11. Riavvicinamento?

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Qualche minuto più tardi, entrambi si ritrovarono stesi sul loro letto. Gianni era immerso nei pensieri, mentre Mia aveva una forte nausa e dei capogiri. Il tutto era dovuto alle discussioni che avevano avuto in precedenza. Mia non aveva intenzione di lasciarlo andare, ma non poteva tenerlo accanto in quella maniera. Aveva paura, dentro di sé avvertiva una brutta sensazione. Il cuore batteva a rilento e questo le metteva brividi addosso.

Ma poi cercava di fidarsi, come avrebbe potuto lasciarla ancora una volta? Perché dovrebbe farle un dispetto simile? Decise quindi di provare ad avere una conversazione pacifica, una conversazione che sperava avrebbe messo fine ai loro dissapori.

«Sai, spero sia una femmina» sorrise mentre lo diceva. Il suo sorriso era sincero, talmente tanto, che anche Gianni ricambiò. E Mia avvampò. Era la stessa identica reazione che aveva avuto la prima volta che Gianni aveva aperto le sue labbra in un sorriso. Più passava il tempo, più lei si innamorava di lui.

«Anche io lo spero. Voglio che prenda tutto da te, a partire da sorriso Mia. Quel sorriso che è capace a mandarmi fuori di testa»

«O magari anche i tuoi occhi. Sarebbe bello potermi perdere dentro come ogni volta»

«Non sarebbe male se qualcosina la prendesse da me, ma onestamente, credo sia meglio che venga fuori una tua copia. Perché Mia, sei di una bellezza disarmante ed io amerò lei come non ho mai amato nessuno. Ma ho bisogno di guardarla negli occhi e vederci le tue iridi scure, oppure di osservare le sue labbra e di notare quanto siano così piccole come te. O il suo sorriso, che è immenso così come lo è il tuo. Oppure... Il profumo di neonata, spero che sia forte così come il tuo» Quelle parole fecero sprofondare Mia in uno stato di trans. Era da troppo tempo che Gianni non le parlava in quel modo e lei ne sentiva la mancanza, come mai nulla prima di quel momento.

Si alzò dal suo letto per poi avvicinarsi man mano al letto di Gianni, che osservò la sua donna ad ogni passo, quasi come se avesse paura che da un momento all'altro sarebbe scappata via. Ma Mia sorprendentemente fece cenno a Gianni di sedersi a letto, per potersi successivamente sedere.

Gianni le cinse il fianco con la sua mano, e con l'altra le spostò una ciocca di capelli dietro il suo orecchio, guardandola chiudere gli occhi. Le si avvicinò e col naso inspirò il suo profumo. Mia avvertì una forte scossa, e quindi sospirò. Ricordò di quando per la prima volta in assoluto, Gianni aveva messo le sue mani sul suo corpo. Di quando la sua bocca aveva assaggiato ogni angolo di sé. Di quando le sue mani si erano appropriate di ogni singolo dettaglio di Mia. E da quella unione, era uscito un cuore che batteva.

«Posso essere arrabbiata con te anche cento volte di più del normale, posso oltrepassare il limite della mia rabbia con te, ma non riesco a non starti accanto o a non desiderare le tue mani su di me. O a sentire la tua bocca sulla mia, o che sia il tuo profumo» Mia aveva sorpreso Gianni, che trattenne le lacrime. Quelle lacrime che minacciavano di solcare il suo viso. Quelle lacrime per la rabbia contro se stesso. Non avrebbe dovuto abbandonarla. Non avrebbe dovuto.

«Cos'hai detto?» chiese a tratti, trascinando le sue labbra dal collo fino al lobo dell'orecchio. Rimase fermo in quel punto e Mia inspirò per l'ennesima volta. Decise di seguire se stessa e di non badare a null'altro. Era quello che voleva, e in quel momento la rabbia l'aveva messa in secondo piano. Con la mano destra, riuscii ad intrecciare le dita in quelle di Gianni e pian piano la passò in mezzo alle gambe, fino a quando la mano dell'albatros sfiorò il suo punto più sensibile e Mia si morse il labbro inferiore, sentendosi andare a fuoco.

«Mia» sussurró Gianni, tenendosi il lobo fra i denti. Successivamente scese nuovamente con le labbra, raggiungendo il suo collo e lentamente la baciò. Al contatto con la sua pelle, il corpo di entrambi si scaldò.

«Ripeti quello che hai detto Mia... Non a parole, ma con i gesti. Voglio vederti in azione»

In un primo momento tentennò. Aveva paura di oltrepassare per davvero quel confine, ma dopo qualche secondo se ne fregò e lentamente girò il viso verso di Gianni, incrociando i suoi occhi. I loro nasi si erano scontrati, così come i loro sguardi e le loro labbra.

«Ricordami di odiarti dopo» mormorò Mia, ad un centimetro da quella bocca che assaggiò in pochi secondi. Le loro labbra erano premute l'uno sull'altra, e con un sorriso Can si bloccò, senza mai allontanarsi.

«Non te lo prometto Mia»

Nessuno dei due aveva intenzione di porre fine a quel momento. Le loro labbra si cercarono ancora una volta, ma senza più staccarsi. Avevano bisogno d'ossigeno, era troppo tempo che non avvertivano quel calore o quell'aria fresca che tanto permetteva di respirare. Le loro mani vagavano l'uno sulla pelle dell'altra e non ne avevano mai abbastanza. Gianni fece distendere Mia sul suo letto, per poi sistemarsi su di lei. Si resse con le mani poggiate sul lenzuolo sotto di loro, senza mai allontanare la bocca da quella di lei.

Mentre le loro lingue si scontravano come mai avevano fatto. Anche loro avvertivano quell'estremo bisogno di potersi sfiorare. La mancanza era eccessiva e nessuno dei due aveva intenzione di provarla ancora. Era terribile non potersi avvicinare alla persona che si amava, provavano un forte senso di disgusto ricordando quello che avevano passato. Gianni aveva paura che quello poteva essere solo uno dei momenti di debolezza di Mia, aveva ansia di sentirla nuovamente arrabbiata con lui.

Era qualcosa che non poteva accettare. Avrebbe fatto l'impossibile per cercare di farsi perdonare, non l'avrebbe più ferita e non le avrebbe più spezzato il cuore. Per questo, quando avvertì Mia più fredda e distante, man mano la sua bocca abbandonò quella di lei, ritrovandosela con le lacrime agli occhi. Aveva di nuovo sbagliato qualcosa?

«Che c'è?» le accarezzò la guancia nel mentre. Mia passò l'indice sulla guancia, portandosi via una lacrima e Gianni si sentii soffocare.

«Posso smetterla se vuoi... Se non ti senti a tuo agio con me... Basta una tua parola Mia, soltanto una tua parola. Ed io mi sollevo»

«Non è questo»

«Allora cosa?» Mia non rispose, ma quel suo silenzio Gianni lo interpretò a modo suo. Lentamente si sollevò, ma prese la sua mano. Lasciò lei nella stessa identica posizione di prima.

«Mia io voglio rispettarti in qualsiasi modo possibile. Non voglio varcare quel confine se tu non ne sei sicura. Ti stai proteggendo, stai mettendo al sicuro te e il tuo corpo da un mio possibile abbandono e so che non basteranno le mie parole per farti capire, ma Mia... Io non ti lascerò mai più, e sono disposto a fare qualsiasi cosa pur di ottenere la tua fiducia» sussurró e Mia chiuse i suoi occhi. Gianni annuii silenziosamente e in lacrime si alzò, rimanendo di spalle a lei.

«No»

«No cosa?»

«Non reagire cosi, non voltarmi ancora le spalle Gianni»

Dopo aver sentito il suo tentativo disperato di averlo ancora al suo fianco, Gianni tornò sui suoi passi, sedendosi nuovamente accanto a Mia. La osservò, maledicendosi mentalmente per quello che le aveva fatto.

«Mia non puoi capire quanto mi odio per tutto quello che ti ho fatto passare. Vorrei che tutto fosse stato scritto su un foglio di carta, così basterebbe semplicemente staccare la pagina e stroppicciarla, per eliminare ogni singola traccia» Ci fu un attimo di silenzio dove sia Gianni che Mia pensarono al da farsi.

Ma fu lei a prendere la parola dopo poco.

«Baciami»

Lui pensava di aver sognato, e invece Mia si era sollevata nuovamente. Aveva di nuovo acquistato la stessa posizione di prima. Era seduta sulle gambe di Gianni.

«Baciami, ti ho detto»

«Mia...»

«Baciami e stai zitto»

𝐼𝑙 𝑀𝑖𝑜 𝑅𝑖𝑓𝑙𝑒𝑠𝑠𝑜 𝑁𝑒𝑖 𝑇𝑢𝑜𝑖 𝑂𝑐𝑐ℎ𝑖.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora