Capitolo 11

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Stava andando tutto alla grande, fin quando il suo sguardo non è cambiato. In un attimo la felicità che aveva è scomparsa ed era entrata in gioco solo la freddezza. Si è allontanata come se ad un tratto, senza fare e dire nulla, l avesso ferita. Non so cosa passava nella sua mente, avrei voluto tanto saperlo, ma appena facevo qualche passo in avanti, ad un tratto cadevamo nell' abisso, e ne facevano il doppio ma in dietro. Come se non mi conoscesse almeno un po, come se ieri non avessimo trascorso quei momenti così intimi e solo nostri. Ed è come se ad un tratto si fosse resa conto di aver commesso un errore, e che tutto quei pochi momenti passati insieme erano un enorme sbaglio da non commettere di nuovo. Non erano arrabbiato, sarebbe stato stupido da parte mia, ma mi sentivo sconfitto e amareggiato. Avevo realizzato che questa sua reazione sia la conseguenza alle troppe emozioni messe insieme. Come fai a salvare qualcuno che non vuole essere salvato. È impossibile, ti metterà a disposizione mille problemi per allontanarti, e quando meno te lo aspetti ti ferisce. Era andava via senza darmi una spiegazione, come se ad un tratto non esistessi più. Aveva aspettato che la pioggia finisse ed è andata via. Lasciandomi di nuovo solo, in questa villa troppo grande solo per me.  Avevo cercato di fermarla chiedendo cosa gli stava succedendo. Non mi aveva risposto, l'unica cosa che aveva fatto era stato guardarmi negli occhi, e li ero riuscito a leggere  tutte le sue emozioni. Solitudine, dolore, paura, con un solo sguardo mi aveva supplicato di lasciarla andare, forse perché sentiva tutto di troppo. Forse avevo esagerato, non dovevo toccarla troppo, erano tutte delle ipotesi. Ma al solo pensiero di averle fatto del male involontariamente mi distruggeva. Era passato quasi un mese dalla ultima volta che l avevo vista. La pensavo ogni istante, speravo che stesse meglio ma non ne avevo la più pallida idea. Ero riuscito a rubare il suo numero di telefono, avevo provato a non chiamarla, ma non avevo resistito. Non mi aveva risposto neanche una volta nonostante i messaggi che le inviavo quando la mancanza di quella fottuta ragazzina mi faceva perdete le staffe. Me ne stavo steso sul letto non avendo la minima voglia di vestirmi per andare ad un'altra stupida cena di beneficenza. Ma ovviamente mio fratello Elijah entra senza neanche salutarmi con Il suo sguardo accusatorio il quale mi fa sbuffare. Va verso l armadio lasciandomi i vestiti da mettermi. <<vai a farti una doccia e cambiati che puzzi>>ridacchia sfottendomi. <<Fanculo Elijah,non hai niente da fare al momento invece di rompere il cazzo a me>>stiracchio i muscoli indolensiti. <<mi diverte stressarti che ti devo dire>>sorride diabolico. Prendo il bicchiere con il whisky che avevo appoggiato prima sul comodino e in un solo sorso lo mando giuro, sotto lo sguardo il suo sguardo di disapprovazione. In poco tempo sono pronto. Prendiamo la mia maserati e ci dirigiamo verso il ristorante scelto per questa occasione. Ho passato la serata a sbuffare e bere. Quando poi l ho vista in fondo alla sala mentre parlava con un ragazzo. In un primo momento ero incredulo, poi la gelosia ha preso posto affuscando la mia mente. Li guardo tutto il tempo fin quando non sente i miei occhi su di lei e si gira nella mia direzione. Li raggiungo nel momento in cui la musica in sottofondo cambia e inizia un lento. L attiro a me, mentre fisso il ragazzo come fosse una minaccia e lui fa lo stesso <<tu adesso vieni con me perché dobbiamo parlare>>appoggio il braccio sinistro sulla sua spalla stringendola a me. <<non viene proprio da nessuna parte con te>> replica avanzando ma la mia ragazzina lo blocca prima <<va tutto bene Kevin,dobbiamo solo parlare>>sorride rassicurlandolo. Ed io sono tremendamente geloso del loro rapporto. Si guardano in un modo tutto loro, con una complicità da far invidia. Schignazzo quando ritorna da me, e ci buttiamo in mezzo ad alcune coppie. <<chi cazzo è quello>>ringhio come un animale incazzato nero. <<sei geloso per caso Alexander?>>replica evitando di rispondere alla mia domanda. <<si, sono tremendamente geloso>>ammetto facendo scendere le mani sui glutei mentre lei appoggia la guancia sul mio petto. Il mio corpo vibra a questo piccolo contatto, a questa piccola dimostrazione che per me vale tanto fatta da lei. Ogni piccolo movimento fatto da lei ha un altra importanza. <<è il mio migliore amico ed è un fratello per me>>sussurra continuando a ballare lentamente e con leggerezza. Fisso il ragazzo in questione ora in compagnia di un amico,almeno credo.  Vedo che vorrebbero tanto intervenire ma non gli è permesso. Forse la mia ragazzina gli ha imposto di stare al loro posto. O almeno credo perché altrimenti non me lo spiego. <<possiamo parlare in un'altro posto>>le sussurro all orecchio venendo dei brividi percorrergli la pelle. Usciamo verso il giardino sotto lo sguardo dei suoi due bodyguard i quali non si perdono neanche un nostro movimento. Ci mettiamo in disparate e solo adesso riesco a squadrarla. Indossa un vestito color bronzo, dei tacchi nero e una borsetta dello stesso colore. I capelli che tanto amo, sono mossi e ogni tanto con la mano sosta delle ciocche ribelli che gli finiscono davanti. <<ho sbagliato qualcosa?>>le porgo la domanda che mi sta perseguitando. Mi rivolge uno sguardo interrogativo <<quando stavano a casa mia, ho fatto qualcosa che ti ha infastidito?>>ripeto bramando di nascondere la paura di averle fatto del male, sia fisico sia  psicologico. Nega con la testa rimanendo a distanza. <<se ho fatto qualcosa che ti ha infastidito devi dirmela, forse ho  esagerato, non dovevo toccarti in quel modo, ho esagerato>>blatero nel panico assoluto tirandomi i capelli dal nervoso. Mi blocca le mani e mi afferra il viso. <<non hai fatto nulla di sbagliato Alex, se non volevo avrei potuto fermarti in qualsiasi momento, so che avresti rispettato la mia decisione e  non mi avresti fatto fare niente che non volevo>>sorride per rossicurarmi accarezzandomi. <<me ne sono andata solamente perché sono andata in panico, non volevo farti sentire sbagliato o altro. Anzi sono stata bene con te, però tutte le emozioni si sono accumulate e sono andata in panico.>>nonostante queste sue parole non mi sento abbastanza tranquillizzato. <<avresti dovuto parlarne con me>>faccio scontrare i nostri nasi mentre lei ridacchia ed io non posso non essere felice di questa sua reazione. <<sono abituata a risolvere i miei problemi da sola>>si giustifica come se in questo casino non ci fossi pure io. <<se qualcosa non va, tu vieni da me e me ne parli, lo so che per te è difficile fidarti, ma non ti farei mai del male per nulla al mondo hai capito nanà>>mi abbraccia alzandosi sulle punte. <<va bene, cercherò di fare un tentativo>>sorride e finalmente dopo tutta questa agonia la bacio. Le nostre lingue giocano velocemente come se entrambi aspettassimo questo momento da una vita. Annula ancora di più le distanze. Succhio le labbra riprendendo a baciarla con ancora più passione. Voglio toglierle il fiato, farla sentire così bene da volerne ancora fino allo sfinimento.

NOTA
Ci tengo a questo capitolo particolarmente. Nel mio piccolo ho voluto mette in mezzo un argomento molto importante. Non importa se sei una donna o un uomo. In qualsiasi momento di due persone bisogna rispettarsi sempre. Se all improvviso cambio idea e non ho più voglia, ho il diritto di dire basta. Ed è una cosa importantissima, forse per alcuni scontata, ma dobbiamo ricordare che tutti noi abbiamo dei diritti, dei limiti e se ti dico NO la risposta non cambia se insisti. (Ps. Scusate se pubblico così tardi ma ci tenevo a postare) Buonanotte🦋

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