22 - Nyx

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Mi sveglio avvolta da un masso di muscoli succulenti che non aiutano di certo la mia libido che nell'ultimo periodo stranamente è al suo picco.

Apro di più gli occhi e metto a fuoco quello che c'è davanti a me, degli addominali così ben scolpiti che sembrano surreali e abbassando lo sguardo noto una V possente che scompare nelle mutande, stesso posto in cui scompare una delle mie mani.

Cazzo, oh cazzo.

Chiudo gli occhi e li riapro sperando di aver visto male, peccato che la vista non è l'unico senso che sente quell'errore fatto da addormentata; infatti, anche il tatto mi permette di capire che quello che ho in mano è un pene grande e grosso.

La mia mano è stretta forte al suo membro come se stessi cadendo da un dirupo e quello fosse l'unico appiglio per evitare di finire nel precipizio.

Ho sempre avuto questo problema quando dormo, tendo a inserire la mano nell'elastico delle mie mutande fino a farla uscire sulla coscia; peccato che Aiden indossi i boxer e non gli slip cosa che immagino mi abbia impedito di far uscire la mano con una certa facilità e che ha finito per intrappolarla e farla aggrappare alla prima cosa che ha trovato.

Perché succede tutto a me?

Nel caso in cui se ne accorgesse, potrei provare a spiegarglielo, ma immagino che sarebbe inutile, inizierebbe a sfottermi e a darmi della maiala.

Le mie guance iniziano ad accaldarsi per l'imbarazzo mentre cerco di liberare la mia mano, peccato he facendolo libero anche qualcos'altro, mettendo in bella mostra il glande del grande amichetto con cui non riesco a fare tutta quest'amicizia visto che non è ancora stato accettato dalla mia vagina.

Ma che cazzo sto dicendo? E perché sono incantata a quella vista?

Cerco di spingerlo leggermente finché non è totalmente ricoperto dal tessuto nero dei boxer.

Perfetto, pericolo scampato, o almeno credevo.

Quando alzo lo sguardo verso Aiden lo becco a fissarmi con le mani dietro alla testa e un sorrisino che accompagna il suo viso ancora assonnato, ero così distratta da non essermi nemmeno accorta che le sue braccia non erano più intorno al mio corpo.

Dio santo se non sono svenuta alla vista del suo cazzo, potrei tranquillamente svenire adesso.

Lo guardo cercando di nascondere l'imbarazzo, ma prima che lui possa aprire bocca lo spingo giù dal letto impanicata.

Cazzo.

<Scusa> bisbiglio mentre mi fulmina con lo sguardo massaggiandosi le parti dolenti dalla caduta.

<Certo che sei strana, prima mi molesti nel sonno e poi cerchi di uccidermi>

Ecco lo sapevo che avrebbe frainteso.

<Io non... non ti stavo molestando> cerco di spiegargli la situazione <Quando dormo tendo a infilarmi le mani nelle mutande> però più il mio racconto va avanti, più mi rendo conto di quanto io sembri una pervertita, oltre al fatto che lo dico in un modo così poco credibile, che sembra quasi io mi stia arrampicando agli specchi.

<Ti credo> sposto leggermente le mani con cui mi ero coperta la faccia per cogliere nella sua espressione un qualcosa, ma sembra credermi davvero.

<Dici sul serio?> chiedo conferma, sperando di non risultare ancora meno convinta della mia stessa storia che però per quanto assurda è vera.

<Si, mi è capitato un paio di volte di entrare nella tua camera mentre dormivi e ho notato questa cosa, anche se non pensavo ci fosse il rischio che la tua mano finisse nelle mie di mutande>

Heart's isolationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora