36 - Steve

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«Hai chiesto a Vickie di andare al ballo con te?» esclamo. «E me lo dici così?»

Robin ruota il collo verso di me, immobile davanti allo specchio a misura umana della sua camera. «Cosa volevi fare, organizzare una festa in onore della mia audacia?»

«Avrei sparato qualche coriandolo, sicuramente.»

«Ah-ah, come sei simpatico oggi.» Torna a guardare il suo riflesso.

Mi stringo nelle spalle, rotolando sul letto con un sorriso stampato sulle labbra. «Sono felice.»

«Era ora!» quasi lo urla. Le lancio un'occhiata, lei scuote il capo pensando che non la stia guardando.

«Non fare quella faccia» la rimprovero.

Lei impiega un po' a rispondere, la sua attenzione è tutta per l'abito che sta sistemando. Per il ballo ha scelto un pantalone elegante con le bretelle, una camicia azzurra e sopra un gilet a quadri marrone. «Che faccia?»

Mi rimetto seduto per non sgualcire il vestito. «La faccia sorpresa e seccata.»

«Non sono seccata.»

«Però sei sorpresa.»

Lei sbuffa, alza gli occhi al cielo. «Non sono nemmeno sorpresa, sto solo pensando a quante litigate da drama queen dovrò sopportare d'ora in poi. Forse davvero vi preferivo quando vi credevate etero» termina in un borbottio che fingo di non aver sentito, l'espressione concentrata sulla cravatta che sta cercando di annodare.

Mi alzo per raggiungerla davanti allo specchio. Cerco di sostituirla, quando non toglie le sue mani di mezzo le schiaffeggio. Sbuffa di nuovo, però mi lascia annodare la cravatta al posto suo.

«Sono contenta che sei felice, Stevie» riprende.

Sorrido, senza alzare lo sguardo. «Grazie, Rob.»

«Dico sul serio. Non ti vedevo così da tanto. Quando frequentavi Nancy eri sempre...»

«In ansia?» Sollevo gli occhi solo per un istante.

«Lo sei anche ora, non c'è pericolo.»

«Ora però ho una buona ragione.»

«Avevi» mi corregge. «Comunque, volevo dire che non facevi altro che preoccuparti che ti lasciasse. Facevi il cretino solo per piacerle, fingevi di essere qualcuno che non eri. Con Eddie invece sei sempre te stesso. Nel bene e nel male.» Alza un sopracciglio, sento le sue sinapsi spremersi per cercare un senso nel mio comportamento. Potrei anticiparle che non c'è alcuna logica, ma la sua espressione riflessiva è divertentissima.

«Continua» la invito. Il nodo è quasi finito.

«Eddie tira fuori il meglio di te, e tu di lui. Siete perfetti l'uno per l'altro, è come se qualcuno vi avesse creati apposta. Credo che stavolta ci sei davvero, Stevie. Basta ricerche disperate, la caccia è finita.»

Il suo tono è quasi commosso, a me però viene da ridere. Riesco a non farlo, mi trema solo un po' il labbro inferiore. «La caccia è finita?» ripeto.

Robin incrocia le braccia al petto e arriccia il naso. «Hai rovinato il momento.»

«Io? Sei tu che tiri fuori espressioni assurde.»

«Stavo solo esprimendo la mia gioia per la tua felicità. Sei un amico pessimo.» Distoglie lo sguardo, offesa.

Afferro le sue braccia. «Tu invece sei la migliore.»

«Lo so» mormora, l'espressione più rilassata ma sostenuta. Ora è lei a trattenere un sorriso, ma non ci riesce per molto. «Grazie per la cravatta.»

These Cynical Eyes // SteddieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora