4. Premonizione.

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Una volta aperti gli occhi, Mia si rese conto di avere Gianni al suo fianco. Sul suo volto ci fu uno dei suoi sorrisi più belli, quei sorrisi che ti fanno perdere, quei sorrisi che ti fanno capire quanto lei sia immensamente felice. Con entrambe le mani delineò ogni tratto del viso di Gianni, come se volesse assicurarsi che fosse reale. Aveva paura che da un secondo all'altro lui sarebbe sparito, lasciando spazio ad un vuoto incolmabile.

Ma Gianni aprii gli occhi, e la prima cosa che fece fu guardare lei e sorriderle. Quel sorriso Mia lo avrebbe ricordato ogni singola volta. Quando si sentiva sprofondare nell'abisso, avrebbe ricordato quelle labbra che si erano aperte per lei. Quel sorriso a trentadue denti che l'avevano fatta innamorare per l'ennesima volta.

"Sei qui"
"Sono qui, Mia. Sono al tuo fianco, non ti lascerò andare mai più"
"Ma Gianni, io non sono da sola. C'è qualcuno con me"
"Qualcuno che amo più della mia stessa vita. Qualcuno che mi chiamerà papà"

All'istante, Gianni portò la mano sul ventre di Mia e in quel preciso momento, Mia avvertì ogni sensazione che era rimasta bloccata dentro di se, da quando Gian l'aveva abbandonata. Quelle dita che la sfioravano le avevano provocato dei forti brividi. Il cuore aveva ripreso a battere e il sangue a fluire nelle vene.

"Come lo sai?"
"Sai, Mia, io so leggere nei tuoi occhi. Il tuo sguardo è sempre stato la mia medicina, e il tuo sorriso mi ha sempre detto chiaramente quale fosse il tuo problema"
"Gianni, andrai via ancora? Ci lascerai da soli?"
"Io non posso lasciarvi Mia, non voglio lasciarvi. Qualsiasi cosa dovesse succedere, sappi che io sono al tuo fianco e che puoi chiamarmi per qualsiasi cosa"
"Perché mi parli come se da un momento all'altro dovessi andare via? Gianni, non farlo, non andartene ancora. Ti supplico"
"Mia, ricordati che ti amo. Ricordati che vi amo"
"Gianni"

Gianni. Quel nome lo pronunciò all'incirca tre volte prima di aprire gli occhi per davvero. Si osservò attorno, cercando lui. Sentiva l'aria mancare, rivoleva quell'ossigeno che le dava la forza per respirare. Il pianto non aspettò più, scese con prepotenza. Mia aveva necessità di abbracciarlo, era qualcosa che non poteva più controllare.

Ritornò nella chat del suo amore più grande e controllò se avesse letto, ma non si stupiva nel vedere il suo cellulare ancora spento.

«Amore mio... Papà tornerà presto da noi, va bene? Saprà presto della tua esistenza e non ci lascerà andare mai più. Questo sogno ha voluto dirmi qualcosa, io ne sono sicura»

«E se fosse stato un sogno premonitore?»

Non volle aspettare più prima di ricevere una risposta. Chiamò nuovamente la sua migliore amica per poterle raccontare quello che sentiva. Poi però si fermò per un secondo, e se quel sogno era la continua di ciò che era capitato la sera prima? Mia e Gianni si erano visti, ma non avevano ben capito se fosse realtà o semplice immaginazione. Il cuore di Mia batteva forte al ricordo. Digitò il numero della sua amica e aspettò con ansia la sua risposta.

«Mia?»

«Sara, amica mia, l'ho sognato»

«Hai sognato Gianni?»

«Si, e credo di essere uscita pazza Sara. Ieri ero al locale, come ti avevo detto, e indovina? L'ho visto li, era difronte a me ed era ubriaco. Ti prego, saranno tutti segni del destino oppure Gianni mi ha reso una pazza che ha bisogno di guarire?»

«Mia calmati, mi stai dicendo che ti sei trovata il tuo amore più grande davanti e non ti sei mossa di un centimetro? E in più, mi stai dicendo che l'hai sognato? Mia, io credo che siano tutti dei segni. Insomma, il tuo subconscio ti sta parlando. Il tuo albatros è nella bellissima Roma»

«Che stai dicendo Sara? Hai forse bevuto?»

«Mia, dio mio, amica mia. Gianni non ti ha mai detto dov'è andato vero? Non l'ha detto a nessuno»

«Vero»

«Fai due più due. Probabilmente ieri l'avrai visto sul serio, e stanotte l'hai sognato perché la tua voce interiore ti sta portando da lui. Pian piano raggiungerai il tuo obiettivo, e ti troverai Gianni davanti agli occhi. Ti fidi della tua amica?»

Mia aveva gli occhi chiusi e non riusciva ad aprirli. Quello che aveva dentro era troppo forte. Sara l'aveva scossa come nessuno aveva mai fatto e il desiderio di ritrovarsi Gianni davanti era troppo alto. Il solo sapere che si trovasse a Roma era per lei un miracolo. Doveva cercarlo, ma se lo sentiva. La sua amica aveva ragione. Gianni si trovava nello stesso posto della persona che occupava il suo cuore.

Al posto di essere in hotel, Gianni era in un bar a fare colazione, col ricordo della serata trascorsa. Aveva immaginato realmente Mia? Aveva incrociato i suoi occhi e il suo corpo era andato in fiamme. L'aveva vista leggermente più gonfia, ma aveva dato per scontato fosse per lo stress. Come l'aveva ridotta? Persino nei suoi sogni Mia soffriva la sua mancanza.

Ma Gianni non voleva che Mia soffrisse. Gianni avrebbe voluto vederla sempre felice. Avrebbe voluto guardare il suo sorriso fino alla fine della sua vita. Avrebbe voluto guardare i suoi occhi brillare fino al suo ultimo respiro. Che sia senza di lui, o con lui, Mia doveva essere felice.

Gianni sentiva un vuoto al petto, l'unica cosa che desiderava era abbracciare Mia, sentire il suo profumo, anche se per pochi istanti. Avrebbe voluto rivederla nei suoi sogni, o anche di persona, ma avrebbe voluto saperla felice. Nulla valeva più di lei.

Qualcuno richiamò l'attenzione di Gianni, che si voltò dopo pochi secondi. Si ritrovò davanti Sofia, e il suo sguardo cambiò, diventando più freddo. Non aveva intenzione di starla a sentire.

«Sofia, non sono in vena di parlare con nessuno. Puoi lasciarmi da solo?»

«No, Gianni, sono preoccupata per te. Hai delle occhiaie assurde, e in più stanotte non ti ho visto rientrare» Sofia era la vicina di casa di Gianni.

«Fammi capire, sei la mia fidanzata che deve tenermi sotto controllo? No. Quindi mantieni la distanza di sicurezza, non vorrei che la mia vera ragazza ti desse una lezione»

Quasi scoppiò a ridere per quello che aveva appena detto. Gianni adorava la gelosia di Mia e per un attimo se la vide davanti ai suoi occhi che rimetteva al suo posto Sofia. Rise al solo pensiero che Mia non sapeva parlare italiano e quindi avrebbe dovuto usare il traduttore. Ma Gianni l'avrebbe amata di più. Gianni era innamorato di Sanem ancora di più di quando l'aveva incontrata.

«Sai, non mi sembra che tu sia realmente fidanzato. Lei non è qui, e tu sei distrutto. Ma Gianni, tralasciamo questo argomento, volevo chiederti scusa se sono inopprimente, ma realmente sono in pensiero per te»

«Sofia io sto bene! Smettila di girarmi attorno, io e te siamo solo ed esclusivamente amici, ma forse nemmeno quello. Sei una mia conoscente» ma la ragazza però, non si arrese e si avvicinò di più a Gianni. Avvicinò la sua mano sulla sua spalla, e puntò lo sguardo sulla bocca di Gianni che in un attimo girò gli occhi e si allontanò.

Quasi perse un colpo nel trovarsi davanti Mia. La stava immaginando per l'ennesima volta? Rimase per secondi interminabili a guardare fisso quel punto, ma più passava il tempo, più si rese conto che era reale: Mia era lì, e l'aveva visto con una ragazza.

Indietreggiò, trattenendo le lacrime mentre Gianni le andò dietro, seguendola. Si sentii la voce di Sofia ma lui la ignorò, era determinato a seguire Mia.

Com'era possibile che lei si trovasse con lui?

Mia non si accorse di un auto che passava in quel momento, ma Gianni al contrario, se ne rese conto subito e quindi, corse più velocemente verso di lei, e la richiamò con tanto di paura nella voce.

«Mia»

Riuscii a tirarla dal polso, e l'auto passò velocemente, ignorando persino Mia. Sofia invece, rimase in disparte ad osservare i due.

Gianni e Mia erano l'uno nelle braccia dell'altra dopo mesi. I loro occhi erano incollati, le loro labbra a pochi millimetri di distanza. Ripresero respiro, ci sarebbe stato poi il tempo per parlare e capire.

𝐼𝑙 𝑀𝑖𝑜 𝑅𝑖𝑓𝑙𝑒𝑠𝑠𝑜 𝑁𝑒𝑖 𝑇𝑢𝑜𝑖 𝑂𝑐𝑐ℎ𝑖.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora