CAP. 40- squiddi

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Mi svegliai di soprassalto. Era un altro dei miei incubi. Guardai l' orologio, erano le 9:48. Mi alzo e vado in bagno. Mi misi davanti al lavandino e mi guardai. I miei capelli ramati erano "leggermente" scompigliati, mentre i miei occhi castani erano ancora assonnati. Mi lavai la faccia e andai a fare colazione. Alloggiavo in un piccolo B&B, era in una piccola via desolata, una di quelle poco raccomandabili. Probabilmente vi starete chiedendo come ho fatto a starci da sola visto che sono minorenne, be' la risposta é semplice, ho falsificato la mia carta d'identità. Nella finta carta d'identità io ho 19 anni. 
Vabbè, mi presi un cornetto ed uscii dal locale. Mi incamminai senza meta nelle strade di New York, senza sapere dove andare. Poi mi ricordai un luogo dove ero stata tempo fa con mia sorella, quindi decisi di andare lì.

Flashback
<quindi ci andiamo alla fine eh?> mi chiese Lara.
<ovvio, odio le risposte in sospeso> lei tossì per finta e poi rispose <ma da quando?> roteai gli occhi al cielo e poi uscimmo dal bar in cui ci eravamo incontrate.
<sai dove si trova?> mi chiese.
<certo che sì> gli dissi sicura.
Camminai fino alla 89°, poi mi venne il dubbio. Dove stavo andando?  Mi fermai e iniziai a grattarmi la testa leggermente imbarazzata.
<ci siamo perse vero?> chiese sconsolata
<non é che ci siamo perse... ti sto solo facendo vedere la bellissima New York...> dissi gesticolando, ma poi continuai <su Google Maps ci sarà il  Sanctum Sanctorum?> gli chiesi andando su Google Maps.
<io non ho parole, con te non ci esco più io> mi disse mettendosi una mano nei capelli.
<ok, c'è. Si trova sulla 177°... 177°! io non riesco a camminare fino a lì!> dissi in crisi.
<muoviti scema> mi disse iniziando a camminare.
Fare una passeggiata con me poteva risultare molto pesante. Iniziavo a ridere a caso, mi fermavo perché ero stanca, dicevo barzellette di punto in bianco... Lara mi stava odiando, penso che mi vorrebbe sotterrare viva.
<giuro che se non la smetti ti butto in un fosso se lo trovo> mi minacciò dopo l'ennesima barzelletta su Pierino.
<ma dai, questa era bella!> ribattei ancora ridendo
<grazie a Dio siamo arrivati> disse lei felice di non dovermi più sopportare.
<ok, ora chi bussa?> continuò
<TU> dissimo in coro
<uff, e va bene, busso io> dissi dopo un breve litigio. Tesi la mano per bussare ma il portone si aprì da solo, scoprendo un uomo sulla quarantina.
<cercate?> ci disse in tono formale
<oh, bhe ecco, cerchiamo una persona> dissi io mentre Lara si batteva una mano sulla fronte.
<si, ma chi?> disse facendoci entrare. Appena varcai la soglia vidi subito una grande rampa di scale che portava ad un piano superiore. Girando gli occhi a destra c'era una specie di piccolo salottino, con 4 poltrone, qualche tavolino e un piccolo caminetto.
<Stephen Strange> disse Lara al mio posto.
<chi mi ha chiamato?> disse un altro uomo, anch'esso sulla quarantina. I capelli neri erano sbrizzolati.
<noi(?)> gli dissi io con un sorrisetto.
<ah, bene, siete...>
<io sono Lara, lei é Nicole> disse
<figlie di Ironman vero?> disse Strange, e annuimmo. <bene, cosa volete?> ci chiese. Lara mi guardò. Che fifona che era.
<be', é una domanda un po'personale, e a dirla tutta un po' brutta.. Ma lei per caso é in lutto?> gli chiesi io.
<be' si, un piccolo lutto, ma questo che vi interessa?> disse in tono un po' burbero.
<per caso era una persona coi capelli arancioni e occhi azzurri?> gli chiesi ancora.
<si, mia sorella, perché?> rispose, e io e Lara ci guardammo.
<cazzo> dissi io.
<che é successo?>
<ultima cosa, la più importante, come si chiamava tua sorella?>
<Sandra, perché?>
<non ci credo> sussurrai a me stessa.
<non é possibile> disse Lara
<ok ragazzine, mi potete dire che vi succede, se é uno scherzo quella é la porta> disse indicando il portone. Alzai lo sguardo e lo guardai per la prima volta negli occhi.
<non é uno scherzo, credimi> disse Lara.
<e allora cosa?> disse guardandoci.
<Sandra, capelli ramati, come i miei, occhi azzurri, come Lara. Lei è mia mamma, quindi tu tecnicamente...> gli dissi per farlo capire.
<voi siete sue figlie?!> chiese scioccato mentre Lara annuiva <quindi lei è Stark hanno...> continuò mentre io annuivo.
<che bella rimpatriata di famiglia> disse contento l'uomo che ci era venuto ad aprire.
<Wong, da quanto sei qui e perché hai dei popcorn in mano?> chiese al suo amico calvo.
<oh, be' io.... avevo fame> disse trovando una scusa. Io mi misi a ridere.
<quindi io sono vostro... zio?>
<non capisco un cappero in genealogia, ma credo di sì> disse Lara.
<sarà strano> disse Strange
<tanto strano> continuai io.
<quindi mi dovete chiamare zio?> chiese un po' imbarazzato.
<be' come ti pare, sai tu l'adulto> dissi usando la scusa dell'età.
<se volete chiamarmi così chiamatemi così, fate come vi pare> disse chiaro e tondo.
<ok> dissi facendogli il pollice all'insù.

Due metà che combaciano // Bucky BarnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora