Capitolo 6

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Aveva passato tutta la serata ad infastidirmi e secondo me si divertiva anche a farlo. Dopo che i miei genitori mi hanno vista seduta su di lui, siamo entrati nella sala da pranzo anche essa addobbata nei minimi dettagli, il suo braccio non ha lasciato il mio bacino fin quando non ci siamo seduti a tavola. Piu lo allontanavo e più lui si avvicinava. Mentre arrivano le portate facevo tutto tranne che mangiare,era più forte di me, non riuscivo a mandare giù davanti agli sconosciuti. E il suo sguardo su di me di certo mi faceva sentire profondamente a disagio. L'unica cosa che avevo ingerito, erano un paio di bicchieri di vino. Sto per versare un altro bicchiere, ma la sua mano mi blocca il polso. <<smettila di bere e mangia qualcosa>>la sua non è una richiesta gentile, ma un vero e proprio ordine. <<Potresti farti gli affari tuoi grazie>>lo fulmino con lo sguardo liberandomi il polso, prendo a spostare il salmone in crosta annoiata. <<non ti piace?>>replica continuando ad infastidirmi. Non sono abituata a delle attenzioni del genere. Di solito gli unici a cui importa se mangio o meno sono i miei due migliori amici. Non so come comportarmi, di certo non sono una persona che si apre facilmente e racconta tutti i problemi che ho. Non che sia una cosa sbagliata anzi, ma non riesco proprio a farlo, preferisco annegare nei miei problemi, senza chiedere aiuto a nessuno. <<qualsiasi cosa vuoi posso fartela portare non è un problema>>sussurra al mio orecchio senza farsi sentire da nessuno. Guardo poi tutti presenti i quali non si sono accorti del nostro piccolo teatrino. <<sto bene così, non ho molta fame tutto qui>>spero di convincerlo continuando a spostare il cibo con la forchetta. <<ti costringo a sederti sulle mie gambe e ti imbocco come una bambina>>sorride furbo facendomi sbuffare. <<sei fastidioso e arrogante non ti sopporto>>sbotto innervosita dalla piega delle situazione. <<mangia e sta zitta>>tremo quando appoggia la mano sulla mia gamba scoperta. Conversa con gli invitati, massaggiando di tanto in tanto la mia gamba. Gli mollo uno schiaffo da sotto al tavolo ma peggioro solo la situazione. Mi incenerisce con gli occhi strizzando la mia gamba. <<smettila subito>>il mio sussurro sembra più un gemito e mi maledico per essere così debole. L arrivo del dolce è l unica cosa positiva in tutta la serata ed è l unica che sono riuscita a mangiare, mentre mr sono un fottuto dio greco mi fissava senza pudore. Finalmente la serata sta per finire. Sto per raggiungere i miei in macchina per andare a casa, ma Alexander mi tira a se. Nonostante i tacchi non supero la sua altezza. I nostri visi sono vicinissimi <<non mi dai neanche un bacio per salutarmi naná?>>domanda  sghignazzando. Desidero tanto prenderlo a schiaffi in questo istante, ma trattengo ogni impulso. <<salutare una persona significa che speri di rivederla, e onestamente vorrei evitare>>ribatto da vera stronza. <<non sperarci troppo tesoro, ci rivedremo molto presto, buonanotte>>sussurra stampando un bacio a stampo veloce, e con una certa eleganza va via lasciandomi imbambolata. Subito mi riprendo dirigendomi in macchina dove la mia famiglia già mi sta aspettando. Tocco le labbra, ancora un po incredula, non mi aspettavo di certo un gesto del genere. Voglio dire è un bacio a stampo niente di che, ma in quel istante sembrava una specie di promessa. Ha lasciato in me una voglia matta di baciarlo, dio un solo tocco  ha saputo innescare in me qualcosa. Non so di certo cosa, ma ne voglio ancora. Ripenso poi a stamattina, e una vampata di calore mi invade per la vergogna. Ma che cosa sto combinando? Non voglio più vederlo. In primis è più grande di me, è un arrogante narcisista e soprattutto prepotente. Bramo di convincere me stessa, e mentre sono stesa nel letto, con una maglia larga come pigiama, finalmente mi addormento,malgrado tutti i pensieri.

Mi sveglio a causa del sole che penetra dalla tapparella. Il mio stomaco brontola, e non posso aspettare. Entro in cucina mentre tutti stanno mangiando tranquillamente. Prendo un cornetto al pistacchio e quasi gemo quando ne mangio un pezzo. Il campanello suona interrompendo il mio attimo di paradiso. Vado ad aprire svogliatamente, trovando il corriere con un grosso mazzo di rose rosse in mano, sudando prima quest ultimo e poi il ragazzo decisamente molto carino se devo essere onesta. Alto, capelli color grano, la divisa che indossa è composta da un pantalone classico blu scuro e una polo bianca.<<la signorina Sophie Wilson è in casa?>>abbozza un sorriso vedendo la mia espressione confusa. <<si sono io>>replico ancora più confusa di prima. <<queste sono per lei, buona giornata>>dice e senza aggiungere altro si incammina per andare via. <<scusami ma credo ci siano un errore>>lo rincorro ancora in pigiama. Mi squadra da testa a piedi soffermandosi sulle gambe scoperte dalla maglia forse fin troppo corta ma non mi importa. <<non credo signorina, ho avuto un ordine preciso di portarle a questo indirizzo>>contrabbatte gentilmente <<sai almeno chi le ha mandate>>non capisco proprio chi potrebbe essere il mittente. <<mi dispiace non mi è concesso darle queste informazione per la privacy, buona giornata>>detto questo sale sul furgone e va via. Rientro in casa, posando le rose nella mia stanza. La giornata è passata molto in fretta, tra le lezioni, il pranzo con Kevin,James e Chloè ora mi ritrovavo finalmente a casa. Avevo già fatto una doccia per rilassarmi, togliendo tutta la stanchezza che sentivo addosso. Adesso stavo fumando sotto ad un albero infondo al mio giardino, guardano le stelle. Stavo alla grande, ero felice, stavo scrivendo su un libro vecchio regalatomi da Elisabeth, la quale sosteneva che se non riuscivo a parlare bastava scrivere ciò che provavo. Peró spesso scrivevo dove mi capita scontrini,tovaglioli, addirittura mi era capitato di scrivere sulla pelle quando non avevo nulla.
La sensazione di sentirmi un altra persona, mi catapultava in un altro pianeta quando ciò accadeva.
Mi sfogavo buttando giù ciò che la mia mente immaginava, oppure cosa avevo visto per strada.
Liberarsi di una piccola parte di quel peso che mi opprimeva il petto era qualcosa di spettacolare, mi sentivo leggera, potevo vivere qualsiasi vita, tutto fino a quando qualche guasta feste mi richiamava alla cruda realtà. Però mi andava bene così.

Come state? Vi piace la piega che sta prendendo la storia? Un bacio al più presto🦋🥰💜















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