21 - Eddie

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La sveglia sul comodino segna le sei e mezzo, ma io sono già vigile. Non ho dormito granché, eppure non mi sento per niente stanco. Difficile riuscire a chiudere gli occhi e tornare nel mondo dei sogni, con il corpo nudo di Steve attaccato al mio. Non è la prima volta che passiamo la notte nello stesso letto, ma di solito abbiamo qualche vestito in più addosso. E non siamo mai stati reduci prima d'ora dal sesso insieme.

Io non so se esiste il paradiso – un luogo fatato in cui Michael Jackson sta sorseggiando un cocktail con Prince, magari – ma credo di averlo intravisto per un attimo mentre ero dentro di Steve. Avessi saputo prima cosa si prova a venire con lui, a sentire la sua lingua addosso, probabilmente non avrei mai sentito il bisogno di avvicinarmi a nessun tipo di droga.

Il bisogno che ho di toccarlo, questa che è vera e propria dipendenza. Sollevo appena il braccio che ho appoggiato attorno alla sua vita e gli accarezzo una mano, per poi spostarmi sulla peluria chiara dell'avanbraccio. Ho paura di disturbare il suo sonno, ma non riesco a trattenermi.

«Sei sveglio anche tu» lo sento mormorare. La sua voce è impastata, ancora stordita.

«Buongiorno» lo saluto dandogli un bacio sull'orecchio.

«Buongiorno. Sono le...» alza appena la testa per adocchiare la sveglia. «Per me è l'alba, praticamente. Hai dormito bene?»

Lo stringo ancora più vicino, il mio petto è contro la sua schiena. Le nostre dita si intrecciano, mentre la gamba di Steve s'insinua tra le mie: è un gesto a cui mi sono abituato, è come se là in mezzo ci stesse particolarmente comoda.

«Avrò chiuso gli occhi un'ora, forse.»

«Avresti dovuto riposare, viste le energie che abbiamo consumato ieri sera.»

«Tu ci sei riuscito?»

Sospira. «Non molto più di te» ammette.

Restiamo qualche minuto in silenzio, poi si gira per guardarmi in viso. Stringe le mie mani con una forza insolita, mentre sulla fronte si fa spazio una ruga profonda, preoccupata.

«So che è da sfigati insicuri chiederlo, e lo Steve etero non lo avrebbe fatto mai, però... ecco, ho davvero bisogno di sapere com'è stato, per te» azzarda a fatica. «Perché magari avevi delle aspettative, e io non sono stato all'altezza. Ho fatto delle ricerche, ma non ho trovato niente che mi sia stato utile, e mettermi a guardare...»

Gli sfioro le labbra con due dita, le percorro per tutta la loro lunghezza. Amo il colorito, la forma. Il sapore. Soprattutto quando sanno della mia pelle.

«Perché tanta ansia?»

«Stamattina sei così silenzioso, e tu non sei silenzioso. Forse stai cercando un modo per dirmi che non è andata come speravi. E dovresti parlarmene senza avere paura della mia reazione, sono in grado di accettare la verità. È possibile che io non sia portato per il sesso con altri ragazzi.»

Non pensavo che avrei potuto trovarlo più adorabile e seducente di ieri, invece è così. Il suo sproloquio mi intenerisce ed eccita allo stesso tempo. Decido di dar spago alla sua ansia ancora un po', solo per godermi le sue reazioni.

«Se anche non fosse andata alla grande, non è detto che la colpa sia tua. Magari sono stato io a non essere all'altezza.»

Steve deglutisce rumorosamente. «Scherzi, non è vero? Tu sei stato... Dio, il tuo corpo sembra essere fatto per il mio. Inutile fingere il contrario, è stato il miglior sesso della mia vita.»

Spalanco gli occhi e mi puntello sui gomiti per osservarlo meglio. «Mi prendi in giro.»

Scuote la testa. «No. Mi fa impazzire il modo in cui mi baci, in cui entri dentro di me. Ho la sensazione che potrei venire solo perché mi stai guardando. Sei talmente bravo che a volte dimentico che le mie prime volte sono anche le tue.»

These Cynical Eyes // SteddieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora