Capitolo 28

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Di cosa diavolo stavano parlando?

"Maeve hai fatto?"
"Si si eccomi." risposi a Cole.
Li raggiunsi sull'uscio della porta e mi ritrovai di fianco a Shawn e, dopo una grande lotta a non voltarmi verso di lui, mi accomodai nell'auto di Cole.

Ci dirigemmo verso il locale.
Non ci ero mai stata, a dir la verità non pensavo nemmeno che Portland potesse avere così tanti locali notturni.
"Eccoci qui."
Il locale era strapieno di persone, la fila per entrare era lunghissima.
Cole e gli altri avevano dei posti auto riservati, wow.
Presi la mia borsa e scesi dall'auto.
Feci due passi per raggiungere la lunga fila di persona ma d'un tratto due mani forti mi afferrarono per i fianchi.
Era Shawn.
Mi spostò davanti a lui e si avvicinò pericolosamente al mio orecchio..."entriamo dal retro."
Rabbrividii a quel contatto così vicino, odiavo le sensazioni che mi provocava.
Mollò la presa e ci dirigemmo all'interno del locale.
Immersa tra le luci, le persone e la puzza di alcool persi Shawn e il resto.

Mi feci spazio ed arrivai al bancone.
"Una vodka liscia." magari un po' di alcool potrà smuovere questa serata.
In lontananza vidi i miei amici e li raggiunsi.
"Credo di avere le allucinazioni, Maeve Garcia che prende della vodka liscia?"
"Credo di averle anche io, non posso crederci che stai indossando delle Jimmy Choo in discoteca..."
"Amore potrei morire stasera, non posso andare nella bara vestita come una barbona."

Maggie è un mix tra Blair di Gossip Girl e Stella delle Winx.

Ballai tutta la serata con i miei amici tenendo d'occhio ogni tanto i ragazzi.
Voglio capirci di più dei loro affari, di cosa combinano e cosa nascondono.

Tra Thomas e Maggie c'era della tensione non indifferente, letteralmente si mangiavano con lo sguardo ma nessuno dei due faceva nulla.
Lui non le aveva tolto lo sguardo di dosso tutta la serata.

Ogni tanto qualche ragazzo si avvicinava a me per ballare ma poi si spingevano tutti un po' oltre per questo ad un certo punto mi allontanai, il caldo che c'era nel locale era assurdo.

"Un po' d'acqua, per favore." il barista mi passò l'acqua e osservai un po' la gente intorno a me.
Il mio sguardo si posò su Shawn, impegnato a blaterare con Bailee sulle sue gambe, Cole invece era con Nick con altri amici e infine mi concentrai su Thomas, era impaziente sull'uscio del locale.
Guardava incessantemente il suo cellulare, d'un tratto il display si illuminò, puntò lo sguardo sui suoi amici ed in un attimo si avviarono tutti verso il retro del locale.

Shawn mi passò di fianco ed istintivamente gli afferrai il braccio.
Lui si voltò di scatto un po' incazzato, poi il mio sguardo si incastrò nel mio e mi parve rilassarsi.

"Che vuoi Garcia?" dal suo tono percepii che andava di fretta.
"Uhm-come stai?" questa è la prima cosa passata per la mente. Volevo temporeggiare, volevo riuscire a tenerlo lontano da quei casini.
"Sei ubriaca?" mi guardò dalla testa ai piedi, squadrandomi.
"No." risposi tranquilla mentre il suo sguardo addosso si faceva sempre più insistente.
Shawn ha questa cosa che semplicemente guardandomi riesce a capire quando mento e quando no.
"Due minuti e torno." mollai la presa e lui andò via.
Ma Maeve Garcia si sarebbe arresa? Ovvio che no.

I ragazzi uscirono dalla porta sul retro e pochi secondi dopo ero anche io fuori.
Per fortuna non si erano accorti di me, li vedevo allontanarsi ma camminavano verso una meta precisa.
Mi nascosi dietro un piccolo muretto, notai poi una macchina parcheggiata, di li scese un uomo.
Non aveva una bella faccia, anzi tutt'altro. Era alto, grosso, un po' anziano e spiccava in lontananza il suo tatuaggio del SouthWest.

"Anderson è sempre un piacere vederti..." riuscii a sentire solo questa frase perché poi tutti salirono nell'auto.

Il tempo che impiegarono fu brevissimo.
Per non farmi beccare dietro al muretto, nascosta, mi alzai e cercai di darmi una sistemata.
Poi con falsa nonchalance mi appoggiai alla porta e feci finta di stare al telefono.
I ragazzi si avvicinarono sempre di più e quando Anderson mi notò la sua espressione cambiò radicalmente.

Aumentò il passo verso di me, non era molto felice di avermi vista li.
"Che ci fai qui fuori?"
"Ero a telefono, dentro non si sentiva nulla."
"Non potevi uscire dall'entrata principale?"
"Questa qui era più vicina..." scrollai le spalle e lui sbuffò.
Si guardò intorno più e più volte, tutti questi misteri mi danno fastidio.
Io poi ci provo a scoprire le cose ma ottengo zero.
Sono stata accovacciata dietro un muretto, mi sono anche sporcata. Secondo voi ho capito qualcosa? No, nulla.

"Ti ha visto qualcuno?" mi chiese con il suo solito sguardo così profondo che mi fece perdere per un attimo equilibrio.
"Non c'era nessuno...credo."
I ragazzi entrarono dentro lasciandoci soli.
Lui si avvicinò pericolosamente a me, l'effetto che mi provocava era così forte che il mio respiro divenne irregolare.
Si avvicinò sempre di più, i nostri corpi erano quasi appiccicati.
Lui allungò la sua mano verso la scollatura del mio vestito, afferrò l'orlo e cercò di coprirmi il più possibile.
Nel frattempo ci mangiavamo con gli occhi, interrompere quel contatto era al quanto difficile.
Nonostante il freddo che ci circondava, avevo caldo.
Lui mi fotteva il cervello e non mi lasciava scampo.
"Dormi da me stasera." mi sussurrò all'orecchio, si girò e tornò dentro, assicurandosi che lo rientrassi anche io.

Il resto della serata passò velocemente, ballammo tutti insieme e, detto sinceramente, non mi divertivo così da un bel po'.

"Andiamo?" mi chiese Anderson appoggiato ad un divanetto del locale.
Annuii e ci dirigemmo nella sua auto.
Il tragitto non fu tanto lungo e in poco tempo eravamo a casa sua.
Ancora una volta suo padre era fuori per lavoro con il mio e Sabrina stava già dormendo.
"Vuoi qualcosa?" mi chiese mentre lui si versò dell'alcol in un bicchierino.
"No grazie...non ti basta tutto l'alcool che hai bevuto?"
"Sei poco attenta...non ho toccato alcool tutta la serata."
Davvero?

Salii verso camera sua, sono le 4 ed ho bisogno di dormire.
"Prendi una mia tuta per dormire."
Feci come mi disse e così ero pronta per mettermi a letto.
Ancora una volta condivideremo il suo letto, a dirla tutta non mi dispiace. Questo letto è una nuvola.
Mandai dei messaggi ai miei amici, si aprì la porta ed entrò Shawn con solo dei pantaloni della tuta.
"Dormi così?"
"Così come?" disse guardandosi allo specchio.
"A petto nudo?"
"Ti impressioni facilmente Garcia, vero?" esclamò seguito da una risatina.
"Dico solo che fa freddo...ti ammalerai."
"Non preoccuparti per me." tornò serio.
Si infilò nel letto ed iniziò a smanettare col cellulare.

Mi voltai dandogli le spalle e provai a dormire, anche se il mal di testa che avevo non mi aiutava.
"Maeve."
"Mh..."
"Maeve."
"Dimmi."
Shawn mi afferrò dal fianco e mi fece girare di lato, adesso eravamo l'uno di fronte a l'altro.
"Dimmi." ripetei un po' nervosa.
"Perché eri arrabbiata con me?"
"Arrabbiata con te?"
"Guarda che l'ho capito, eri molto di più che arrabbiata." disse con una piccola risatina.
Esitai un po' nel parlare, volevo mettere un punto a quella situazione e per farlo l'unico modo era quello di affrontarlo.
"Che bisogno c'era di picchiare Jason?"
"Jason è uno stronzo, lo è sempre stato. Se non gli avessi dato una lezione l'avrebbe fatto anche in futuro."
"E perché non gliel'hai data prima una lezione?" esclamai queste parole pentendomene un secondo dopo.
Non sono sicura di volere una risposta a questa domanda.
"Perché prima non aveva mai toccato te." mi disse ciò di getto, senza pensarci troppo.
Delle piccole farfalle si impossessarono del mio stomaco.
Questa risposta mi aveva lasciata senza parole.

LOVE ME FOREVER. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora