Capitolo 10

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Lo avrei saputo al momento opportuno? Ma stava scherzando o cosa? Lucifero dopo quella frase, si era seduto su una poltrona color porpora che a mio parere, doveva essere molto comoda. Si stava lentamente sbottonando la camicia mentre con l' altra mano, teneva il bicchiere con all'interno, il Martini. Senza neanche accorgermene, cominciai a mordermi il labbro inferiore, il cuore mi batteva come un tamburo e rieccolo... il formicolio. Questa volta però, le sensazioni erano molto più intense, molto più forti. Sensazioni che in Paradiso non avevo mai provato. Volevo soltanto uscire da quella stanza e andare da qualche altra parte anche perchè l'atmosfera cominciava a soffocarmi.

"Posso...posso.."

Le parole non riuscivano nemmeno ad uscire da quante emozioni stavo provando in quel momento.

"Mh? Fiamma va tutto bene? Ti sento con il respiro pesante e sento il tuo sangue scorrere molto velocemente."

Lucifero si alzò facendo intravedere i possenti pettorali che facevano capolino dalla sbottonatura della camicia. Il formicolio si faceva sempre più forte finchè troppo tardi capii di che cosa si trattasse. Ero davvero così presa da capire come gestire la situazione, che avevo letteralmente gocciolato sul pavimento. Ero pietrificata! Il demone mi guardò e poi guardò il pavimento ed un lampo, gli attraversò gli occhi.

"Ora si capiscono tante cose."

Non ebbi il tempo di rispondere, che mi ritrovai con una velocità impressionante, bloccata al muro. Lucifero non disse nulla. Mi guardava solo negli occhi. Finchè sentii una delle sue mani bloccarmi e l'altra stava raggiungendo lo spacco della mia gonna. Non potevo oppure non volevo fare niente.

"Cosa succede Fiamma? Non mi dovrai dire qualcosa? O per caso vuoi che lo scopra da solo?"

Ero completamente inerme. Volevo che mi toccasse ma una parte ancora cosciente, mi diceva di non dargliela vinta così facilmente. Così presa da un momento di coraggio, lo spintonai via da me con un forte spintone che a quanto pare, doveva essere stato abbastanza forte. Lo avevo spinto fino l'altra parte della sala. Lui, ancora stordito dallo spintone, sorrise.

"Sei molto forte per essere un angioletto.."

Mi tolsi dal muro dove fino a poco fa, ero bloccata. Mi avvicinai molto lentamente a Lucifero. Era in piedi, con il suo corpo che aveva scavato nel cemento del muro. 

"Ascoltami bene Lucifero, anche se al momento la mia dimora sarà l'Inferno, sono ancora la Principessa degli angeli.  Non sono come le tue amichette demoni quindi, se la nostra pseudo storia è mai esistita, abbi il rispetto della mia purezza e del mio corpo. Sarò anche una semplice principessina ai tuoi occhi ma ho perfettamente la forza per romperti l'osso del collo mentre dormi. Ok?" 

Lo vidi guardarmi con sguardo provocatorio. Continuava a guardarmi per poi alzarsi ed avvicinarsi di nuovo a me.

"Mi piace l'idea di fare sesso violento con te, angioletto. Ma penso che lo faremo solo dopo che finalmente ricorderai chi eri. Ora, se permetti, ho un regno da mandare avanti quindi mi congedo."

Questo atteggiamento mi fece innervosire parecchio. Non potevo dargli contro o mi quello che mi aspettava era la morte, non potevo tirargli un pugno perchè se no mi aspettava la morte. Basta ero stanca. Morte o no non mi avrebbe più mancata di rispetto. Seguii Lucifero finchè non gli fui abbastanza vicino. Lo presi per il colletto della camicia.

"Ehi ma che fai? Lasciami!"

"Lasciarti non credo proprio!!"

Lo bloccai alla parete del muro e lo tenni fermo con un piede sul petto.

"Bene ora che le posizioni si sono ribaltate cosa intendi fare?"

Mi guardava con quel suo solito sorrisetto da pervertito. Gli tirai i capelli cosi che fu obbligato a piegare la testa all'indietro.

"Ascoltami bene di nuovo, se non si fosse capito prima, che ti piaccia o no verrò rispettata da tutti qui sotto. Sarai tu a strisciarmi ai piedi. Sarai tu a chiedermi tutto ciò che un uomo vorrebbe da una donna."

Detto questo, lo lasciai andare per poi dirigermi di nuovo verso la sala riunioni. Dovevo finire di bere il mio Martini. Lucifero era rimasto ancora sul muro e mentre mi dirigevo verso la sala, non aveva perso occasione per guardarmi il sedere mentre camminavo. Arrivata alla sala, cominciai a sfogliare qualche registro finchè mi capitò un libricino simile ad una agenda. Cominciai a sfogliarlo incuriosita e con enorme sorpresa notai che la calligrafia era molto curata. 

"Non metterti a ficcare il naso in cose che non ti competono angioletto."

Lucifero era in piedi davanti alla porta di ingresso della sala.

"Ma non dovevi congedarti per mandare avanti il regno tu?"

"Dici il vero. Ma volevo controllare come effettivamente stavi bevendo il Martini e quello, mia dama, non è un Martini."

Poggiai il libricino sulla scrivania. Innervosita dai suoi modi da superiore. 

Infine dopo una breve pausa di silenzio, parlò.

"Sai cosa? Verrai con me nella sala del trono. Ci sno alcuni lavoretti che anche un angioletto puro come te può perfettamente fare."

"Che intendi per lavoretti? Che intendi per angioletto puro come me?"

Lucifero mi sorrise malefico e schioccò le dita. Come per magia al posto del mio completo nero avevo un abito strettissimo lungo con uno spacco laterale ovviamente sempre nero. Mi afferrò per la vita come per accompagnarmi e mi fece strada. Ci stavamo dirigendo verso la sala del trono. Arrivammo a destinazione. Lucifero mi superò e si sedette sul suo trono. 

"Ascoltate tutti miei sudditi!"

Tutti i demoni si inchinarono e si misero ad ascoltare le parole di Lucifero come fossero oro colato.

"A seguito di una serie di curiosi eventi legati alla nostra angelica ospite, ogni demone che cercherà anche solo di sfiorarla o anche solo elaborare il pensiero di bere una sola goccia del suo sangue sarà messo a morte."

Si sentirono vari mormorii ma tutti i demoni stranamente non ebbero da ridire. Lucifero mi fece segno con l'indice di avvicinarmi. Mi avvicinai quasi con timore. Per fare buon viso a cattivo gioco davanti ai sudditi e ai consiglieri di Lucifero, mi inchinai per poi prendere parola.

"Cosa vuoi Lucifero?" 

"Ma che sfrontatezza, passerotto. Voglio che ti siedi sulle mie ginocchia."

"Come prego?"

"Stai chiedendo al tuo re di ripetere un ordine?"

"Non ti sto chiedendo di ripetere l'ordine. Io mi sto categoricamente rifiutando."

Tutti i sudditi si girarono a fissarmi per poi far cadere la sala in un silenzio tombale.




Lucifero e Fiamma: Il ballo Oscuro delle Tenebre e della LuceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora