7. Dolore.

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Se Mia avesse potuto disegnare il volto di Gianni l'avrebbe fatto all'istante, pur di non scordarla mai. Ma poi ricordò della sua memoria fotografica e capii che quella sua espressione non l'avrebbe dimenticata per nessuna ragione. Quella volta, fu lei a sorridere, con le lacrime che scendevano. Portò la mano del suo albatros sul suo ventre e all'impatto chiuse gli occhi.

«I tuoi sogni ti dicevano questo. Noi eravamo distanti ma non potevamo impedire al bambino di crescere, o al suo cuore di battere. Lui è qui Gianni, saremo genitori»

Lui ancora rimase in silenzio. Voleva metabolizzare quella notizia e riprendersi dallo shock iniziale. Non avrebbe mai pensato che quella notte avrebbe potuto causare qualcosa del genere, qualcosa, o meglio qualcuno, per la quale lui e lei avrebbero dato la vita.

«Gianni, di qualcosa, non rimanere in silenzio»

E fu in quel momento che Gianni aorprese Mia, abbracciandola forte. Si sistemò su di lei, poggiandosi sugli avambracci e la sua bocca non lasciava mai la sua guancia. Era emozionato, felice. Mille emozioni in una che non lasciavano spazio ad una minima parola.

«Dimmi che non stai scherzando Mia, dimmelo ti scongiuro»

«Come posso scherzare su un qualcosa del genere? Gianni, è nostro figlio. Ti rendi conto di quanto il destino ci voglia uniti? Prima i sogni in comune, dopo di che la gravidanza sognata»

«Non hai tutti i torti, ma Mia... Dio, un bambino. Ma spiegami un po', come mai sei qui con una gravidanza in atto? I tuoi genitori non ti hanno chiesto di restare? Non avevano paura a lasciarti andare da sola? Come hanno potuto lasciar-»

«Nessuno sa niente della gravidanza Gianni, e non incolpare loro, perché tu hai fatto la stessa identica cosa, se non peggio. Sai, credevo che mai mi avresti abbandonata, che qualsiasi cosa avremmo potuto superarla, anche con il tempo. Ma quando ti sei voltato e sei andato via, io sono crollata. Grazie a nostro figlio io ho ripreso le forze, e quindi ho deciso di fuggire via, nascondendo tutto a tutti. Congratulazioni Gianni, mi hai reso come te. Sono diventata anche io una fuggitiva»

Gianni era rimasto nuovamente senza parole. Sentiva ogni singola frase di Mia nella testa, e nonostante la gioia per il bambino, lui non poteva goderne a pieno. Scese con il viso fin sulla pancia di Mia, per poi sollevarle la maglia e chiederle con gli occhi il permesso. Mia annuii e lui procedette.

«Amore mio, ciao... Che bello sapere che sei qui, ma sai vero che non ti lascerò mai da solo? Non lascerò più ne te, ne la mamma. È una promessa questa»

«L'avevi promesso un sacco di volte, e invece? Guardati. A Roma, tra l'altro, dove voglio passare il resto della gravidanza. Non avevi un altro posto dove andare?»

«Mia tu tornerai a New York ed io verrò con te»

«Cosa?»

«Quello che hai sentito, mio dolce amore. Tornerai a New York ed io verrò con te»

Mia non resistette più e si sollevò dal letto, guardando con aria distante Gianni.

«Che diritto hai di prendere decisioni sulla mia vita?»

«Mia fino a prova contraria, porti in grembo mio figlio ed io devo proteggere entrambi»

«Chi ti dice che è tuo?»

Quel lato di Mia faceva morire dal ridere Gianni. Lei che ad ogni modo cercava di trovare un puntino sulla i per poter rimanere da sola, ma Gianni non si sarebbe arreso facilmente. Aveva sbagliato una volta, non avrebbe sbagliato ancora.

«Non prendermi in giro, se a malapena ti sei fatta toccare da me quella notte»

«Già, e non me ne pento affatto... Può sembrare assurdo lo sai? Noi due, insieme. Per la prima volta un componente della mia famiglia è andata contro le tradizioni per seguire il suo forte amore e guarda dove l'ha portata. Lui è andato via, lasciando lei da sola. E lei inconsapevolmente lo segue, portando con sé il frutto del loro amore»

𝐼𝑙 𝑀𝑖𝑜 𝑅𝑖𝑓𝑙𝑒𝑠𝑠𝑜 𝑁𝑒𝑖 𝑇𝑢𝑜𝑖 𝑂𝑐𝑐ℎ𝑖.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora