23 - Eddie

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Avevo ragione a immaginare che Hopper volesse interrogarmi di nuovo, aveva intenzione di convocarmi nel pomeriggio. Chissà se batterlo sul tempo, alla fine dei giochi, sarà un elemento utile per dimostrare che non ho nulla da nascondere o verrà preso come stratagemma per mettere le mani avanti. Il colloquio è breve perché offro come risposta a ogni domanda una variante del non lo so: io e Carver non siamo mai stati amici né in rapporti civili, della sua vita non conosco praticamente niente.

Una volta uscito dalla centrale, scrivo un rapido messaggio a Steve per tranquillizzarlo, poi mi viene un'idea. Oggi non avevo previsto di seguire le lezioni, ma faccio un salto rapido a scuola per parlare con Ballard. Aspetto che sia ora di ricreazione per andare a cercarlo, lo trovo a bere un caffè nella sala professori. Me ne resto sulla soglia e non appena mi vede mi fa un cenno. Poco dopo raggiungiamo la serra, dove c'è giusto qualche studente a raccogliere campioni per la lezione di biologia.

«Va tutto bene, Eddie?» domanda preoccupato. Tiene le braccia conserte, l'espressione sollecita.

«Sono appena stato interrogato.»

Alza un sopracciglio. «E perché mai? Hai già riferito ciò che sapevi su Chrissy... a meno che non pensino che tu sia coinvolto nella morte di Jason.»

Mi limito ad annuire. Ballard socchiude la bocca, turbato.

«Il ragazzo è stato trovato impiccato. Non può che essere un suicidio. Alla tv hanno riferito che non sono neanche state identificate impronte digitali sospette.»

«La polizia non ne è al cento per cento sicura. Carver non ha lasciato un biglietto d'addio. Non aveva motivi per compiere un gesto del genere.»

«Non è evidente, il motivo?» ribatte retorico passandosi una mano tra i capelli. «Prima ha ucciso Chrissy, poi si è tolto la vita a causa dei sensi di colpa. Ha perfettamente senso. Quello che non ha senso è coinvolgere te

«È gentile a dirlo, professore. Ma io e Carver avevamo un pessimo rapporto, questo lo sanno tutti. Non ho mai fatto mistero di odiarlo. È normale che io sia il primo sospettato.»

Ballard sospira.

«Per tutto questo tempo ho creduto che Carver avesse ucciso Chrissy» ammetto. «Se lui si fosse veramente impiccato, confermerebbe che avevo ragione. Eppure... a essere sincero con lei, non credo nemmeno io alla storia del suicidio.»

«Perché?»

«È che... non era da Carver. Comincio a pensare che dietro a tutto questo ci sia molto più di quanto io riesca a capire.»

«Hai qualche idea?» chiede Ballard tenendo una mano sul mento.

«Chrissy aveva raccontato nel suo diario di avere un nuovo amico, qualcuno di cui sentiva di potersi fidare, qualcuno che le era sempre più vicino» gli spiego. «Magari lui ha le risposte che ci mancano. O è coinvolto, in qualche modo.»

«Possibile. Sai di chi si tratta?»

Scuoto la testa, frustrato. «Niente di niente. Anche se sembra essere più grande di lei. Uno studente dell'ultimo anno, probabilmente.»

Ballard si prende qualche secondo per pensarci su.

«Tenterò di sondare il terreno con i miei studenti, può essere che uno di loro sia la persona in questione o abbia visto Chrissy con qualcuno.»

Faccio un cenno di assenso. «La ringrazio.»

«Stai attento» mormora appoggiando una mano sulla mia spalla. «Chiunque sia il colpevole, potrebbe prendere di mira anche te. Niente imprudenze.»

«Me la caverò.»

«Tienimi aggiornato.»

Ballard fa per andare via, ma seguo l'istinto di chiamarlo. Lo vedo voltarsi lentamente.

These Cynical Eyes // SteddieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora