26. Confessioni E Proposte.

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Le parole che aveva usato Mia nei confronti di Angela e Marco, avevano colpito tutti, in particolare i suoi genitori. Gianni era rimasto a bocca aperta, non si aspettava da parte di Mia una reazione simile, ma era prevedibile. Sarebbe stato strano se non avrebbe reagito.

Mia aveva una forza dentro di sé che nessuno sapeva spiegarsi: era riuscita ad allontanare i suoi genitori, nonostante il bene che voleva loro. Aveva lasciato tutti con l'amaro in bocca ed era volata via. Sia Angela che Marco erano orgogliosi della loro figlia, si erano resi conto di tutti gli errori commessi e soprattutto, che avevano perso Mia.

Volevano interagire prima di mettere la parola fine. Fine per davvero, ma era troppo tardi. Per Mia quel momento era arrivato da troppo tempo. Gianni, dopo essersi ripreso dallo shock, raggiunse la sua Mia, che aveva in braccio Kıvanç. Osservò i due come se fossero la cosa più preziosa al mondo. Guardò ogni piccolo dettaglio per memorizzarlo, non voleva mai più dimenticarlo.

A passo lento si avvicinò a lei, e le tolse il piccolo fra le braccia, per poi depositarlo nella culla. Kıvanç era calmo, non aveva senso cullarlo ancora. Prese la mano di Mia e la fece accomodare sul letto, per poi sedersi al suo fianco. Gianni era consapevole che Mia era una bomba pronta ad esplodere, ma doveva correre il rischio.

«Che c'è? Non vorrai mica rimproverarmi per quello che ho detto, non è vero? Con quale coraggio si presentano fin qui, fino alla tua barca, per poter conoscere il loro nipote, dopo che hanno sbattuto la porta in faccia alla loro figlia? Gianni ti prego, non dirmi che vuoi difenderli. Ti supplico»

«Non voglio difendere nessuno, ma Mia, così ti stai comportando esattamente come loro. Non credi di essere una persona migliore? Dici che i tuoi genitori ti hanno insegnato molto, come a non essere uguali a loro. Perciò prendi Kıvanç, e portalo da loro»

Mia credette di non aver capito bene. Una risata amara sfuggì dalle sue labbra. Successivamente mollò la mano di Gianni e si alzò dal letto, incrociando le braccia al petto. Osservò il suo ragazzo, non credendo a quello che aveva sentito.

«Tu li stai difendendo»

«Io non sto difendendo nessuno»

«Si, li stai difendendo, e per giunta venendo contro di me! Gianni,, onestamente non mi aspettavo questo da parte tua, non dopo quello che ci hanno fatto. Come puoi permettergli di conoscere Kıvanç dopo che hanno creduto alle parole di un bastardo piuttosto che alle nostre? Come puoi permettergli di avere a che fare con suo nipote quando durante i mesi di gravidanza non si sono mai chiesti cosa stava succedendo?! Non hanno mai fatto una sola domanda Gianni, una soltanto! Al contrario, mi hanno detto che sono la vergogna della famiglia e che sono delusi da me. Hanno preferito ignorare il fatto che la loro figlia sarebbe diventata mamma, ed era reduce da un distacco di placenta! Non ti dimenticare che abbiamo rischiato di perdere nostro figlio! Come pensi che possa lasciare che lo guardino? Anche soltanto i loro occhi puntati su Kıvanç, ora come ora mi mettono la nausea. Quindi se vuoi assumerti le responsabilità di tale gesto, fallo. Raggiungi i miei genitori e porta mio figlio da loro. Ma ricordati che sarò la tua conseguenza»

Non ne poteva più di sentire quelle parole uscire dalla bocca di Gianni. Non si sarebbe mai aspettata un tale affronto con lui. Credeva che lui l'avrebbe appoggiata, e invece accadde l'esatto opposto. Almeno in quel momento.

«Allora Mia, innanzi tutto ti calmi!»

«Ti ho semplicemente detto che noi siamo i buoni. Non dobbiamo necessariamente essere i cattivi della situazione soltanto perché ci hanno trattato male. Vuoi che nostro figlio cresca con la consapevolezza che non abbiamo permesso ai suoi nonni di conoscerlo e viceversa?»

«Sono stati loro a non volerlo conoscere, e questo piccolo dettaglio glielo dirò non appena sarà abbastanza grande. Piuttosto tu, non ti sei stancato di essere sempre dalla parte dei buoni? Non vuoi spostarti dalla parte dei cattivi? Con chi se lo merita, ovviamente. I miei genitori ci hanno trattato male Gianni, come puoi ragionare in questo modo? Io non ti riconosco in questo momento»

𝐼𝑙 𝑀𝑖𝑜 𝑅𝑖𝑓𝑙𝑒𝑠𝑠𝑜 𝑁𝑒𝑖 𝑇𝑢𝑜𝑖 𝑂𝑐𝑐ℎ𝑖.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora