39 - Eddie

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La domenica Steve s'intestardisce a voler organizzare un barbecue per pranzo. Nascondo dietro un sorriso misurato e qualche battuta sarcastica le mie perplessità sul progetto, il mio ragazzo ne sembra così entusiasta che non me la sento di mettere in discussione le sue abilità. A giudicare dagli sguardi dubbiosi di Robin e Vickie mentre ci aggiriamo per i corridoi del supermercato e Steve mette nel carrello carne su carne, direi che non sono il solo a non sapere bene cosa aspettarsi.

Non appena torniamo a casa, lui comincia ad armeggiare con il barbecue, noialtri invece prepariamo il cibo da cuocere, stando attenti a separare gli acquisti da carnivori tipicamente americani dai prodotti di Vickie, che è vegetariana. Si sentono le imprecazioni di sottofondo di Steve.

«Tutto okay?» gli domando quando lo raggiungiamo.

«C'è qualcosa che non va, accidenti» borbotta lanciando un pezzo di carta appallottolato nel mucchio di legnetti che ha già sistemato sotto la griglia.

«Ti serve una mano?» indaga Robin.

Steve si lascia sfuggire una smorfia. «Ho visto mio padre accendere questo coso non so quante volte. So perfettamente come funziona, grazie tante.»

Lei solleva le braccia in segno di resa. «Fa' come vuoi, sfigato.»

«Qual è il problema?» intervengo io prima che la situazione degeneri.

«Ho provato ad appiccare il fuoco, ma proprio non vuole saperne.»

«Hai messo abbastanza carbonella?» rincara la dose Robin.

Steve si volta stizzito verso l'amica. «Certo che sì.»

Lei si avvicina al barbecue ed esamina il cumulo di carta e legno con occhio critico, poi raccoglie dalla sacca al suolo altra carbonella e ce la getta sopra.

«Che stai...» si lamenta Steve.

«Prova ora.»

Basta qualche fiammifero e parte una fiamma vivace. Vickie applaude, Robin si limita a un piccolo inchino.

«Come ci sei riuscita?» le domanda la ragazza.

«Ho fatto parte degli scout, quando ero piccola. Nelle escursioni sono sempre stata pessima, ma con le attività manuali me la cavavo bene.»

Il suo tono fa arrossire Vickie, non fatico neanche a immaginare perché. Steve, intanto, torna dentro la baita senza dire una parola. Io lo seguo.

«Che fai?»

«Sto prendendo la carne. Se non iniziamo a cuocerla subito, finiremo per mangiare stasera» replica burbero.

Gli cingo i fianchi da dietro e appoggio la testa sulla sua spalla, poi gli soffio un bacio sulla guancia.

«È solo uno stupido barbecue» sussurro. «Non dirmi che basta così poco per mettere in crisi la tua virilità da marinaretto sexy.»

Gli strappo una risatina.

«Non è questo» ammette scuotendo la testa. «Quel barbecue era così speciale per mio padre. credevo di aver imparato almeno questo, da lui: come usarlo. E invece no.»

«Tu hai imparato molto più di quanto pensi, da tuo padre. Sei una persona buona. Sei coraggiosa. Sono sicuro che non gliene fregherebbe un granché se non diventerai mai un esperto di cottura al barbecue.»

Sospira. «Suppongo che tu abbia ragione. E poi abbiamo Robin, che da brava scout saprà sfamarci tutti quanti. Siamo in una botte di ferro.»

Scoppiamo a ridere entrambi. Steve appoggia la testa sulla mia, poi si scioglie dalla stretta e torniamo fuori con il cibo, che cuciniamo sotto la guida della nostra scout e regina del barbecue. Vickie è ammirata dall'energia con cui la sua ragazza bacchetta Steve ogni volta che non segue le sue indicazioni, ma forse di più dalla frequenza con cui butta giù sorsi di birra per rinfrescarsi dal calore del fuoco.

These Cynical Eyes // SteddieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora