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" Little run with me to get off the adrenaline, thief? "

Sinne, seduta sul terrazzo della sua suite aveva legato i suoi capelli in due trecce alla francese, pensando di passare le prime ore della mattinata a godersi il profumo del pane appena sfornato a cavallo della sua bicicletta da corsa.

"Can't you just run alone? Come on, I'm not your mum little Max "

Finì di bere il suo estratto ma il suo telefono vibrò ancora, facendola sbuffare.

" Watch under your balcony and you shouldn't say I'm little, Strøm, or I'll have to demonstrate something to you "

Si alzò dalla poltrona e si sporse dal parapetto, vedendo l'olandese con le mani in tasca in mezzo al viale che portava all'albergo.

- I could murder you! -

Max le rivolse un occhiolino, facendole venire il dubbio sulla scelta tra andare con lui e probabilmente passare una mattinata abbastanza noiosa e perlustrare Imola su due ruote.
Allora si infilò le scarpe da corsa e scese i gradini lentamente per farsi aspettare dal campione del mondo in carica a cui aveva rubato la pole position il giorno prima.
Uscì con calma dalla porta scorrevole della hall, trovandosi davanti il biondo che la guardava dall'alto al basso stretto in una maglia termica; aveva i capelli scompigliati in un modo che faceva impazzire la norvegese e gli occhi azzurri che sembravano ancora più profondi alla luce della prima mattina.

- Think you'll beat me like yesterday? -

- So you admit it, Verstappen? -

Il pilota si avvicinò a lei, arrivando così vicino al suo viso da percepire il suo respiro caldo sul collo. Sinne alzò il viso, senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi glaciali e poi lo guardò iniziare a correre in uno sprint davvero stupido.
Infatti l'olandese resse quella velocità per quattrocento metri e poi venne sorpassato dalla norvegese che, senza pietà, teneva una velocità media abbastanza alta ma che sapeva di poter sopportare.

Correvano fianco a fianco, guardando davanti a loro ma sentendo i respiri affannati ed affamati dell'altro mentre passavano in rassegna qualsiasi strada della città italiana osservandosi di tanto in tanto.
Chi li vedeva da fuori vedeva due leoni senza limiti, determinati ad avere la meglio sull'altro a qualsiasi costo.
Nessuno dei due avrebbe ammesso di aver sbagliato, avrebbe assunto la colpa di qualcosa o avrebbe parlato di come la vicinanza lo cambiasse, alcune volte in meglio altre invece in peggio.

- Are you tired? -

Sinne si girò e gli sorrise arrogantemente facendogli notare quanto fosse bella ed attraente sudata e nel bel mezzo di una corsa.

- Never. -

La leggenda iniziò ad allungare il passo, seguita dal campione e sentendolo faticare dietro di lei si fermò davanti ad un parco dove prese del tempo per tenere i muscoli caldi con dello stretching.
Lì la sua maglia si alzò, mostrando due file di addominali perfetti come scolpiti nel marmo e Max iniziò a respirare pesantemente, cercando di camuffarlo con la sessione di allenamento che aveva appena terminato.

- Come on tell me what's going on -

Guardò l'olandese che aveva lo sguardo rivolto verso di lei, confuso.

- What? -

Sinne si avvicinò, sapendo di metterlo alla prova e quello le dava tanta, troppa adrenalina.

- I know what you're thinking about, super Max -

Appoggiò la mano su uno dei suoi pettorali pronunciati e lo guardò negli occhi, facendogli capire che non sarebbe stato facile per lui avere a che fare con lei.

Heaven- MV1 & CL16Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora