23. Vita In Alto Mare.

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La vita che avevano vissuto Gianni e Mia non era esattamente come se l'aspettavano. Erano passati ben cinque mesi da quando avevano lasciato tutto e tutti andando via, prendendo forse la decisione che avrebbe stravolto la loro esistenza. Mia era ufficialmente entrata nell'ottavo mese di gravidanza, la sua pancia era visibile a tutti e Gianni impazziva ogni volta.

Ma le loro menti ogni volta si collegavano a quello che era capitato il giorno della partenza: Mia e Gianni, non avevano informato Angela e Marco di quell'idea, provavano una forte rabbia nei loro confronti e decisero quindi di chiudere ogni singola porta. Ma tutto non andò secondo i piani. Fu Gaia a farsi sfuggire per sbaglio la fuga dei ragazzi, e Angela saltò in aria. Era impossibile, si diceva, la sua Mia non avrebbe mai potuto farle una cosa del genere.

Decise quindi di raggiungere i ragazzi in barca, prima di fargli partire. Voleva guardare con i suoi occhi se quella lì era sua figlia o soltanto una sua controfigura. Ci aveva sperato fino all'ultimo secondo, ma poi si rese conto che Gaia aveva detto la verità e che la sua secondogenita era davvero pronta a fuggire. 

Angela le aveva urlato addosso, dicendole che si era rivelata peggio di quello che si aspettava, che Mattia aveva sempre avuto ragione su tutto e che Gianni l'aveva cambiata, ma negativamente. Poi il ragazzo prese la parola, stanco di sentire quelle accuse nei confronti di Mia che facevano male. Disse a Angela che non c'era più nulla da fare e che era a causa loro se Mia aveva deciso di fuggire via. Non l'avevano accettata quando aveva più bisogno di loro, avevano accolto uno sconosciuto, credendo alle sue parole, piuttosto che seguire le ormi di sua figlia e di suo genero. Avevano negato un nipote, che non si meritava tutto ciò. Non aspettò nemmeno la risposta di Angela, che partì all'istante.

La donna era rimasta ad osservare i due, ma solo in quel momento si rese conto di quello che era successo realmente. Aveva davvero lasciato perdere Mia e il suo bambino? 

Mia e Gianni però non avevano idea del pensiero che era balzato nella testa di Angela. Avevano passato mesi lontani da tutto e tutti, accendevano il cellulare solo in un determinato momento della giornata e facevano controlli normalmente. Si trovavano nella bellissima Las Vegas, dopo aver visto Washington, e aver fatto un giro nelle acque della Turchia. Passarono ancora da Los Angeles, e per puro desiderio di tornare nel luogo dove tutto era cominciato, avevano rivisitato Roma. Al termine del viaggio di Las Vegas, avevano intenzione di visitare le Galapagos. Molto probabilmente con il loro bambino.

Mia era consapevole che mancasse meno di un mese all'arrivo del loro principe o principessa, non avevano la minima idea di chi avrebbe messo piede in quel mondo, ma chiunque fosse stato l'avrebbero accettato.

«Mia, secondo te abbiamo sbagliato a riferire dove ci troviamo a Gaia e Federico?» parlò Gianni, sedendosi accanto a Mia. Unì le loro dita.

«Ma no, se dovesse succedere qualcosa sanno dove trovarci. L'unica cosa che spero è che non siano venuti a saperlo i miei genitori Gianni. Non voglio vederli»

«Credo che dopo il nostro ultimo scontro non si presenteranno più nelle nostre vite, a meno che non siamo noi a volerlo. Mia ho letto negli occhi di tua madre disprezzo. Non ho ben capito se rivolto a noi o a se stessa, ma dopo le mie parole posso capire che siano riferite a se stessa e a suo marito. Devono farsi schifo per quello che ci hanno fatto Mia»

«Io lo so, e infatti non voglio che sappiano nulla. Ma secondo te quando nascerà nostro figlio, loro che faranno? Chiederanno di vederlo?»

«Ascoltami, non so se volerlo o meno in questo momento. Spero soltanto che nostro figlio cresca sano e salvo, senza nessuna complicazione. Manca poco e io ho sempre più ansia»

«Credimi ti do ragione appieno, ma Gianni... Dio, cosa possiamo fare? Siamo partiti, è vero, ma in fin dei conti sanno dove ci troviamo»

«Gaia e Federico, Mia. Se poi lo sanno anche gli altri è un caso a parte, ma credo che oltre loro gli unici a saperlo siano mio padre e Roberta. Non credo che si siano fatti sfuggire dove ci troviamo con gli altri»

«Gianni» sussurrò poi Sanem, balzando dalla sedia. Si portò una mano sul ventre e Gianni si preoccupò all'istante. Si sistemò davanti a lei e la guardò con aria spaventata.

«Si è mosso»

«Cosa?»

«Nosto figlio. Si sta muovendo Gianni»

«Dio» sorrise lui, e posò la sua mano sulla pancia, sentendo il piccolo o la piccola scalciare. Entrambi avevano sorriso con gli occhi, entrambi non vedevano l'ora che la gravidanza arrivasse a termine. Mancava veramente poco e i due erano estasiati.

«Amore mio, sei la cosa più bella che potesse capitarmi»

«Dici a me?» domandò Mia.

«Ovvio che no. Parlavo con nostro figlio»

Mia scoppiò a ridere, per poi stringere Gianni in un forte abbraccio. Di certo non avrebbero rinunciato a nulla pur di tenere quel bambino. Avrebbero fatto l'impossibile per tenerlo al sicuro. Quei piccoli movimenti avevano aumentato la loro voglia e il loro desiderio di stringerlo. Mia si ritrovava con le lacrime agli occhi, si era immedesimata in sua mamma. Quando Angela aveva scoperto di aspettare Mia o che sia stata Gaia: la sua felicità.

«Amore mio, ogni gravidanza è diversa. Posso capire i tuoi pensieri, ma fidati di me. Tua madre avrà pensato tutt'altro quando ti ha messo al mondo» Mia puntò i suoi occhi rivolti verso Gianni.

«Come hai fatto a capire che pensavo a lei?»

«Mia, te l'ho già detto tempo fa, ricordi? I tuoi occhi parlano. Sei come uno specchio per me»

«Quindi capisci tutto quello che penso senza che io apra bocca»

«Si»

«Bene... A che sto pensando ora?» I loro occhi erano incatenati nel frattempo. Gianni e Mia non si toccavano da mesi, non ne sentivano la necessità. Ma il loro amore era talmente forte che avrebbe superato qualsiasi cosa.

«Vediamo...»

«Non è complicato» Mentre i loro occhi non smettevano di guardarsi, Mia e Gianni avevano un luccichio che si poteva intravedere a miglia e miglia di distanza. Mia stava esplicitamente dichiarando il suo amore a Gianni.

«Ti amo anche io, da morire » le parlò Gianni, ad un centimetro dalla bocca.

𝐼𝑙 𝑀𝑖𝑜 𝑅𝑖𝑓𝑙𝑒𝑠𝑠𝑜 𝑁𝑒𝑖 𝑇𝑢𝑜𝑖 𝑂𝑐𝑐ℎ𝑖.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora