27 - Eddie

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"Eddie Munson mi ha seguito vicino all'entrata della scuola. Non so cosa volesse di preciso, ha solo iniziato a farmi domande, come se niente fosse. Spero che lo zimbello di Hawkins non si sia preso una cotta per me, sarebbe davvero terribile."

"Mentre mi allenavo nel bosco, mi sono ritrovata davanti Eddie Munson. Non può essere un caso, a quell'ora non c'è mai nessuno. Ho provato a comportarmi in modo amichevole anche se mi stava spaventando, ma non è servito a granché. Mi ha costretta ad ascoltare il suo delirio: è innamorato di me da quando eravamo ragazzini e non sopporta di vedermi con Jason. Ha detto che farà di tutto per dimostrarmi che siamo anime gemelle. Dovrei parlarne a qualcuno? Magari la smetterà presto, quando capirà che con me non ha speranze."

"In questi giorni non riesco a concentrarmi e mangiare. Ieri sera sono uscita con Jason e per poco Eddie Munson non ci assaliva. Fortuna che non gli ha raccontato del modo in cui mi sta perseguitando. Nonostante fossi con il mio ragazzo, è riuscito a mettermi all'angolo per avvertirmi che se non cederò me la farà pagare. Ce la farà pagare. Non ho mai avuto tanta paura in vita mia. Ho deciso di vederlo per affrontare la questione una volta per tutte. Gli dirò che se non la smette avvertirò la polizia. Spero che sia abbastanza per proteggere anche Jason."

Quando alzo gli occhi dalle pagine, prendo un lungo respiro per evitare di mettermi a urlare. Ogni riga è stata una pugnalata all'anima. Non pensavo di poter provare tanto dolore a causa di parole altrui. La paura e il disprezzo che traspaiono strisciano dentro di me, mi si attaccano addosso.

«Eddie» mi chiama Hopper. È sempre stato seduto di fronte a me, mi ha lasciato il tempo di leggere senza emettere un fiato.

«Dove le avete trovate?» riesco a domandare.

«Erano a scuola. Nell'aula centodieci.»

Spalanco gli occhi. Non è possibile. Non ha senso.

«Non sei stato tu a portarcele?»

Scuoto la testa, quasi rischio di staccarmela per i movimenti bruschi, poi la nascondo nei palmi delle mani, nel tentativo di scongiurare i singhiozzi. Devo restare lucido, devo sforzarmi di non perdere la calma, altrimenti sarò spacciato.

«Se fossi stato io, non avrei mai lasciato qualcosa di tanto compromettente nell'aula dove mi riunisco ogni settimana con l'Hellfire Club» articolo con la gola secca.

Hopper soppesa le mie reazioni in silenzio. Poggio le mani sulla scrivania, mi aggrappo al legno per non tremare. Ho gli occhi fissi sulle pagine, le date risalgono all'ultimo periodo in vita di Chrissy.

«Non c'è niente di vero, là dentro. Ogni occasione in cui io e lei abbiamo parlato, è tutto distorto» tergiverso. «Fuori da scuola, la prima volta, è stata lei a venire da me. La volta successiva ci eravamo dati appuntamento. E mi sono imbattuto in lei e Jason all'Hideout perché vado lì ogni settimana, Chrissy lo sapeva, glielo avevo raccontato io. Credo che volesse sentirmi suonare.»

Hopper sospira. «Per quale motivo avrebbe cominciato a interessarsi a te, all'improvviso, se non eravate mai stati amici?»

Mi costringo a sputare fuori la verità su quello che Chrissy cercava da me, l'unico dettaglio che ho omesso nelle mie deposizioni.

«Avresti dovuto parlarmene prima» mi rimprovera.

«Lo so, mi dispiace. Avevo paura che in qualche modo mio zio venisse a saperlo.»

«Il fatto che vi siate incontrati per venderle della droga non depone a tuo favore, ma rende più coerente la tua versione.»

«Chrissy non era così» continuo indicando i fogli. «Non era questa persona. Noi ci capivamo. Aveva paura, è vero. Ma non di me. Non può essere stata lei a scrivere queste pagine.»

These Cynical Eyes // SteddieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora