16 - Steve

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Me ne sto sdraiato in camera da stamattina. Sono le sei di domenica sera e non ho intenzione di alzarmi da questo letto. Ho messo in riproduzione una playlist metal che va avanti da ore e non mi sono ancora stancato di sentire urla e chitarre distorte, anzi, è uno sfondo perfetto per il mio cervello confuso.

A un certo punto dal telefono risuona un brano che mi attira più degli altri, non è solo rumore, è una canzone melodiosa, straziante. Guardo il titolo: So Far Away, Avenged Sevenfold. Mai sentiti ovviamente, però il testo mi colpisce.

Lived a life so endlessly
Saw beyond what others see
I tried to heal your broken heart with all that I could
Will you stay?
Will you stay away forever?
How do I live without the ones I love?
Time still turns the pages of the book it's burned
Place and time always on my mind
I have so much to say but you're so far away

Sento le guance bagnate, non so perché sto piangendo. Non capisco perché tutto d'un tratto io sia diventato una melma emotiva e melodrammatica, peggio di un adolescente. Non capisco nemmeno più a cosa sto pensando, se alla mia vita disastrosa, a quello che sta succedendo con Eddie o a mio padre.

Ma Eddie è ancora vivo, quindi perché diamine una canzone così deprimente dovrebbe farmi pensare a lui?

Perché hai paura di perderlo, dice una vocina invadente nella mia testa. Perché temi che quel testone si immischi in qualcosa di troppo grande e pericoloso, che si faccia ammazzare per uno stupido senso di colpa.

Cosa poteva fare per proteggere Chrissy? La ragazza era già morta da un pezzo! Non posso credere che Eddie voglia buttare via la sua vita per qualcuno che non c'è più. È chiaro che non ha la minima idea di quanto valga, di quanto possa significare per le persone che gli vogliono bene, per Dustin, la band, l'Hellfire Club... Per me.

Forse non sono così buono come crede lui, sono un egoista di merda a cui non frega un accidente di Chrissy e di scoprire chi l'ha ammazzata. Voglio solo che Eddie stia bene e che viva una bella vita. Che si diplomi, che vada in giro con la sua band o qualunque cosa voglia fare dopo la scuola. Voglio che capisca che la missione che si è messo in testa è un inutile sacrificio fine a sé stesso.

Chiudo gli occhi, strizzo le palpebre mentre le lacrime continuano a sgorgare, ma non le asciugo. Le lascio scorrere lungo le guance, sul mento e sulle labbra, finché non mi addormento.

So che sto sognando, ora, perché seduto sul bordo del letto c'è mio padre. È esattamente come l'ultima volta che l'ho visto, non è invecchiato di un giorno e ha i soliti capelli perfetti, più dei miei. Mi ha insegnato lui a essere sempre impeccabile in ogni situazione, può sembrare strano ma tra lui e mia madre, era mio padre il più vanitoso.

Mi scompiglia il ciuffo, sa benissimo quanto mi dia fastidio. Però non posso fare a meno di sorridere, sono così felice di vederlo.

«Papà» esalo.

«Cresci a vista d'occhio» dice. «Sono così fiero di te.»

«Fiero di me?» ripeto, scettico, mettendomi seduto accanto a lui. «La mia vita è un casino, non ci sto capendo niente, papà. Non so cosa fare, mi sento un fallito» ammetto quello che non posso confessare a nessun altro.

«Mio figlio un fallito? Impossibile.» Sorride.

«Come fai a dirlo? Tu non sai quello che sto passando.»

«Io ti conosco, Steve. So che sei un ragazzo amorevole e riflessivo, anche se volevi far credere a tutti il contrario.» Si esibisce in una smorfia di rimprovero, sicuramente allude al periodo del liceo, allora ero un vero stronzo. Chino il capo, lui continua: «So che impieghi tantissimo a prendere una decisione, perché nelle cose che fai ci devi credere davvero. Questo non vuol dire che sei un fallito, ma che non sei una persona impulsiva.»

These Cynical Eyes // SteddieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora