Quelle parole dette nella driver's room avevano come lacerato l'idillio che teneva Max e Sinne stretti l'uno all'altro in nottate rudi e mattinate dove l'aria sapeva di dolce.
L'olandese era tornato da sua madre nella campagna della sua terra natia per passare del tempo con suo nipote e sua sorella mentre lei aveva preferito restare a Monaco, passando le giornate in mare aperto, in palestra o sui sedili della sua Ferrari.
Sentire quelle frasi pronunciate a voce alta era come rompere la promessa silenziosa di non avere sentimenti e di continuare a navigare nella loro rivalità caotica e maliziosa, restando i due leoni che erano.
Sinne aveva pregato fino alla fine che il biondo non parlasse, che rendesse reale quello che stava succedendo tra loro.
Ma lui era stanco di nascondersi, nonostante la paura e l'arroganza.
Si era stufato di pensare a lei e di buttarla fuori pista.
Voleva che fosse sua e voleva conoscerla.Ma i muri della norvegese erano troppi.
E così alti da rendere difficile avvicinarla.La corvina stava camminando lungo il porto di Monaco con uno zaino a spalle e una delle sue felpe oversize addosso, verso la sua barca che era attraccata verso le ultime file di yacht lussuosi a coprirla.
Nessuno avrebbe mai pensato che quel meraviglioso cutter appartenesse ad una pilota di F1, eppure in quella barca lei aveva riposto tutto quello che restava.
In " Freya " lei vedeva quello che oltre alla tavola da surf la legava di più al mare e ai suoi segreti, e quindi le piaceva sedersi al timone e spegnere il cervello dalla vita caotica del paddock e da tutto quello che ne conseguiva.- Good morning, miss Strøm -
Si girò velocemente, spaventata dal repentino saluto di una voce femminile mentre era immersa nei pensieri di quello che era successo durante la prima parte della sua stagione in Formula 1.
- I wasn't expecting you, I'll leave -
La signora delle pulizie si alzò dalla spazzola che stava usando per lavare la tela che ricopriva la prua in legno.
Sinne non aveva certamente voglia di avere compagnia ma stare da sola era diventato ormai stretto quando i suoi pensieri la soffocavano e quindi appoggiò lo zaino a terra, aggiustandosi la bandana che portava sui capelli.- Stay, if you don't have anything booked for today -
La signora Perez lavorava per lei da quando aveva comprato il suo attico nel principato e aveva sempre avuto un occhio di riguardo per le sue condizioni.
Era sola ed era anche abbastanza avanti con l'età eppure nei giorni che avevano stabilito nel contratto percorreva molta della Costa Azzurra solo per aprire le finestre della casa e controllare se tutto fosse a posto in vista dell'arrivo della pilota e questo aveva sempre rincuorato Sinne, che amava vedere il suo solito cioccolatino sul tavolo.- I would love to, if that doesn't bother you -
La sudamericana vedeva che qualcosa preoccupava la sua datrice di lavoro ma lei lo sapeva nascondere benissimo per cui si sedette accanto alla corda dell'ancora, senza interferire con i pensieri della norvegese.
Nel frattempo la pilota aveva sistemato qualche cosa e aveva acceso il motore, iniziando a levare l'ancora e a stendere la vela, iniziando a sentire la testa più leggera da tutte le grandi emozioni che aveva provato da quando era approdata in Formula 1.- How is the season going? -
Sinne si schiarì la voce, puntando i suoi occhi ghiacciati all'orizzonte mentre teneva il timone tra i piedi.
- I really don't know. Mclaren and I are known for the highs and lows so I believe that's it -
La donna sapeva che quello non era tutto ma non voleva mettersi in mezzo al vortice di rabbia ed arroganza che diventava quando le si chiedeva qualcosa che non la aggradava.
- You'll stay there? -
- Why not? I mean, it's me and I signed a multi-year contract -
In qualsiasi scuderia ci sarebbero stati dei litigi per il carattere forte della norvegese ma certo lei avrebbe ambito a qualcosa di superiore presto.
Il suo telefono squillò ma lei non guardò neanche da chi provenisse la chiamata, uscendo finalmente dal porto e iniziando a sentire l'acqua che veniva tagliata dallo scafo dell'imbarcazione a vela.- Is all ok, ms. Strøm? -
Sinne sbuffò sapendo che quella non era stata una buona idea.
- It's none of your business -
Ecco che la sua parte fredda e siderale aveva preso di nuovo il controllo, facendo stringere i suoi lineamenti in un'espressione tesa che ormai quelli che le avevano posto quella domanda conoscevano bene.
Era tutto ok?
No.
Nulla era a posto.Era arrivata in F1, avverando il suo sogno più pesante del previsto.
Il team cercava di tenerla in pugno, ignorando i suoi consigli e continuando a commettere errori dopo errori costandole podi, vittorie e punti che lei poteva benissimo guadagnare.
Aveva riallacciato i rapporti con Charles che l'aveva portata ad abbassate troppo la guardia con allettanti piatti di pasta e qualche parola dolce di troppo mentre lui vinceva una gara dopo l'altra e le regalava bandane e braccialetti, riportandola alla loro infanzia.
Pensava di aver trovato un'amica in Chiara, senza sapere come comportarsi con lei e continuando a rovinare tutto un giorno dopo l'altro per via della sua arroganza e del suo ego.
E poi si era strusciata sul più grande nemico che avesse mai avuto durante il primo weekend di gara e quello l'aveva portata a capire che la loro tensione prima o poi sarebbe esplosa, portandola ad avere paura di essa; era difficile sopportare le carezze dell'olandese e cercare di dimenticare la sensazione che la sua lunghezza affondata in lei creava mentre lui la osservava con i suoi occhi azzurri e le diceva delle frasi che la portavano a sentirsi in gabbia.
Ma le iridi di Charles la mandavano ancor più in crisi perchè a causa loro e del suo cuore d'oro i suoi problemi si raddoppiavano- Do you like the sea? -
Il forte accento spagnoleggiante della signora la riportò alla realtà, tra la salsedine dell'acqua e le gocce umide che bagnavano i suoi piedi, ai lati del timone.
- Yeah, it's relaxing if you can appreciate what it tells to you -
Così di nuovo si trovò a pensare a Max e Charles.
Alla vicinanza tra lei e il campione sulla sabbia australiana e all'infanzia con il monegasco tra le spiagge italiane e il piccolo principato.Sinne offrì alla donna un contenitore con dentro una macedonia e del porridge, sorridendole per mascherare la rabbia che si celava in lei.
Si prospettava una giornata tranquilla, con le gambe a penzoloni lungo lo scafo del cutter mentre l'ancora era negli abissi del mare cristallino che la aspettava con il vento tra i capelli corvini e le onde che la cullavano ma invece si era imbattuta nella signora Perez e nelle sue infinite domande.
Il giorno dopo doveva partire per Woking in vista di numerose sessioni al simulatore ma non ci pensò perche con la signora zittita dal suo porridge vedeva il suo riflesso nel cielo mentre guardava avanti a sè, con i piedi nudi sulla trave fuori dalla prua e le mani sui cavi d'acciaio.I pensieri erano una brutta cosa per lei, perché spesso la riportavano alle notti in cui creavano brutti scenari nella sua mente e sperava di trovare qualcosa che li oscurasse senza sapere che lo aveva già trovato.
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Heaven- MV1 & CL16
Romance~𝕴𝖙'𝖘 𝖆𝖚𝖙𝖔𝖒𝖆𝖙𝖎𝖈 𝕴𝖙'𝖘 𝖏𝖚𝖘𝖙 𝖜𝖍𝖆𝖙 𝖙𝖍𝖊𝖞 𝖉𝖔 In the end they were rivals, not enemies. 𝕿𝖍𝖊𝖞 𝖘𝖆𝖞, "𝕬𝖑𝖑 𝖌𝖔𝖔𝖉 𝖇𝖔𝖞𝖘 𝖌𝖔 𝖙𝖔 𝖍𝖊𝖆𝖛𝖊𝖓" 𝕭𝖚𝖙 𝖇𝖆𝖉 𝖇𝖔𝖞𝖘 𝖇𝖗𝖎𝖓𝖌 𝖍𝖊𝖆𝖛𝖊𝖓 𝖙𝖔 𝖞𝖔𝖚~