia gelosia. Ma quando mi aveva detto con un filo di voce, che diventerò papà ero rinato. Immaginavo già di vederla in giro per casa con il pancione. E so che è presto per pensare tutto ciò, ma ero elettrizzanto all' idea di averla tutta per me. Dovevo solo aver pazienza, e trovare il modo per farmi perdonare. Ritorniamo al nostro posto e subito noto le occhiate che si lanciano lei e quel Justin. Gli dedica un sorriso e lui subito sembra tranquillizzarsi. Schiocco la lingua sotto al palato infastidito,appoggio la mano nel suo interno coscia esercitando una leggera pressione per il nervosismo. Si gira a fissarmi confusa, poi nota che la mia attenzione è rivolta al ragazzo di fronte a me, e da li collega le cose. La rabbia inizia a scorrere velocemente insieme alla gelosia. Mi ritrovo il viso bollente e vorrei tanto alzarmi e prenderlo a pugni fin quando non smette di sorridere in quel modo. Lo trovo stupito, irritante e soprattutto ridicolo. Mi accarezza le dita con un tocco leggero e ripetitivo, mi rivolge un occhiata dolce e subito mi calmo. <<smettila Alex>>
<<Ti mangia con lo sguardo Sophie, non bastavano i tuoi amici adesso ci voleva pure lui>>ringhio al suo orecchio
<<smettila subito di fare sceneggiate, è un mio amico quindi, se ti va bene o meno non è un mio problema>>sbotta scansa la mia mano e con un piccolo movimento si sposta anche con la sedia. Alzo le sopracciglia allibito da questo suo cambio di umore improvviso. Rivolgo un occhiata a tutti e la tiro da sotto alla sedia di nuovo più vicina a me. <<dammi un bacio nanà>>sussurro e non mi importava niente dei presenti che stanno assistendo a questa scena.
<<non ci penso neanche, sono arrabbiata con te al momento>>dichiara incrociando le braccia sotto al seno e fulminandomi con lo sguardo. Assottiglia poi gli occhi per riservarmi un occhiata minacciosa, ma in realtà la trovo solo tenera in questa versione. <<sai cosa vorrei fare adesso nanà?>>sussurro al suo orecchio per dirgli il mio segreto.
<<vorrei tornare ad assaggiarti proprio su questo cazzo di tavolo,e poi non sai quanto vorrei fare l' amore con te fin quando non sei esausta>>ansima per un nanosecondo e stringe le gambe appena, sorrido soddisfatto sapendo che è già bagnata e pronta per me. Mi ricompongo e torno a parlare con gli altri solo per non dare nell'occhio ma la mia mano resta comunque sulla sua gamba. Siamo stati bene per tutta la serata e speravo tanto che il tempo si fermasse solo per un po, per restare ancora con lei. Non sapevo come comportarmi adesso, ma solo per una cosa avevo la certezza più totale, dovevo lavorare duro per avere il suo perdono. Ormai è tardi, ed è arrivato anche il momento di salutarla. E vorrei tanto portarla a casa, stringerla tra le mie braccia e vezzeggiarla. Vorrei tanto prendermi cura di lei, baciarla e ricostruire il nostro rapporto, ma ci vuole tempo per fare un passo del genere. So quanto può essere testarda, e tutti i limiti i quali mi sta imponendo sono il conto che devo pagare per aver tradito la sua fiducia. Immerso tra i miei pensieri, la mia ragazzina cautamente si avvicina alzandosi sulle punte prendendo il mio viso tra le mani. <<ci vediamo domani va bene tesoro?>>sorrido scorgendo del pentimento sul suo viso. <<va bene Alex, Buonanotte>>fa per andarsene ma la tiro per un braccio baciandola con così tanta passione da provocare dei gemiti di apprezzamento da parte sua. <<buonanotte tesoro>>va via correndo verso i suoi amici che la stanno aspettando.Il mattino seguente
Mi sveglio per la prima volta felice dopo molto tempo. Mi preparo per andare a casa sua. Ho bisogno di vederla. Non riesco a stare senza di lei, mi manca il respiro. Prima però passo a prendere delle rose rosse, e i suoi amati cornetti al pistacchio. Busso alla porta, e subito si apre mostrando Justin con solo il pantalone della tuta, visibilmente assonnato. Si strofina il viso sussurrando un buongiorno e inizia a camminare all'interno della casa come se non esistessi. Entro e poso sia le rose sia i cornetti e senza dire niente faccio per andare via. <<dove stai andando. La stanza di Sophie è al piano di sopra>> si stente sul divano guardando la televisione. <<senti Justino>>
