35 - Eddie

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La devastazione arriva come un'onda. Io non sono tanto chi sta sulla riva e la vede arrivare appiattita, quanto chi invece le va incontro per domarla e finisce per rimanerne sommerso, con l'acqua che invade i polmoni e toglie ogni molecola di ossigeno. Steve è scomparso dalla mia vista e le cicatrici sulla mia pelle hanno ricominciato a pulsare, sono cuori sparsi sul corpo. Cuori spezzati in procinto di sanguinare.

Rientro nel locale, sotto lo sguardo inebetito dei presenti. I miei compagni di band restano sul palco, in attesa, ma io non accenno a raggiungerli, mi siedo su uno sgabello vicino al bancone e faccio cenno al barista di servirmi della vodka. Non ne ho mai sopportato il sapore, stasera però fa al caso mio. Sento ancora occhi addosso, perciò mi volto di scatto verso la sala.

«Non c'è un cazzo da guardare, chiaro?» urlo.

Da quel momento in poi, il mondo intorno a me smette di muoversi. Percepisco voci e musica in lontananza, probabilmente i gestori avranno messo su qualche disco per compensare la fine brusca del concerto, avverto in gola il bruciore dell'alcol puro che scende e mi stordisce. Tamburello sul bancone con le dita, mentre ordino un bicchiere dopo l'altro.

«Eddie, amico, cosa è successo?»

La voce di Dustin è cauta. Si siede al mio fianco, appoggia una mano vicino alla mia, incerto se toccarmi o meno. Sceglie saggiamente di non farlo. Mentre giro la testa nella sua direzione, Robin si accomoda sullo sgabello all'altro lato.

«Steve sta bene?» domanda lei. «Non mi risponde al cellulare.»

«Sarà troppo impegnato a godersi la sua nuova vita senza di me» biascico senza guardarla in viso, gli occhi di nuovo fissi davanti a me. Il quinto bicchiere comincia a fare effetto.

«Che significa?» esclama Dustin. «Andiamo, dev'esserci stato un equivoco, al cento per cento. Non ti mollerebbe mai. Mai e poi mai.»

Mi sfugge una risata amara. «Dovresti rivedere i tuoi calcoli delle probabilità.» Segue un singhiozzo al sapore di vodka. «Perché è esattamente quello che ha fatto tuo fratello.»

«Steve non è in sé, in questo periodo. Ne abbiamo parlato, lo sai bene anche tu» azzarda Robin. «I suoi sentimenti per te non c'entrano...»

«Ah sì» la interrompo gesticolando. «I suoi sentimenti per me. So tutto, sul tema. Mi ha lasciato perché mi ama troppo.» Rido un'altra volta. «Pensavo che queste scuse le usassero solo nei film con le colonne sonore di Phil Collins, e invece guardate un po'.»

Mi punto un dito addosso, mentre con l'altra mano sollevo il bicchiere e lo svuoto.

«Poteva almeno trovare una puttanata più originale da dire. Tipo che si è stufato di succhiare...»

«Dustin» fa Robin in tono acuto. «Perché non chiedi a Nancy e Jonathan di riaccompagnarti a casa? Assicurati che Steve stia bene.»

Per una volta, Dustin non fa storie. Si limita ad alzarsi senza dire una parola e allontanarsi.

«Eddie, sai che non è così» riprende lei.

«Si è stufato di stare con me. E ha ragione, nel giro di qualche settimana se ne andrà al college, comincerà una nuova vita.» Agito così tanto le mani che rischio di far cadere il bicchiere, che Robin allontana prontamente da me. «Dovrebbe trovarsi una ragazza, quando sarà lì. Sì, una ragazza che frequenta le lezioni come lui, una tipa tranquilla e poco problematica con cui passare il tempo e scopare senza ansia. Senza doversi preoccupare ogni momento. In effetti, messa così, che diamine dovrebbe farci, con me?»

Ordino un altro giro, Robin sospira. «Non hai bevuto abbastanza, visto che stai ancora prendendo le medicine?»

Le sorrido. «Saresti una brava mamma rompicoglioni, sai? Proprio come lui.»

These Cynical Eyes // SteddieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora