ITA/QUALI - 2 -

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Sinne uscì dal paddock quando il sole era già tramontato sull'Emilia Romagna.
Camminava lungo i motorhome con le mani nella tasca della sua felpa rossa e si guardava intorno, ammirando i riflessi della poca luce naturale che ancora illuminava l'autodromo.
Aveva terminato la terza parte della sessione di qualifica con il terzo tempo su una pista asciutta, con la perfetta possibilità di prendere la scia della RB18 guidata dal campione del mondo in carica.

Arrivando nel parcheggio si stupì, notando una Ferrari nuova di zecca ferma davanti al cancello, e si avvicinò al finestrino abbassato con l'intento di chiedere al proprietario della supercar italiana di spostarsi per farla uscire.

- Charles? -

Il sorriso del monegasco la illuminò, invitandola a salire.

- I gave up in Australia, now I have to get to the hotel -

La norvegese disse quelle parole tenendo le mani nella tasca sul davanti della felpa, scaldandosele e sapendo che non poteva dire di no a Charles.

- Come on, I'll take you to the paddock tomorrow-

Sinne sbuffò amichevolmente e salì sulla vettura rossa e scintillante, allacciandosi la cintura di sicurezza.
Subito il pilota Ferrari sfrecciò sulle strade italiane, lasciando I finestrini abbassati e lasciando l'aria lambire il viso rilassato della passeggera mentre una piccola conversazione si stava formando.

- This isn't the way to the hotel, Charles -

Il monegasco sorrise al suono soave del suo nome pronunciato dalla sua voce grave e sensuale.

- I know -

La pilota lo guardò con sguardo torvo, facendogli capire che avrebbe dovuto portarla in camera sua il più presto possibile o per lui non sarebbe finita bene, ma Charles, rilassato alla guida della sua Ferrari, continuò per la sua strada senza sembrare toccato dalle minacce della norvegese.
Quando erano più giovani avevano avuto molte occasioni come quella.
Entrambi avevano guidato kilometri e kilometri lungo la Lombardia quando il weekend era quello di Monza e lungo la costa adriatica quando invece la gara si teneva all'autodromo di Imola.
Quella pratica tranquillizzata entrambi e li legava molto di più, nel loro silenzio e nelle parole piene di significato che scambiavano ogni tanto.
Le guide avevano aiutato Charles, dopo la morte del padre, e Sinne quando non voleva altro che mollare tutto e scappare dalle sue cicatrici invisibili e dalla fama.

Il monegasco si prese un momento per osservare la ragazza seduta accanto a lui, senza stancarsi mai dei suoi piccoli dettagli.
Le luci dei lampioni venivano riflesse sulle sue iridi, che incutevano timore ma che nascondevano la paura che lei non voleva mostrare a nessuno.
Teneva le mani nascoste e le caviglie incrociate con le ginocchia lontane l'una dall'altra mentre, con una delle guance appoggiata alla portiera dell'auto a guardare le piccole bellezze che l'Italia teneva nascoste agli occhi di tutti.
Quando Charles imboccò una strada secondaria Sinne si girò verso di lui, sorridendo e capendo il motivo della scampagnata.

- Seriously? -

Il pilota Ferrari la guardò e le mostrò le sue meravigliose fossette, felice nel vederla così.

- You remember that? -

Charles parcheggiò, afferrando il portafoglio e il telefono per poi correre ad aprire la porta alla sua passeggera.

- After you, mademoiselle -

Sinne scuotè la testa, trovandosi davanti al suo ristorante preferito.
Lo avevano scoperto quando erano ai loro primi anno in Prema ed era come un rituale per loro.
Si sedevano al tavolo accanto alla finestra e ordinavano i passatelli agli agrumi per poi passare la loro serata a chiacchierare e ad osservarsi in silenzio.
Non avevano mai portato nessun'altro lì perché quello era il loro posto ed era un ritrovo quasi sacro.

Heaven- MV1 & CL16Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora