40 - Steve (parte 1)

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Dio santo, che suono diabolico.

Al trillo della sveglia apro un solo occhio e mi ritrovo sdraiato sul divano. All'inizio non ho il minimo ricordo di dove sono, poi osservo la stanza e capisco che è il salotto della baita dei miei. Ma come diavolo ho fatto a finire qui dalla camera da letto?

Restringo un po' il campo e vedo Eddie sdraiato davanti a me, la schiena adagiata al mio petto. Ha una gamba sola sotto la coperta, l'altra è per metà fuori dal divano come il braccio esterno. Sta a pancia in giù e dorme ancora profondamente - non so come faccia in queste condizioni, visto che lo sovrasto con una gamba e ho un gomito conficcato nella sua schiena.

Stranamente comincia a svegliarsi quando mi sposto per lasciarlo in pace. Borbotta con la bocca impastata dal sonno, ma non afferro una parola.

«Eddie, sei sveglio?» provo a indagare.

Lui si gira a pancia in su, sbatte le palpebre a fatica. «Più o meno. Tutto okay?»

«Io?» domando confuso. Quello sottosopra sembra decisamente lui.

«Sì, tu. L'uomo dai mille talenti.»

«Che intendi?»

Si strofina gli occhi con i dorsi delle mani, anche se è stravolto resta comunque sexy da morire. «Non sapevo che conoscessi tanti musical, stanotte hai intonato tutto il repertorio di Broadway tra una corsa e l'altra in bagno.»

Non è possibile. «Stai scherzando, vero?»

«Purtroppo no. È stato divertente... le prime due canzoni. Poi avrei voluto tapparti la bocca con qualunque cosa a disposizione.» Blocca la mia battuta sconcia sul nascere, continuando subito: «Ma non facevi che vomitare, quindi ho preferito evitare».

«Ieri abbiamo bevuto così tanto?»

«Tu e Robin, sì. Io avevo un sesto senso, sentivo che almeno uno di noi doveva restare sobrio per sventare qualche disastro.»

«Come sei melodrammatico» lo prendo in giro. «Ho solo canticchiato qualche canzone...»

Eddie si solleva sui gomiti e sfoggia un sorriso che mi preoccupa. «Oh, no. Tu e Robin avete messo su un altro spettacolo degno di voi.»

Esito un istante, forse anche lui mi sta prendendo in giro. «Non ti credo» affermo, circospetto.

«Sapevo che l'avresti detto.» Mi scocca un'occhiata divertita e compiaciuta. «Vickie ha dei video.»

Assottiglio le palpebre, lo incenerisco con lo sguardo. «Maledetti» farfuglio.

«Se ti può consolare, non so come sia possibile ma eri molto sexy mentre interpretavi Elphaba. Robin naturalmente era Glinda, ed è stata la cosa più gay che io abbia mai visto.»

Eddie comincia a ridere e non riesce a smettere. La sua voca rauca di prima mattina mi provoca dei mancamenti, ma lo bacio soprattutto per stroncare questo eccesso di ilarità che proprio non comprendo.

Eddie risponde con la solita veemenza e a quel punto dimentichiamo di essere in salotto: rotola sopra di me e continua a tormentare le mie labbra con baci e morsi. Ora siamo svegli sul serio, e inizia a risvegliarsi anche qualcosa più a sud, le nostre erezioni premono l'una sull'altra.

«Per l'amor del cielo, siete in un luogo pubblico!»

Porca puttana. Robin è entrata in salotto, ha una mano spalmata sugli occhi.

Ci solleviamo di scatto a sedere, Eddie afferra la coperta per coprire intelligentemente i nostri problemini.

«Cristo santo, ma non avete un pulsante di spegnimento? Lo fate davvero ventiquattr'ore al giorno.»

These Cynical Eyes // SteddieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora