SA/GP - 3 -

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L'aria era calda e i lampioni illuminavano l'intera pitlane, piena di blu, rosso e arancione.
C'erano bandiere con stampato il famoso cavallino rampante, fumogeni degli orange e delle trombette papaya.

Charles si allontanò da David Coulthard, ex pilota di formula 1 e host delle interviste dei tre piloti sul podio.
Quando lei si avvicinò al microfono il circuito esplose e il suo team non fu da meno mentre si aggiustava il cappellino Pirelli del terzo posto sulle treccine africane.

- Sinne Strøm, the new formula 1 legend! What a race! Which was the key to this result on this weekend? -

La norvegese sorrise, mostrando due file di denti bianchi e perfetti che facevano risaltare le sue iridi ghiacciate, e poi con i due indici si indicò.

- You're looking at the key -

David rise e continuò ad intervistarla mentre Max e Charles la aspettavano nella Cool-down room prima di salire sul podio.
Poco dopo girò i tacchi e seguì uno degli steward verso la stanza dove un maxischermo stava riproducendo il suo sorpasso su Carlos Sainz e, prima di entrare, si prese un attimo per ascoltare le considerazioni del vincitore e del secondo classificato su di esso.

- God, that was brave. They needed the photofinish. Did she have DRS? -

L'olandese non rispose, preferendo concentrarsi sulle immagini proposte e sulla cannuccia della sua borraccia.
Allora Sinne fece la sua entrata, attirando l'attenzione dei due uomini e facendogli distogliere lo sguardo dallo schermo.
Aveva il segno della balaclava ancora sul viso arrossato mentre vedevano che era imperlata del sudore che la sua impresa aveva costato.
Si fermò davanti ai due, con le braccia conserte sotto al petto e il suo consueto sopracciglio alzato.

- Great race, boys -

Sinne cercava di non guardare Max.
Ne negli occhi, ne da qualche altra parte per non far sovvenire i ricordi della settimana prima.

- How does it feel? -

Lei su sedette sullo sgabello del terzo posto, accanto al vincitore e tenne lo sguardo fisso negli occhi di Charles che era arrossato di botto.

- So madly good -

La musica era altissima nel circuito e da quella stanza potevano sentire anche le urla dei fan, che aspettavano l'entrata della nuova leggenda.
Uno degli steward chiamò la pilota e la condusse verso il podio.
Salì le scale in fretta e furia, rischiando più volte di inciampare e cadere al suono dei flash delle macchine fotografiche ma arrivò sana e salva accanto all'entrata del palco.

- Sinne Strøm takes the third place at her second GP in Formula 1! -

La pilota entrò correndo sul palco e saltò arrivata davanti al pubblico, portando un pugno in aria e chiudendo gli occhi per poi salire sul gradino a lei riservato.
Charles salì poco dopo e le rivolse un occhiolino che fece mancare un battito al suo cuore ma quando arrivò Max, che la fissò fino a quando non salì sul gradino più alto del podio, si sentì quasi svenire al pensiero di quello che era successo la domenica prima.

L'inno olandese risuonò in tutto il circuito mentre lei non faceva altro che sorridere a Chiara, appoggiata alle transenne del parc fermè che la guardava con orgoglio.
L'aveva trattata male e ne era consapevole.

Dopo l'inno austriaco per il costruttore vincente il ministro degli esteri dell'Arabia Saudita salì sul podio e le consegnò il trofeo bronzo.
Lei gli strinse la mano e poi alzò il premio verso l'alto, sorridendo all'impresa che era riuscita a fare durante quel GP.
Non dedicò quel risultato al team perché fondamentalmente non ne aveva alcun merito e questo fece arrossire di rabbia il team principal papaya che teneva i pugni chiusi sotto il podio.
Una volta che anche Max e Charles alzarono in aria i loro rispettivi trofei Sinne afferrò la sua bottiglia di spumante Ferrari e la scaraventò sul pavimento del suo gradino, facendo scoppiare il tappo e iniziando la doccia di champagne verso i suoi grandissimi rivali.
Mentre lavava con l'alcolico i due loro pensavano a due cose diversissime.

Max e Charles si posizionarono ai due lati della pilota e svuotarono le loro bottiglie sul suo corpo slanciato e scolpito mentre lei teneva le braccia aperte e la testa all'indietro con il collo inarcato.
Al monegasco passavano davanti i ricordi di quando festeggiavano con la Coca Cola negli autodromi durante le gare di Kart e quando nelle formule minori avevano sempre fatto in quel modo quella celebrazione.
Qualche volta quello in mezzo era lui, qualche volta Max oppure, come in quel caso, la meravigliosa Sinne Strøm.
Erano cresciuti insieme.
Avevano fatto casino insieme, avevano eccelso insieme.
E ora erano nel top di categoria a gareggiare tra di loro a suon di sorpassi, undercut e overcut.

Max invece pensava a quel momento in una luce diversa.
Sinne, con il collo inarcato e gli occhi chiusi come in quel momento, a braccia aperte ad accogliere quello che avevano da offrire.
Il loro liquido che finiva su di lei e le colava addosso, lasciando scie indelebili sulla sua pelle calda e perfetta.
A come stringeva le mani per come la facevano sentire e ai suoni che produceva in preda al loro tocco.
Max però, al di fuori di quel pensiero, non la avrebbe mai condivisa.
Sinne era sua.
Nel bene o nel male.
Avrebbe marcato il territorio, lo avrebbe fatto capire a tutti.


La norvegese bevve lo champagne che restava nella sua bottiglia e poi scese dal podio, congratulandosi con i rivali.
Strinse le loro mani velocemente, limitando al minimo il contatto e le conseguenze di esso.
Prima delle interviste vide max correre verso il suo motorhome con una felpa in vita e sorrise, sapendo cosa gli aveva provocato, e poi si diresse verso il microfono di Sky Sport.

- Hey Sinne! That was amazing, but you didn't look at the team... what happened? -

- That is only a bit of what I can do and I can't wait to show everyone what I can take home -

Marcò fin troppo gli io mentre dappertutto veniva proiettata l'immagine della sua gara e di come i suoi due rivali le avessero versato addosso lo champagne in quel modo.

Dall'altra parte dell'isola interviste Lance Stroll si avvicinò a Max Verstappen che osservava come la tuta ignifuga bagnata di alcolico aderisse al suo corpo.

- She is so damn hot, uh? And aggressive. I wonder if she's that aggressive in bed -

Se uno sguardo fosse capace di uccidere il canadese si sarebbe trovato a terra esanime, per via dell'occhiata che il vincitore della gara gli aveva rivolto.

L'olandese tirò l'altro pilota dove le telecamere non li potessero vedere e poi lo alzò, tenendolo dai lembi della sua tuta verde.

Con una mano teneva la sua borraccia mentre con l'altra lo teneva sollevato contro il muro, rendendogli difficile la respirazione e facendogli strabuzzare gli occhi.

Avvicinò il viso al suo, facendogli alzare lo sguardo e vedere le sue iridi azzurre iniettate di sangue.

- Go near her. Try to go near her and i'll rip off your balls with my teeth -

La voce roca del pilota Redbull fece trattenere il respiro a Lance.

- Did you understand? -

Il canadese non rispose, guardando i suoi occhi.

- Answer. my. question. -

Nel momento in cui il campione del mondo in carica alzò la voce, lui rispose.

Allora Max lo lasciò andare, continuando a fissarlo pieno di rabbia.

Sarebbe stato pronto ad uccidere per lei.

Sinne era così.

Una femme fatale.

E lui avrebbe fatto di tutto.

Heaven- MV1 & CL16Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora