10. Discussioni.

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Mia e Gianni erano nuovamente addormentati l'uno sopra l'altra e neanche se ne erano resi conto. Ormai il loro desiderio era più forte di qualsiasi altra cosa e per ottenere quello che volevano, nonostante la rabbia e l'orgoglio, erano disposti a fare l'impossibile.

Mia era infuriata con lui, aveva paura di essere lasciata nuovamente da sola, e quale miglior occasione di farlo ingelosire per ottenere attenzioni da parte sua? Quelle attenzioni che non le aveva dedicato per mesi interi e che le mancavano. Mentre Gianni era deluso da se stesso, anche se quel minimo che rimaneva, era per Mia. Non aveva ancora compreso la vendita del profumo, ma ad ogni modo l'avrebbe lasciata superare, perché pensava che tutto meritasse una seconda occasione. Mia meritava una seconda chance.

Arrivarono a Los Angeles dopo altre ore di volo burrascose, dove si sono attaccati molto spesso. I due avevano bisticciato, ma avevano risolto per i fatti loro. Recuperati i bagagli, Mia si diresse da sola verso la hall dell'hotel che l'avrebbe ospitata, ma Gianni scoppiò a ridere, facendola fermare.

«Che c'è? Perché ridi?»

«Non conosci l'italiano, figuriamoci se riusciresti a parlare con gente del genere. Sai, a Los Angeles, la lingua più parlata è lo spagnolo, anche più dell'inglese»

«Senti tesoro, posso comunque parlare inglese, non sono una fiasca in tutto. Ho pubblicato un libro che è stato venduto in tutto il mondo, secondo te non dovrei conoscere le basi?»

«Ma di italiano e spagnolo non conosci nulla Mia» continuò a ridere Gianni e Mia si avvicinò con aria di sfida.

«Di italiano, di spagnolo, ma del resto sai qualcosa? No, sei rimasto lontano da me per mesi. Il mio nuovo amico mi ha insegnato qualcosa in più, va bene Gianni?»

«Come si chiama questo tuo nuovo amico sentiamo?»

«Paolo» Gianni ebbe un dejavu. Si ricordò di quando chiese a Mia il nome del suo "fidanzato" e lei rispose "Roberto". Quasi trattenne una risata, ma cercò di rimanere serio, avvicinandosi ancora di più a Mia. Questa volta erano veramente vicini, i loro nasi si sfiorarono e i loro occhi si cercavano.

«Non mi stai prendendo in giro vero Mia?»

«Perchè dovrei scusami?»

«Visto che l'hai già fatto... Insomma, non sarebbe qualcosa di inaspettato. Quando torneremo a New York me lo farai conoscere?»

«Chi ti dice che io voglia fartelo conoscere o che lui abbia una buona opinione di te? Sai vero che abbiamo parlato del fotografo che viaggia per tutto il mondo? Quante cose abbiamo detto, non ne hai idea. Lui preferirebbe che io stia alla larga da te, e se solo venisse a sapere che ti sto parlando...»

«Cosa farà?»

«Verrà a picchiarti lui stesso. Sa quello che mi hai fatto Gianni, e vuole che tu stia alla larga da me»

«Davvero è così? Allora veditela da sola, ragazzina» disse Gianni e mentre cercava di non ridere, si allontanò da Mia. Aveva capito che era una presa in giro, conosceva troppo bene Mia. Nessuno aveva idea della gravidanza e quel Paolo, se realmente esisteva, mai l'avrebbe lasciata partire da sola. Sia se fosse stato a conoscenza della gravidanza, sia se non ne fosse stato a conoscenza. A meno che, non era qualcuno di completamente opposto alla descrizione che Gianni si era immaginato, li ci poteva anche stare.

Ma come si poteva lasciare da sola Mia? Gianni non aveva nulla da dire, lui era stato il primo a farlo. L'aveva abbandonata guardandola dritta negli occhi, le aveva lasciato la mano quando Mia aveva bisogno di lui. L'aveva mollata quando Mia gli aveva salvato la vita. Era normale che lei avesse paura.

Gianni si fermò sui suoi passi, ritrovandosi immobile e con gli occhi lucidi. Se Mia avesse usato "Paolo" come scudo per proteggersi? Aveva realmente paura di una vicinanza di Gianni? Aveva paura che lui potesse abbandonarla ancora?

𝐼𝑙 𝑀𝑖𝑜 𝑅𝑖𝑓𝑙𝑒𝑠𝑠𝑜 𝑁𝑒𝑖 𝑇𝑢𝑜𝑖 𝑂𝑐𝑐ℎ𝑖.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora