19 - Eddie

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Ci basta varcare la soglia del locale per essere accolti da un'ondata di paillettes e piume. L'oscurità dell'ambiente è punteggiata dalle luci soffuse, grazie alle quali ci orientiamo abbastanza da raggiungere la cassa. La musica di sottofondo ha un non so che di familiare, trasuda sensualità. Paghiamo i biglietti d'ingresso – quindici dollari a persona mi sembra pura follia, ma non faccio commenti – e ci lasciamo guidare fino a un tavolo libero. Sento la mano di Steve stringere la mia, da una rapida occhiata al suo viso mi accorgo che è perplesso quanto me. Non ho neanche bisogno di chiedere chi ha scelto questo posto, Robin è raggiante.

«Che ne pensate?» domanda non appena ci sediamo.

Intercetto gli occhi di Steve, poi mi guardo attorno. Difficile non fissare le curve scoperte di cameriere e ballerine, i loro costumi lasciano poco all'immaginazione.

«Come mai ci hai portati qui?» indaga Steve.

Robin scrolla le spalle. «Uno dei pochi posti decenti nei dintorni di Hawkins» spiega laconica.

L'amico alza gli occhi al cielo. «Vuoi farmi credere che non ci fosse altro oltre a un locale di Burlesque?»

«Lo ammetto, l'ho fatto anche per me» sbuffa lei. «Quando voi due finirete per comportarvi da piccioncini in calore, almeno io avrò qualcosa da guardare per distrarmi.»

«Noi non ci comportiamo da piccioncini in calore, diamine.»

«Andiamo, Steve, fino a poco tempo fa non avresti rotto così tanto le scatole. Capisco che tu abbia scoperto il fascino dei pettorali, ma non c'è motivo di diventare così intransigente con le tette.»

Davanti al sorrisetto scaltro di Robin, il viso di Steve assume una colorazione simile a quella del peperoncino, io invece trattengo una risata.

«E poi a Eddie non dà fastidio. Vero?» continua lei rivolgendosi a me.

Alzo le mani e scuoto la testa. «Finché c'è l'alcol, va bene qualsiasi posto.»

«Questo è lo spirito giusto» commenta soddisfatta. «Vado a ordinare al bancone. Birra per tutti?»

Non appena Robin si allontana, Steve sospira.

«Mi dispiace. Avrei dovuto assicurarmi che...»

Appoggio una mano sul suo ginocchio. «Va tutto bene. È un locale come un altro. Sono contento che Robin mi abbia invitato alla vostra uscita.»

Steve aggrotta un sopracciglio. «Sul serio?»

«Davanti a lei non sono costretto a starti lontano, posso essere me stesso. È liberatorio.»

Lo vedo riflettere sulla mia risposta. Annuisce. Mi prometto di riaprire l'argomento il prima possibile, forse dovremmo rivalutare la possibilità di parlare di noi al resto del gruppo. Robin, intanto, è di ritorno con le pinte di birra.

«Mi sono già innamorata due volte, adoro questo posto!» ci racconta eccitata.

«Il tuo radar che dice?» chiede Steve.

«Dice che sono una causa persa, come al solito. Questo significa che ci andrò a provare lo stesso e che prenderò due bei pali in fronte. Ma ne sarà valsa la pena.»

«E su tanta saggezza direi che possiamo brindare» intervengo solenne.

Alziamo le pinte, che s'incontrano con un tintinnio tutto fuorché silenzioso. Sono giorni che non bevo come si deve, perciò do una lunga sorsata. Il sapore è aspro, quasi acido, come piace a me.

«Ti è rimasta della schiuma sopra il labbro» mi avverte Steve.

Gli scocco un sorriso. «Vuoi darmi una mano a pulirmi?»

These Cynical Eyes // SteddieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora