1 - Nyx

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<Nyx devi svegliarti o farai tardi a lavoro> la voce di mia sorella Amaya mi fa balzare fuori dal letto.

Prendo il telefono e vedo che sono già le sette e mezza, se mi muovessi dovrei riuscire a domare l'ammasso di ricci biondi che mi ritrovo, così da non sembrare una pazza con un albero in testa al posto dei capelli.

Vado in cucina, trascinando i piedi, con una voglia di vivere pari a zero. Odio svegliarmi presto e soprattutto intraprendere conversazioni al mattino. Mi siedo al tavolo e Amaya mi mette una tazza di latte caldo sotto al naso accompagnato dai miei cereali cioccolatosi, una delle poche gioie del mattino. Sussurro un grazie quasi impercettibile e inizio a gustarmi la colazione.

<Oh un leoncino sta facendo colazione> per essere sincera c'è una cosa, o per meglio dire un individuo, che è peggio delle persone che parlano al mattino presto e quella persona non è altri che Aiden il cagacazzo Mount.

L'ho conosciuto per caso, un giorno sono tornata a casa e l'ho trovato sul mio divano a ridere e scherzare con mia sorella e il suo fidanzato Austin, dal nostro primo incontro è stato odio a prima vista da parte di entrambi, ma la cosa peggiore di tutti è che è il figlio del mio capo, William Mount, nonché proprietario della Mount Corporation, una delle aziende più grandi di New York.

Lavorare per il padre non ha fatto altro che peggiorare il nostro rapporto viste le attenzioni che il padre mi riserva, non sessualmente parlando ovviamente, ma il suo continuo complimentarsi con me per il mio ottimo lavoro all'interno dell'azienda, non ha di certo aiutato me e il figlio a fare amicizia, se così si può dire.

Nell'ufficio circolano varie voci sul loro rapporto, infatti da quel che ho sentito fra i due non scorre buon sangue e, anche se non li ho mai visti litigare, non ho neanche visto William complimentarsi con lui, nemmeno dopo la chiusura di un grande contratto da parte di Aiden.

Non posso capirlo molto in realtà, a differenza sua io non ho un padre o per meglio dire ce l'ho ma è morto quando avevo solo quindici anni, e ci sono sempre andata d'accordo. Quindi mi risulta difficile mettermi nei suoi panni o capire cosa gli passi per la testa quando ci vede andare tanto d'accordo, cosa che con lui sembrerebbe non succedere mai.

Nonostante tutto ogni volta che ho a che fare con lui mi viene in mente una domanda: quante volte nella vita si può aver voglia di uccidere la stessa persona? Perché ammetto che, se non rischiassi di andare in prigione e forse anche di perdere il posto di lavoro, lo avrei ucciso già da tempo. Potrebbe anche sembrare l'uomo dei sogni, bello, alto, ricco e persino scapolo, nonché l'uomo più ambito della grande mela, se non fosse che ogni volta che apre bocca ti fa salire una voglia irrefrenabile di colpirlo con una spranga in faccia.

<Quante volte devo dirti di non chiamarmi così?> i miei capelli ricci e tinti di biondo mi fanno davvero sembrare un leoncino, motivo per il quale tendo a lisciarli o a fargli morbide onde ogni qualvolta che li lavo, ma da quando questo stronzo mi ha vista per puro caso con i miei capelli al naturale non ha fatto altro che tormentarmi con questo nomignolo del cazzo.

<Mica è colpa mia se sembri uscita dalla giungla> cos'ho fatto di male nella vita? Non sarò la persona più brava del mondo, ma non mi meritavo una tale tortura. Decido di ignorarlo e continuo a mangiare i miei amati cereali come se lui non fosse seduto vicino a me a sorseggiare il suo caffè nero e amaro come il mio umore quando lo vedo.

Ormai non mi chiedo più come faccia ad essere in casa mia, convivendo con mia sorella capita più volte che lui venga qui con Austin.

Aiden inizia a fissarmi con quegli occhi verdi che ahimè sono troppo belli per essere parte di una persona così fastidiosa e come se due smeraldi in faccia al posto degli occhi non bastassero bisogna aggiungere i suoi quasi due metri di altezza, muscoli che farebbero invidia a un dio greco e un patrimonio così grande da renderlo uno degli uomini più ricchi del mondo.

La vita è proprio ingiusta, a differenza sua io sono ordinaria, occhi marroni, capelli che se non fossero tinti sarebbero castani e tanta voglia di crescere dovuta al mio metro e 60 scarso.

Finisco di mangiare e dopo aver sciacquato la tazza la metto nella lavastoviglie, tutto sotto lo sguardo di Aiden che segue attentamente ogni mia mossa, soffermandosi più volte sul mio sedere fasciato da un paio di pantaloncini da yoga.

<Se continui a fissarmi il culo me lo consumi>

<Mica è colpa mia se al mattino l'unica cosa bella che c'è da guardare è il tuo culo- mi fissa in volto prima di aggiungere- a differenza della tua faccia> prendo la spugna dal lavandino e gliela lancio in faccia sentendolo grugnire per il fastidio, poi gli faccio il dito medio e vado in camera mia con la sua risata in sottofondo, come se fosse felice di avermi fatta incazzare anche oggi.

Sbuffo e mi guardo allo specchio: cerchi neri intorno agli occhi, riccioli che vanno in ogni direzione e uno sguardo mezzo addormentato che mi fanno quasi venire voglia di dare ragione a quel cavernicolo. Smetto di fissare il mio riflesso e inizio a prepararmi: morbide onde ai capelli e un trucco leggero per coprire le occhiaie e ravvivare un po' lo sguardo. Decido di optare per un vestitino verde che scende morbido sul corpo fino a metà coscia, la leggera scollatura mette in mostra quel poco che c'è da vedere grazie all'aiuto del mio amato push-up e gli stivali neri alti fino al ginocchio slanciano un po' la mia figura mediocre.

Una volta presentabile esco dalla stanza trovando Aiden a conversare con Austin, che non avevo visto fino a quel momento, lo saluto con un bacio sulla guancia ignorando l'altro essere fastidioso e mi dirigo alla porta.

Guardando l'ora mi rendo conto di essere in ritardo, quindi prendo le chiavi di casa e mi incammino velocemente sperando di arrivare prima della metro anche se è impossibile visto che dista circa dieci minuti da casa mia e io ne ho solo cinque a disposizione.

Sento dei passi dietro di me, ma non ho neanche il tempo di girarmi che sento la sua voce <Ti serve un passaggio Leoncino?> faccio finta di non averlo sentito e proseguo per la mia strada, andare al lavoro in macchina non sarebbe una brutta idea se non fosse per l'assenza di parcheggi liberi nelle vicinanze, problema che lui neanche si pone, essendo il figlio del capo ha il suo posto privato in cui ogni volta mette una macchina diversa.

<Non te lo chiederò una seconda volta> Aiden mi odia, non mi ha mai offerto un passaggio; eppure, ci conosciamo da più di due anni e mi sono ritrovata in situazioni ben peggiori come la pioggia fortissima e l'assenza di un ombrello, ma non mi ha mai aiutata, il suo unico obbiettivo è sempre stato infastidirmi; quindi, non capisco questa gentilezza da dove arrivi. Ha chiaramente capito che arriverei tardi se non andassi con lui, eppure invece di farmi prendere un richiamo, cosa per cui goderebbe tantissimo, si propone di aiutarmi? La cosa mi puzza abbastanza. Sto per rifiutare, però così facendo prenderei un rimprovero; quindi, decido di rischiare il tutto per tutto fidandomi di lui. Mi giro lentamente e lo vedo, con un sorrisino odioso stampato in faccia, poggiato sul suo bellissimo Porsche Cayenne.

<È una trappola?> chiedo per sicurezza, anche se son certa che non risponderebbe di si, un po' come quando ti entrano i ladri in casa e dopo aver sentito un rumore chiedi "C'è nessuno?" di certo non ti risponderanno "Si, siamo i ladri, rubiamo due cosette e ce ne andiamo". Aiden si limita a ignorare la domanda e a farmi segno di entrare in macchina. Mi arrendo e salgo in auto poco felice della mia scelta, aspetto che lui faccia la stessa cosa e una volta dentro entrambi, mette in moto e parte. Che abbia inizio un'altra delle mie fantastiche giornate.

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