28. Penultimo Passo.

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Lo sguardo di Marco avanzò soprattutto verso Mia, che lo guardò rimanendo nel suo: non provava nulla se non ribrezzo, rabbia, delusione. Non aveva mai pensato che i suoi genitori sarebbero arrivati a tanto, pur di andarle contro. Non avrebbe mai pensato che sarebbe stata la rovina della famiglia.

«Ho bisogno di mettere in chiaro questa storia. È Gianni, che ha insistito a venire qui, per chiedere la mia mano, visto che noi ci sposeremo il prima possibile. Fosse stato per me, a quest'ora, saremmo già marito e moglie, perché io non ho dei genitori» buttò fuori Mia, rimanendo con gli occhi fissi sul padre. Persino Angela, aveva assistito a quelle parole ed era rimasta scioccata. Ma non potevano più farci nulla, l'avevano voluto loro.

«Mia, ti prego, calmati» la fermò Gianni, tenendo strette le loro mani.

«Abbiamo avvisato anche i miei genitori, e in più Roberta... Sarà lei a tenere Kıvanç mentre noi parleremo. Di tutto» aggiunse Gianni.

«Quindi dobbiamo aspettare loro?» chiese Angela, ottenendo un cenno del capo da parte dei ragazzi. Successivamente si sentirono le lamentele del piccolo, che Mia subito interruppe, prendendolo in braccio. Per la prima volta Angela e Marco conobbero il loro nipote. Guardarono i suoi occhi, il suo nasino, le sue labbra. Osservarono qualsiasi dettaglio che portò Marco a dedicare quelle parole a Gianni.

«È identico a te»

«Non ha tutto di mio, qualcosa è anche di Mia. Avrei voluto che prendesse tutto da lei, ma non sempre si può ottenere quello che vogliamo» Gianni aveva lanciato l'arco come una sorta di pungiglione. Voleva attaccare Angela e Marco per quello che aveva fatto provare loro. Sia Gianni che Mia non potevano fare altro che adattarsi.

Pochi minuti dopo, sopraggiunsero Carlo e Roberta, e se Gianni in un primo momento si sorprese, l'attimo dopo tornò sui suoi passi: era impossibile vedere sua madre con suo padre. Non dopo quello che avevano passato. L'uomo e la donna però, si accorsero che Gianni e Mia erano rimasti sull'orlo della porta, non avevano avuto la possibilità di sedersi dopo un lungo viaggio.

Roberta lanciò uno sguardo di fuoco ai genitori di Mia, e nel mentre si avvicinò al piccolo neonato, che non perse tempo ad osservare. Carlo si avvicinò a Angela e Marco, e chiese loro la ragione per la quale non erano entrati in casa. La gente osservava i due ragazzi come se fossero roba da disprezzare. Ma i due ignoravano prontamente.

«Stavamo aspettando voi... Manca Isabella, poi possiamo benissimo entrare»

«No, potete darla a bere ai ragazzi, ma non a me. Considerando che nemmeno Gianni e Mia siano così sciocchi come voi pensate. Avete paura di rimanere da soli insieme a loro, paura perché potrebbero spiaccicarvi in faccia la realtà» I due silenziarono, sentendo poi sia gli occhi di Mia che quelli di Gianni puntati addosso. Era difficile da credere, Mia si manteneva per non scoppiare a piangere davanti a tutti. Era realmente la sua famiglia quella?

Successivamente arrivò anche Isabella che velocemente andò ad abbracciare Mia. Gianni rimase con la bocca spalancata, mentre la sua donna non sapeva come reagire. Aveva paura di dire o fare qualcosa di errato.

«Non sai quanto io sia felice di vederti Mia. Sono davvero entusiasta, e credimi quando te lo dico. Ho commesso molti errori e ne sono consapevole, e spero che ognuno dei miei sbagli possa andare sotto terra. Ti chiedo perdono ora, guardandoti negli occhi. Anzi, vi chiedo perdono» Mia e Gianni decisero che non era il momento di ottenere scuse, di cancellare sbagli e di perdonare. Ognuno dei presenti si perse ad osservare il piccolo Kıvanç fra le braccia di Roberta, che ad una certa andò via, lasciando tutti.

Entrarono all'interno di casa, ma un secondo prima che la porta venne chiusa, arrivarono Gaia e Federico. Entrambi corsero verso i loro fratelli, ignorando il resto della gente.

𝐼𝑙 𝑀𝑖𝑜 𝑅𝑖𝑓𝑙𝑒𝑠𝑠𝑜 𝑁𝑒𝑖 𝑇𝑢𝑜𝑖 𝑂𝑐𝑐ℎ𝑖.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora