14. Rivelazioni Inaspettate.

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Non c'era bisogno di altre affermazioni o frasi in sospeso, Mia aveva capito alla lettera quello che Gianni aveva intenzione di fare. Se non fosse stata lei a fargli leggere il suo libro, lui in un modo o nell'altro avrebbe risolto quel problema da solo. Arrivati in camera, Mia ordinò a Gianni di sedersi a letto, e ciò che la sorprese, fu che Gianni eseguì quell'ordine senza ribattere. La fece sorridere, e poi andò a sedersi al suo fianco.

«La mia voglia di farti leggere il libro è alta sai? Però... Voglio che prima tu esegua qualcosa per me. Io ti darò degli ordini e tu dovrai fare esattamente quello che ti chiedo senza sbagliare di una virgola»

«Cos'è abbiamo invertito i ruoli? Tu padrona, io assistente?»

«Vuoi leggere il mio libro si o no?»

«Nostro. Comunque si»

«Bene, allora alzati. Non mi va di cambiarmi, quindi escimi qualcosa dalla valigia e fai come se fossi io... Cambiami» Mia si rese conto dopo poco della richiesta che aveva fatto. Gianni avrebbe accettato volentieri, ma lei avrebbe dovuto mettersi nelle sue mani pur di ottenere quel cambio. Ma poi si ritrasse, sollevandosi. Gianni la guardò trattenendo una risata.

«Ho cambiato idea, voglio cambiarmi da sola. Tu piuttosto riempimi un bicchiere d'acqua. Sono stanca, queste richieste andranno avanti fino a domani sera. Ventiquattr'ore»

«Cosa? Solo per sfogliare un paio di pagine?»

«Non sono un paio, ma più di cento per l'esattezza»

«Ah Mia, d'accordo. Facciamo tutto quello che richiedi, ma non dimenticarti che stai facendo anche tu quello che ho richiesto. Mi stai permettendo di leggere il libro»

«Perchè so cosa saresti in grado di fare se non te lo permettessi. Comunque, bando alle ciance. Il mio bicchiere d'acqua dov'è?» Gianni non le rispose, piuttosto si avvicinò a lei, provando a sedurla col solo sguardo. Mia indietreggiò, fino a raggiungere la parete e Gianni si piazzò davanti.

«Dov'è il tuo bicchiere d'acqua? Dimmelo avanti»

«Non lo so, dov'è?»

«Te lo dico io, siamo d'accordo?» Man mano che parlava, le sue labbra si avvicinavano sempre di più a quelle di Mia, che avrebbe voluto fuggire. Ma d'altra parte, il contatto con quella bocca non se lo sarebbe mai risparmiata.

«Cos'hai intenzione di fare?»

«Qualcosa. Ma promettimi che qualsiasi cosa sia, tu me lo lascerai fare»

«Dipende, non ti lascerò libero accesso al mio corpo»

Gianni all'istante portò entrambe le sue mani sul volto di Mia per poterla bloccare e puntò la bocca sulla sua. Rimase fermo, voleva godersi quel sapore.

«Ancora non hai capito che piuttosto che toccarti contro la tua volontà, io preferirei morire» Quella frase sussurrata sulla bocca di lei, aveva innescato un sacco di brividi lungo la spina dorsale. Mia annuii silenziosamente, per poi prendere il controllo del bacio. Portò una mano fra i lunghi capelli di Gianni e ci giocò, mentre il bacio divenne più profondo.

Le loro lingue si scontrarono sempre di più, e Gianni la sollevò dalle natiche, mentre Mia allacciò le gambe intorno alla vite. Non smettevano di baciarsi. Non smettevano di volersi. Di desiderarsi.

Quei baci erano l'inizio di qualcosa. Che fosse un nuovo inizio per la loro storia? Dopo essersi seduto a letto e aver lasciato Mia su di lui a gambe aperte, il telefono di lei prese a squillare, ma senza permettere ai due di allontanarsi.

In quel momento nient'altro aveva la precedenza. Era da troppo che non erano così vicini, da troppo che non avevano un momento così intimo. Ma Mia decise di allontanarsi per spegnere il cellulare. Era pesante ed inopportuno.

Notò che a cercarla era Mattia, ancora. Rifiutò la chiamata, fingendo di nulla, ma non appena si trovò Gianni alle sue spalle, sobbalzò. Aveva visto chi cercava la sua Mia e si era irrigidito. Ma lei poggiò nuovamente le labbra su quelle di lui per baciarlo. Un piccolo bacio che sedò quella rabbia

«Calmati, sono qui» mormorò, per poi baciarlo ancora e ancora senza più fermarsi. Quella volta fu Gianni ad indietreggiare, e nel mentre faceva scendere una mano sul sedere di Mia che approfittò a stringere nelle sue dita. Mia non si allontanò, al contrario, morse il labbro inferiore di Gianni che avvertì la pelle infuocare.

Il telefono di Mia suonò nuovamente, ma questa volta per l'arrivo di un messaggio. Sfortunatamente fu costretta ad allontanarsi, aveva ansia che fossero i suoi genitori, ma era nuovamente l'incubo di Gianni: Mattia.

«Ma cosa vuole? Dio mio»

«Dice di rispondere alla sua chiamata perché è urgente»

«Vuoi rispondere?»

«Voglio solo togliermelo davanti»

«Fai come vuoi»

Inutile a dirsi, ma Gianni c'era rimasto male. Avrebbe preferito una Mia che ignorasse le continue chiamate o i continui messaggi di Mattia, ma non avvenì. Mattia la ricontattò e Mia rispose, mostrandosi fredda.

«Ciao Mia»

«Ciao Mattia»

«Stai bene? Noto con piacere che se non siamo noi a cercarti, tu non mostri un cenno di interesse» Quella frase l'aveva ferita. Mia voleva cercare la sua famiglia, voleva cercare ognuno di loro. Ma si sentiva male, nascondeva una gravidanza avanti di tre mesi e una nuova possibile relazione con Gianni. Come poteva parlargli come se niente fosse?

«Mattia avevo richiesto ad ognuno di voi di lasciarmi in pace, sono venuta qui per schiarirmi le idee, per non pensare a niente e nessuno. Ma di certo non puoi dirmi che se non chiamate voi io non mi faccio sentire. Non puoi capire quello che sto passando va bene? Non sono bellissime giornate, ho paura di quello che può succedere e non sorrido come una volta. Della Mia precedente non c'è più traccia, Mattia. Mi avevi detto che fosse importante, quindi sbrigati a parlarmi perché non ho tutto il tempo» Gianni era balzato in piedi preoccupato. Aveva chiesto a Mia di mettere il vivavoce e lei lo aveva accontentato, nonostante avesse paura che Gianni poteva parlare dal nulla. Ma lui rimase in silenzio, rispettandola.

«Mia volevo soltanto sapere come stessi. Tutti noi abbiamo notato che non sei più quella di una volta, specie quando sono dai tuoi genitori. Ne parliamo sai?» Mia si sentii cedere sulle gambe, se non fosse stato per Gianni sarebbe caduta. Entrambi avevano sgranato gli occhi.

«Che significa quando sono dai tuoi genitori, ne parliamo sai?»

«Mia, da quando sei andata via vado a casa dei tuoi genitori per pranzo e alcune volte anche per cena. Parliamo molto spesso di te, ai loro occhi sono un bravo ragazzo e a quanto pare, vogliono che tu dimentichi quel bastardo tramite me. Quindi quando torni, se ti va, possiamo vederci... Anche solo come amici Mia, ma l'importante è che ti dimentichi di quel mostro che ti ha lasciata così, su due piedi» Gianni aveva serrato la mascella e stretto i pugni. Voleva parlare, ma Mia lo sorprese. Portò la mano libera sulla sua e gli fece l'occhiolino.

«Basta segreti e bugie» mormorò a Gianni, che però non capii cosa volesse dire.

«Hai detto qualcosa Mia?» domandò Mattia, avendola sentita sussurrare. Ma non aveva capito nulla. Mia però, non solo sconvolse Gianni, ma soprattutto Mattia. Gianni era rimasto con un sorriso sul viso e le lacrime agli occhi, mentre Mattia era rimasto con la bocca spalancata.

«Si Mattia, quel mostro o bastardo, come lo chiami tu, diventerà padre di mio figlio. Sono incinta»

𝐼𝑙 𝑀𝑖𝑜 𝑅𝑖𝑓𝑙𝑒𝑠𝑠𝑜 𝑁𝑒𝑖 𝑇𝑢𝑜𝑖 𝑂𝑐𝑐ℎ𝑖.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora