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Sul Jet verso casa Sinne contemplava il trofeo che aveva vinto in quel weekend, il primo stadio della coronazione del suo sogno.
Passava un dito sui dettagli del corpo bronzato del premio, arrivando a sfiorare a malapena le foglie che creavano come un diadema argentato su di esso.

Ad un tratto il suo telefono, appoggiato al tavolino davanti a lei, vibrò catturando il suo sguardo assorto nella luce riflessa dal metallo del trofeo.
Una notifica era apparsa sullo schermo e portava il nome del secondo classificato del Gran Premio d'Arabia Saudita, nonché leader del mondiale piloti.

" Are you heading to Monaco? If you are maybe we could go for a walk there... I'm so happy for your podium!"

Sinne sorrise al messaggio, immaginando il tempo che il monegasco aveva impiegato per scegliere le parole che le aveva inviato.

" Hey, I'm on the plane to the princedom. Yeah we might meet if I'm free and thank you, I'm happy too for you "

Chiara storse il naso al if I'm free e scoppiò in una risata fragorosa.

- What? -

Il teammate della pilota, seduto accanto all'italiana stava osservando quest'ultima sorridere e sentiva che piano piano quello stava diventando un bel trio, disastroso ma efficace.

- Se sei libera? Sappiamo entrambe che non hai alcun impegno in questa settimana -

La norvegese sbuffò, degnandola di un accenno di sorriso non troppo accentuato.

- Beh, devo andare in palestra, potrei andare in barca, devo fare la spesa...-

La PR la stava ascoltando, cercando di imitare il suo distintivo sopracciglio alzato con le braccia appoggiate al tavolino.
Quella fu la vera prima volta in cui ebbero una conversazione tranquilla insieme, non formata da monosillabi ma con frasi articolate e con toni amichevoli invece di grugniti di rabbia.

Qualche ora dopo, passata dalla pilota ad ascoltare musica e da Lando e Chiara a guardare numerosi film, atterrarono nel principato.
L'odore della ricchezza aleggiava nell'aria e lì si resero conto che erano a casa.

- Abiti qui? -

La numero 13 si rivolse alla mora che stava accanto a lei, rendendosi conto di non averle mai chiesto davvero qualcosa su di lei.

- Oh no, prenderò un treno verso Torino -

Si allontanò, lasciando parlare il britannico e la PR che probabilmente stavano discutendo sull'attico che il milionario possedeva nella terra dei verdoni.
Per le strade giravano auto di lusso, le persone che camminavano erano sommerse di borse che contenevano oggetti costosi mentre tenevano in tasca le chiavi di enormi appartamenti di design e un telefono, pieno dei contatti più famosi, ambiti e benestanti.
Sinne non aveva una vera e propria casa.
Possiedeva un'appartamento nella parte più alta e panoramica del principato ma non l'aveva mai considerata veramente casa.
Certo, quello era il posto dove viveva, dove tornava quando non correva, dove aveva i loro effetti personali.
Ma non dove aveva il cuore.
Aveva passato un periodo in Italia, quando correva nella Prema e l'odore di banconote fresche era sostituito dal profumo di pane appena sfornato ed ospitalità.
Forse quello era qualcosa di più vicino a cosa potesse essere una casa per lei, ma non lo era stato.
Aveva vissuto in Norvegia ma di quel periodo aveva dimenticato tutto quello che non voleva dimenticare, e che forse le serviva ancora per sentirsi normale.

" I just landed in Monaco, are you somewhere here?"

Schiacciò sul tasto invio, sentendo il bisogno di poter avere vicino quel ragazzo d'oro.
Quello che amava la famiglia, la sua patria, aveva una casa, una vera e teneva su il castello di carte su cui era costruita la sua vita a trecento kilometri orari.

" Was the flight ok? I'll pick you up if you want "

" I'll send you the position, see ya"

Sinne salì le scale che portavano alla porta del suo appartamento e infilò le chiavi nella serratura, già pronta a posare il borsone e ad andarsene da lì.
Quando aprì l'odore dei prodotti che la donna delle pulizie usava per prendersi cura dell'assito che formava il pavimento e dello stile urbano con cui aveva arredato il posto la investì.
Era tutto come lo aveva lasciato.

Si avvicinò al tavolo, con l'intenzione di svuotarsi le tasche ma notando un cioccolatino sorrise.
La signora che puliva il suo appartamento diceva sempre di vederla deperita e che per i suoi muscoli sarebbe servita una bella dose giornaliera di cioccolata.
Era una garanzia per lei quel pacchettino iridescente.
Forse tornava a Monaco solo per quello e gliatri piccoli dettagli che quel paradiso di due kilometri quadrati dava.

" Are you tired? If you are we'll do another time "

Charles era così.
Pensava, pensava ma mai a sé stesso.
Si interessava a chi gli stava intorno e a loro andavano i meriti, mentre le colpe erano sempre solo sue.

" Charles, I'm ok haha "

La pilota scartò il dolce e lo portò alle labbra, assaporando quel piccolo taglio alla dieta che la faceva sempre sentire bene.
Si, poteva sembrare grande, grossa e dura ma alla fine quel cioccolato riusciva a farla addolcire un po', nel fondo del suo guscio di muscoli e arroganza.
Scese le scale velocemente, sedendosi su una delle poltrone dell'androne ad aspettare il monegasco che arrivò qualche minuto dopo.
Indossava una felpa nera e dei jeans aderenti che facciano le sue gambe allenate.
Ma il suo accessorio più bello era il suo sorriso, splendente e largo a cui non si poteva scappare.

" Hi, legend! "

Sinne si alzò, sbuffando amichevolmente al nomignolo che le aveva affibbiato.
Il pilota Ferrari le allungò una mano, che lei strinse avvicinandosi a lui per una pacca sulla spalla.
Senza dire nulla Charles iniziò a camminare con la ragazza al suo fianco, tenendo le mani in tasca e lo sguardo alto.

- It's been a lot since the last time we walked together somewhere -

- Yeah, something like five years -

Da fuori chi li vedeva poteva pensare che ci fosse tensione fra di loro ma in realtà la loro amicizia o meglio, la loro conoscenza era sempre stata così.
Poche frasi e tante parole non dette.
Camminarono fianco a fianco, rompendo spesso il silenzio con qualche domanda e qualche sorriso, fino ad arrivare alla Tête de Chien, la punta panoramica del principato, da dove si poteva vedere tutta la bellezza di esso.

- Davvero? Alla Tête de Chien? -

Sinne guardò il monegasco.

- Non potevo non portarti nel nostro posto -

La pilota salì su una roccia sopraelevata, per osservare in tutta la sua bellezza Monaco.
Il porto e I quartieri più famosi erano davanti a lei, incastonati nel mare cristallino e nella collina verde su cui erano saliti.
Charles si mise accanto a lei e la guardò perdersi nel panorama che quel punto offriva.

- Vengo sempre qui durante la mia corsa mattutina -

Sinne non chiese come mai lo facesse, perchè lei faceva la stessa identica cosa.
Lo faceva perché quel posto le ricordava lui, la faceva sentire bene e la faceva scappare un po' da quella che era la sua realtà dura e fredda.

Il pilota Ferrari salì su una delle rocce dietro alla ragazza e le mise le mani sulle spalle.
La norvegese sospirò a quel contatto ma lui decise di non allontanarsi, facendole pian piano capire che lei aveva bisogno di quei piccoli momenti per non impazzire.
Sentiva I suoi muscoli prima induriti lentamente rilassarsi e il suo respiro tornare regolare.
Lei invece percepiva il calore del suo corpo vicino al suo e quello delle sue mani che le carezzavano le spalle ; il suo profumo creava una bolla che li chiudeva insieme, proteggendoli dal mondo e facendole dimenticare per un attimo i sensi di colpa che la divoravano per quanto successo in Bahrain.

- Charles? -

- Mh mh -

Sinne appoggiò una delle sue mani su quelle del monegasco, accarezzando la sua pelle.

- Grazie -

Heaven- MV1 & CL16Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora