Capitolo 23

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L'ansia mi divorava l'anima. Mi annientava dal interno, e vi assicuro che non ci sono rimedi. O almeno così pensavo. A volte i miei stessi pensieri erano ancora più distruttivi della realtà. Se con l'ansia si aggiungeva anche la paranoia, si poteva ottenere un mix esplosivo per la mente. Ed è proprio quello che stava succedendo dentro alla mia mente. Volevo parlare con lui. Raccontargli tutti i miei ricordi,condividerli, ridere, piangere e forse anche provare un pizzico di rimorso. Ma non ci riuscivo. Era difficile parlare di me. Mi piace ascoltare e dare consigli. Ma quando bisognava parlare di me, restavo sempre sul vago. Non scendevo mai nei dettagli, non chiedevo aiuto né consigli. Non perché fossi egocentrica o chi sa quale altra cosa, ma non ci riuscivo. I primi raggi del sole mi riscaldavano dal freddo mattutino. Sulle spalle avevo una coperta di lana, giusto per coprirmi dal freddo e non prendere un malanno. Ero seduta in giardino da un po' per rilassarmi un po e mettere un punto a questa situazione. Dovevo trovare il coraggio e parlargli. Gli occhi erano leggermente rossi e gonfi dovuti all' episodio di ieri. Sospiro lasciando uscire tutte le sensazioni negative. Sento in lontananza dei passi pensanti raggiungermi. Giro la testa nella sua direzione trovandolo a pochi passi da me. Addosso ha solo un paio di boxer bianchi  che mettono in evidenzia la pelle ancora abbronzata. Alzo di scatto lo sguardo esaminandolo con attenzione. I capelli spettinati e leggermente arruffati, gli occhi stanchi e il viso assonato. Sorrido vedendolo per la prima volta in questa versione. <<credevo che te ne fossi andata>>la sua voce rauca e profonda mi fa tremare come una foglia. <<non avevo più sonno e sono scesa giù, non volevo disturbarti>>passa una mano tra i capelli cercando di sistemarli un po',ma subito perde la pazienza lasciandoli così come sono. Gli vado in contro, e nel tragitto lascio la coperta sul divano. Quando sono così vicina da sentirne il profumo,mi alzo sulle punte baciandolo. Le nostre lingue si toccano dando inizio ad un miscuglio di emozioni. Mugola nella mia bocca quando gli accarezzo i pettorali scendendo fino agli addominali bassi. Ci stacchiamo solo per riprendere il respiro lentamente, senza alcuna fretta. <<sei una fottuta opera d'arte ragazzina>>ringhia prendendomi in braccio. Allaccio le gambe al suo bacino ridacchiando. Mi fa sedere sul tavolo fissando ogni piccolo particolare. <<dovremmo fare colazione, e devo portarti in un paio di posti>> blatero arrossendo. Dolcemente accarezza la guancia, passa il pollice sulle labbra, poi sugli occhi e come un agonia continua vezzeggiandomi con delle carezze. <<bimba>>mordicchia il lobo dell orecchio succhiando un pezzo di pelle sotto ad esso. Le mie parti basse hanno un fremito talmente forte da farmi tremare le gambe. Sorride compiaciuto struciando le nostre intimità con calma. La sua erezione dura preme contro il mio punto bagnato. Indisturbato continua a stucchicarmi,<<sai qual è il mio obbiettivo?>>domanda con una punta di dolcezza. Gli occhi gli brillano, il sorriso è più luminoso del solito, la sua espressione mi fa emozionare. Nego con la testa senza distogliere gli occhi dai suoi. <<voglio farti sentire bene ogni giorno in ogni momento della giornata, voglio renderti una donna sicura di sé, voglio mandare via tutte le sensazioni negative che senti ogni momento, vederti sorridere e anche se qualche volta mi terrai il broncio mi va bene così, posso sempre farmi perdonare,a modo mio sia chiaro>>resto un attimo in silenzio metabolizzando tutte le sue parole. <<non voglio che tu mi risponda adesso, hai tutto il tempo che vuoi>>sposta una ciocca di capelli ribelle, mi stampa un bacio sulla fronte con affetto. <<sei disposto ad aspettarmi?>>replico appoggiando il viso aul suo petto nudo. Passa le dita tra i miei capelli sciolti, chiudo gli occhi deliziata da questo suo gesto. <<sono disposto ad aspettarmi in eterno, e anche in un' altra vita tesoro>>sussurra quasi come se non volesse interrompere l' atmosfera. Come se da un momento all'altro tutto potesse crollare. <<io non so come comportarmi in una relazione, non voglio che tu soffra per colpa mia>>borbotto guardando altrove, non trovando il coraggio di vedere la sua espressione. <<non sei mai stata fidanzata?>>replica quasi sconvolto dalle mie parole, forse non ci crede neanche. Non ho mai avuto bisogno di una relazione, e credevo di poter fare a meno dell'amore. Avevo dato il primo bacio a ad un amico, non mi ero mai pentita di ciò.