<<mi chiamo Justin>>sorride senza alcun tipo di timone nonostante la mia espressione e il tono di voce non siano proprio amichevoli lui non si perde d' animo. <<non me ne frega un cazzo di come ti chiami se devo essere onesto e non sopporto neanche la tua presenza>>replico minaccioso. <<e così ringrazi la persona che l'ha aiutata complimenti>>replica e come se fosse casa sua si alza per andare in cucina. <<non sai un cazzo quindi non immisciarti in cose che non ti riguardano>>sbotto minaccioso, infastidito dal suo modo di parlare visto che molto cose che sono successe non le sa. <<mi ha raccontato tutto, e sai cosa, quando i ricordi erano troppo forti c'ero io a consolarla non tu. Dove cazzo eri quando la notte piangeva per te? Vuoi fare tanto il gradasso e poi non sei venuto neanche a sistemare le cose con lei. Non si meritava tutto quello che gli hai fatto>>mi spintona cambiando la sua espressione sempre ironica ad una più rancorosa. Resto immobile accettando la sua collera. Sono io il problema non lui, io ho sbagliato e me la sto prendendo con la persona sbagliata. <<quando ieri mattina ha fatto il test di gravidanza sai chi ha insistito che fossi tu il primo a saperlo. Indovina un po sempre io>>continua a buttarmi addosso tutto la verità. E non posso far altro che incassare i colpi e stare zitto. <<ho sbagliato, me ne pento in ogni momento della giornata. Ma sto cercando di migliorare e essere presente per lei>>ci sfidiamo entrambi con solo lo sguardo. Assottiglia gli occhi minaccioso pensando a chi sta cosa. Poi guarda l' orologio appeso al muro della cucina e riprende a parlare. <<ascoltami bene. Non mi interessa se mi odi o altro. Ma se ritorna tra le mie braccia piangendo, Dio mi deve essere testimone per le parole che sto per dire. Giuro che ti faccio passare l' inferno.>>
<<mi stai minacciando?>>gli rido in faccia stringendo le mani in due pugni. <<prendilo come un avvertimento. E adesso va da lei che tra poco si sveglierà>>detto questo si mette a cucinare. Seguo il suo consiglio e porto con me anche le rose. Fortunatamente trovo subito la sua stanza. Apro la porta cercando di far meno rumore possibile. La trovo a pancia in giù mentre abbraccia il suo cuscino. Chiudo la porta dietro di me delicatamente, metto i fiori sulla scrivania e finalmente posso guardarla da vicino. Mugola quando le accarezzo la guancia. <<Alex>>si sporge verso di me e agguanta il mio polso per non permettermi di prendere le distanze. <<buongiorno ragazzina>>sorrido baciandogli la fronte. <<che ci fai qui?>>
<<ti ho portato delle cose e poi volevo passare la giornata con te>>le bacio il viso, il collo e la spalla scoperta. <<tra poco mi alzo dammi un attimo>>si stende a pancia in su, scostando il piumone. Mi tolgo la giacca di pelle e le scarpe. Le apro le gambe, e alzo delicatamente la felpa che indossa. Ringhio come un animale quando vedo che indossa solo degli slip striminziti. <<così non va bene ragazzina.>>lascio baci umidi partendo dal interno coscia fino all' ombelico. Lascio baci su tutto l addome e infine appoggio il viso delicatamente. Mi alzo capovolgendo la situazione e la stringo tra le mie braccia. <<vuoi fare colazione ti ho portato i cornetti>>
<<sono al pistacchio?>>domanda incuriosita come se fosse una cosa fondamentale,annuisco pettinandogli i capelli con le dita, sorride come una bambina al lunapark. <<dopo possiamo passare da Ares>>
<<il ruffiano da quando non ti vede, ogni singola volta prova a mordermi o mi fa i dispetti>>
<<fa bene e poi è palese che vuole più bene a me>>ride di gusto quando mi imbroncio. <<così però non è giusto, voglio un bacio adesso>>non smette di ridere e io mi incanto a guardarla. Finalmente mi accontenta, e adesso posso sentire i brividi e l adrenalina scorrere nel sangue.Finalmente sono riuscita ad aggiornare. Ho avuto un sacco si problemi per pubblicate, ma finalmente ho sistemato tutto.
Comunque cosa ne pensate?
Justin è stato fin troppo duro oppure va bene così? Alexander dovrà lavorare molto per avere il perdono di Sophie e di sicuro non sarà semplice...
Fatemi sapere se vi è piaciuto il capitolo con una stellina o commentando. Baci e al più presto💜🥰🦋
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La mia ultima speranza
عاطفيةLa perfezione non esiste. Questo si ripeteva ogni singolo giorno. Ma la voce cattiva che ormai viveva nella sua mente non gli dava pace. Finiva per farsi del male con ogni tipo di dipendenza possibile. Si ritrovava a bere e a fumare con la speranza...