𝐼𝑙 𝑀𝑖𝑜 𝑅𝑖𝑓𝑙𝑒𝑠𝑠𝑜 𝑁𝑒𝑖 𝑇𝑢𝑜𝑖 𝑂𝑐𝑐ℎ𝑖.

2. Nello Stesso Posto.

"È questo quello che vuoi?"
"Non lo so se è quello che voglio, ma è quello che sento"

Iniziò in quel modo la rottura definitiva di Gianni e Mia. In quell'attimo, tutto si era stravolto, cambiando drasticamente. Mia amava Gianni più di quanto amava se stessa, e Gianni provava la stessa cosa. Ma in quel momento i sentimenti non erano così forti. In quel momento, il loro amore venne messo in secondo piano.

Quel momento aveva distrutto la loro vita, quella vita che da tutta una vita sognavano di vivere. Quella senza troppi intoppi, quella che una vera e propria principessa accanto al suo principe viveva continuamente. E invece si erano ritrovati a vivere una vita separati. Gianni le aveva detto che era come tutte le altre, che Mia aveva distrutto il loro incantesimo. Ma se invece quella magia che c'era fra loro aveva bisogno di un attimo di pausa prima di diventare più forte?

Era questo il pensiero di Mia, che una volta aperto gli occhi, si trovò davanti altri passeggeri: era ancora nell'aereo. Eppure sperava che tutto fosse un incubo. Un incubo che non avrebbe più ricordato. Si ricordò dell'esatto momento in cui Gianni le aveva voltato le spalle, quasi come se volesse eliminare quello che c'era stato fra loro. Ma come si poteva cancellare? Come si potevano strappare quelle pagine che una volta erano completamente bianche, e che Gianni e Mia avevano riempito di nero?

Durante il servizio fotografico per il libro di Erica, ognuno di loro si aspettava una risposta positiva, per quanto riguardava la partenza nei Balcani. Ma Gianni sorprese tutti, più precisamente la sua prima ex fidanzata, per l'appunto, Erica. Non sarebbe andato nei Balcani, sarebbe andato altrove e nessuno di loro poteva sapere dove. Dopo essersi scambiato uno sguardo con Mia, la salutò con un semplice cenno del capo, per poi volare via: l'albatros aveva lasciato il suo nido.

Mia aveva notato un enorme cambiamento negli occhi di Gianni, l'ultima volta che l'aveva visto: quegli occhi che lei tanto amava, erano diventati bui, vuoti, spenti. Senza nessuna luce attorno. Non erano profondi come se li ricordava, ma erano cupi. La riportò alla realtà una voce che informava ogni singolo passeggero che a momenti sarebbero arrivati a Roma, avrebbero dovuto fare tutti i controlli prima di essere ufficialmente liberi.

Mia sospirò profondamente, per poi portarsi una mano sul ventre. Non riuscii più a trattenere le lacrime, mentre quella mano faceva su e giù con delicatezza. Uscii il telefono dalla tasca, consapevole che non avrebbe potuto fare nulla ed entrò nella chat di Can.

Com'è possibile che dopo tutto ciò che è successo, io pensi ancora a te? Dopo che mi hai rovinata, distruggendo il mio cuore e la mia anima.

Inviò quelle parole, sapendo benissimo che non solo non sarebbero arrivati prima di scendere dall'aereo, ma anche che Gianni non l'avrebbe mai letto. Strizzò gli occhi, una volta che si accorse che l'aereo stava scendendo e quindi, era ufficialmente arrivata a Roma.

Da tutt'altra parte invece, qualcuno impugnava la sua macchina fotografica come se fosse l'unica cosa importante della sua vita. E invece, lo faceva per distrarsi dai suoi pensieri negativi. Non aveva voglia di piangere, aveva passato mesi e mesi con lacrime che solcavano il suo viso e in quel momento non ne aveva più intenzione. Sospirò, prima di scattare un immagine profonda: era l'alba.

«A quanto pare non sai fare a meno della fotografia» lo riprese qualcuna, facendolo ridacchiare a malapena.

«No, da quello che conosci di me, dovresti sapere che la mia macchina fotografica è tutto per me»

Quella macchina fotografica era Mia. Ogni cosa che faceva parte della vita di Gianni e aveva una singola importanza era Mia. Da quando l'aveva lasciata, non aveva fatto altro che pensare a lei. Il suo cuore si collegava molto spesso al cuore di Mia. I suoi occhi si persero ogni volta verso l'orizzonte, sperando di vederla. Le sue gambe camminarono sulla spiaggia fino al tramonto, pur di incrociarla.