Nego con la testa sentendomi una vera e propria bambina. Con le mani mi circonda il viso. <<non mi lascio toccare da nessuno, l'unico che può gestire il mio caratteraccio e gli attacchi di panico sei tu>>replico svelandogli una piccola parte di me, pronta a raccontargli il mio passato. <<soffro di disturbo del comportamento alimentare da quanto ho quattordici anni>>la gola si stringe e il naso prende a pizzicare. Mi ascolta in silenzio aspettando che continui e così faccio. <<non so esattamente quando è iniziato, ma avevo deciso di voler dimagrire per perdere i chili in più che avevo. Poi la situazione mi è sfuggita di mano.>>sospiro abbassando lo sguardo sulle mani. <<i primi mesi stavo bene, stavo raggiungendo il mio obbiettivo, ma piano piano qualcosa in me è cambiato. Non riuscivo più a vivere in modo normale. Tutto ciò che mangiavo, diventava acido nel mio stomaco e per questo motivo mangiavo sempre di meno.>>mi fermo un attimo aspettando che scappi via come immaginavo, invece rimane al suo posto, ascoltando con attenzione i miei ricordi.  <<non riuscivo a mangiare i carboidrati, le cose fritte, i dolci, tutte le bevande zuccherate mi spaventavano a morte e ancora oggi quando ho delle ricadute mi fanno ancora paura.>>prendo a torturare il tessuto della felpa per distrarmi e continuo il mio discorso, sentendo un po più leggera. <<un giorno stavo così male,e ricordo di aver dormito quasi tutta la giornata. La sera mia mamma aveva preparato la pasta, e mi aveva costretto a mangiarla. Anche se io le ripetevo di non volerla>>trattengo le lacrime respirando con difficoltà. <<ho vomitato anche l'anima, dopo neanche un boccone, sono finita in ospedale, mi hanno fatto le visite di routine, attaccato una flebo per così tanto tempo che la vena del mio braccio sinistro si è rotta e ancora oggi si vede. Per questo ho paura degli ospedali, ho visto la mia vita passarti davanti, e per un momento ho creduto di morire>>una lacrima sfuggire al mio controllo bagnandomi la guancia, prontamente l'asciuga con il pollice quasi per rassicurarmi. <<avevo una voce nella testa che mi ripeteva cose brutte. Cercavo di ignorarla ma era quasi impossibile. Certe volte torna a trovarmi quando ho gli attacchi di panico, quelli forti, tipo quello di ieri. Ho imparato a controllarmi, prima era tutto molto più difficile, a volte mi ferivo fisicamente, con morsi, sgraffi, mi tiravo i capelli, prendevo a pugni o scaraventavo qualsiasi come mi capitava tra le mani, fin quando non avevo più forze o le miei mani erano così piene di sangue e indolensite da dovermi fermare per non finire in ospedale>>non ho il coraggio di guardalo. <<tesoro, alza la testa>>faccio ciò che mi ha detto con cautela. <<non ti sto giudicando, non pensare mai una cosa del genere. Sei la ragazzina più forte che io abbia mai conosciuto, e mi piaci così come sei>>abbozza un sorriso sincero. E in meno di ventiquattro ore crollo di nuovo, le lacrime scendono interrottamente, senza perdersi di coraggio inizia a baciarle alternarsi tra una guancia e l'altra. Prendendosi ogni piccola particella di dolore,ogni rimpianto. Prosciuga tutte le sensazioni brutte, lo abbraccio e lo stringo, come se volessi farlo diventare parte di me. Lui riesce a sconfiggere tutti i muri alzati attorno al mio cuore, e si sta prendendo anche quest'ultimo. Con una dolcezza che non avevo mai visto prima. Mi rassicura con i piccoli gesti, i quali agli occhi degli altri possono sembrare insignificanti, ma per me vengono più di ogni altra cosa. Bacia le mie lacrime come se volesse cancellate tutto il dolore. Come quando si è bambini e ti fai male,sbucciandoti le ginocchia e i tuoi genitori baciano le ferite per farti sentire meglio definendola la cura più potente e affidabile al mondo. Per me lui è questo. La mia felicità e la mia ultima speranza per ritornare a vivere.



Cosa ne pensate? Non ho voluto scendere nei dettagli quando Sophie parlava del suo passato. Non voglio che nessuno possa prendere spunto in maniera negativa. Sto scrivendo questa storia perché questo argomento mi tocca profondamente e voglio, nel mio piccolo aiutare chi si sente solo/a, e che crede di non potercela fare. Sto scrivendo di questo argomento proprio per far capire a tutti che si può uscire da un disturbo, che sia mentale oppure alimentare. Spero che il capitolo vi piaccia. Un bacio e al più presto. 💜🦋

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